Giuseppe Gazzoni Frascara, classe 1935, noto ai più per la presidenza e la proprietà fino al 2005 del club calcistico Bologna che lo mise sul lastrico, che non quale imprenditore del marchio Idrolitina la cui fortuna ricevette dalla famiglia (LINK). Malato da tempo, era tuttora presidente onorario del club felsineo.

Dal Bologna uscì con le ossa rotte e le tasche vuote ma fiutò la possibilità di far cassa, aggrappato sin dalla prima ora al baraccone di Farsopoli. Tanta ostinazione lo salvò dalla bancarotta fraudolenta, insieme alla liquidità del malcapitato socio Mario Bandiera, ma in quanto a scucire danaro agli Agnelli o ai Della Valle o peggio alla FIGC gli disse male.

«La Storiella di Gazzoni Frascara vittima di Calciopoli è una barzelletta!», copyright del patron della Viola (LINK).

Personaggio di genere "Dandy", esteriormente elegante, sia in formale che casual con spezzati e camicie su misura, foulard di seta e calzetti in tinta. Quando finì i soldi si finse formidabile nemico delle alchimie contabili dei bilanci delle società di calcio. Ben sapendo che quel mondo si reggeva su quelle. Nascondendo che le usava anche lui, iscrivendo il suo Bologna al campionato senza requisiti (LINK e LINK).

Addentro da sempre alle albagie aristocratiche, al mercimonio del "blagheur", agli ozi nobiliari e a conseguenti ipocrisie e riti. Ma quando gli viene a mancare la materia prima ed il suo vecchio edificio si sfascia, dai rapidi avvenimenti è qua e là sbattuto, come nave in tempesta. La società controllante Vittoria 2000 fallisce, il Bologna retrocede. Deve lasciare.

Gli erano rimaste queste sue comparsate, ormai sempre più rare, per promuovere le proprie infondate richieste danni a Juve e Fiorentina e convincere l'umanità che le sue disgrazie erano derivate da Moggi&Giraudo o dalla GEA. Il suo costante ammiccamento agli inquirenti e ai magistrati di quella vergogna è diventato col passare del tempo stucchevole poi via via sempre più sfumato tanto da finire nel dimenticatoio.

Ripescato ogni tanto solo più da Ziliani. Quando si trovavano insieme amavano raccontarsi la stessa favola, sempre la stessa a cui non credevano più nemmeno loro.

Riposi in pace cavalier Giuseppe Gazzoni Frascara. Facciamo un ultimo brindisi al paradosso della vita, io col mio bicchiere di Barbaresco, lei col suo di Champagne (lo so, lo so che è Idrolitina, ma tant'è...).



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