di A. Pavanello La stagione successiva vide gli uomini di Lippi partecipare alla Coppa dei Campioni dopo diversi anni di assenza.
La competizione aveva cambiato fisionomia rispetto agli anni ’80: dei gironi preliminari erano stati istituiti con l’edizione del 1994; il nome “ufficiale” era cambiato: Champion’s League.
L’edizione 1995/96 vide la creazione di quattro gironi a quattro squadre con partite di andata e ritorno. Le prime due qualificate, accedevano alla fase finale.
Sempre l’edizione 1995/96 permise la partecipazione anche alle squadre che non avevano vinto i rispettivi campionati: furono così ammesse 72 squadre, di cui 56 si affrontarono in tre turni preliminari.
La Juventus, dopo il sorteggio, si ritrovò in un girone con Steaua Bucarest, Glasgow Rangers e Borussia Dortmund.
Il primo match per gli uomini di Lippi fu proprio col Borussia, vecchia conoscenza. Al gol di Moller, replicarono Padovano, Del Piero e Conte. Nemmeno la Steaua Bucarest costituì’ avversario difficile: secco 3-0. Il Glasgow subì un punteggio ancor più largo: 4-1 (con due autoreti scozzesi). Scozzesi che, dopo l’umiliazione a Torino, subirono una seconda disfatta pure in casa (4-0).
La vittoria del Borussia a Torino fu sorprendente (2-1 con gol di Del Piero alla fine della ripresa), ma non sparigliò le carte, con i bianconeri in testa nel girone e ormai qualificati per i quarti. L’ultimo match del girone, con la Steaua, si concluse con uno 0-0.
Avversario dei quarti fu il Real Madrid, detentore del record di vittorie nella competizione. Il match di andata se lo aggiudicarono gli spagnoli, anche se solo di misura.
A Torino Del Piero e Padovano ribaltarono il risultato e permisero alla Juve di disputare le semifinali con la sorpresa Nantes, del trio Pedros-Ouedec-Loko.
L’incontro di andata fu semplice per i bianconeri: un 2-0 che permetteva di essere ottimisti in chiave ritorno.
A Nantes, il gol di Vialli (17’) costrinse i francesi alla rincorsa per agguantare il pareggio che arrivò solo alla fine del primo tempo. Il gol del nuovo vantaggio bianconero con Sousa ad inizio ripresa, fu un duro colpo per la squadra di casa, che premette fino a pareggiare al 24’ e poi a ribaltare il risultato al 37’. Ma gli uomini di Lippi riuscirono a contenere gli attacchi e fu la Juventus a qualificarsi per la finale, con avversario l’Ajax.
A Roma la partita iniziò a ritmi elevati, con Juventus ed Ajax a fronteggiarsi tenacemente, se gli olandesi avranno un maggior possesso palla, i bianconeri furono più volte pericolosi e già al 13’, Ravanelli permise alla Juve di passare in vantaggio. Gli olandesi però reagirono rapidamente e cercarono progressivamente di dominare il gioco, con gli uomini di Lippi che sprecarono l’occasione del raddoppio con Deschamps (38’). Qualche minuto dopo (41’) l’Ajax pareggiò.
Il secondo tempo non cambiò la fisionomia dell’incontro, con la Juventus sempre pericolosa e gli ospiti a controllare: i bianconeri avrebbero potuto chiudere l’incontro al 41’ ma Vialli calciò sull’esterno della rete. Si andò così ai supplementari, con ancora i bianconeri a premere per segnare il gol del vantaggio, ma le occasioni di Jugovic, Vialli o ancora Del Piero (che si trovò da solo a centro area) non furono concretizzate.
I rigori però premiarono gli uomini di Lippi: Peruzzi parò due rigori, mentre i bianconeri non ne sbagliarono nessuno.
La Juventus vinceva così la sua seconda Coppa dei Campioni.
La stagione successiva, la Juventus di Lippi partecipava ad una nuova edizione della Champion’s League. Il club torinese si trovava nel girone di Manchester United, Rapid Vienna e Fenerbahce.
Il debutto fu proprio con gli inglesi e un gol del neoacquisto Boksic risolse l’incontro.
Sempre Boksic fu autore dell’unico gol con cui i bianconeri si imposero in Turchia, nel match successivo, mentre l’altro neoacquisto Vieri, segnò il gol del momentaneo vantaggio bianconero nel match contro il Rapid Vienna, terminato poi 1-1.
Nei match di ritorno, due doppiette di Boksic e Del Piero e un gol di Montero risolsero la “pratica” Rapid Vienna a Torino. Un rigore di Del Piero fu sufficiente ai bianconeri per vincere a Manchester e i gol di Padovano e Amoruso permisero alla Juventus di terminare il girone con una vittoria.
Classificatisi al primo posto, i bianconeri affrontarono il Rosemborg ai quarti: il match di andata finì 1-1, con i gol segnati entrambi nel secondo tempo e fu un “botta-risposta” con Vieri che pareggiò l’iniziale svantaggio.
La partita di ritorno a Torino fu relativamente agevole per i padroni di casa: gol di Zidane (29’del primo tempo) e rigore vincente di Amoruso alla fine del secondo tempo.
In semifinale gli uomini di Lippi ritrovarono l’Ajax, battuto in finale l’anno precedente. Gli olandesi non poterono affatto vendicare la finale persa l’anno prima, visto che ad Amsterdam furono battuti 2-1 (gol di Vieri e Amoruso) e al ritorno andò loro pure peggio con un secco 4-1 (Lippi si permise pure il lusso di lasciare Del Piero in panchina).
La Juventus accedeva così alla seconda finale di seguito. Avversario, ancora una volta, il Borussia degli “ex” Moller, Kohler e Cesar, a cui andava ad aggiungersi Paulo Sousa.
A Monaco la partita iniziava con una Juventus pericolosa al 6’ con Vieri, ma i tedeschi preso rapidamente le contromisure, con pressing elevato a centrocampo.
Al 29’ i tedeschi andarono in gol, con Riedle da solo e libero di tirare e cinque minuti dopo raddoppiarono sempre con Riedle, complice ancora una volta la disattenzione della difesa.
Il doppio svantaggio scosse la Juventus che colpì il palo con Zidane (42’) e andò in gol con Vieri (ma la rete venne annullata per fallo di mano dell’attaccante).
Nel secondo tempo, la Juventus partì all’attacco e ridusse le distanze al 19’ con Del Piero. I tedeschi furono sballottati e ci fu pure spazio per un intervento sospetto ai danni di Del Piero nell’area di rigore avversaria, che l’arbitro non sanzionò.
Ma fu soltanto illusione, in quanto al 26’, il Borussia segnò la terza rete, chiudendo di fatto la partita e negando alla Juventus il grande slam…
La stagione successiva, gli uomini di Lippi parteciparono ad una nuova avventura in Champion’s League.
Il girone eliminatorio vide i bianconeri contendere la qualificazione a Manchester United, Kosice e Feyenoord.
Proprio con gli olandesi vi fu il debutto degli uomini di Lippi: a Torino fu vittoria secca per 5-1 (a segno Del Piero con una doppietta, tra l’altro).
Il match successivo invece fu deludente: all’Old Trafford, il gol immediato di Del Piero illuse i bianconeri di una partita più semplice da gestire, ma i padroni di casa pareggiarono alla mezz’ora del primo tempo, per poi raddoppiare al 24’ della ripresa e segnare il terzo gol al 44’. Di Zidane il gol che ridusse le distanze, due minuti dopo.
La partita che chiuse i match di andata fu contro il Kosice e bastò un gol di Del Piero al 34’ del primo tempo per risolvere la partita.
I match ritorno iniziarono ancora con gli sloveni, stavolta però a Torino: i bianconeri segnarono il doppio vantaggio già nel primo tempo e arrotondarono al 14’, prima di subire il ritorno degli sloveni che dapprima accorciarono le distanze e poi profittarono di una sfortunata autorete di Ferrara.
A Rotterdam, gli olandesi vendicarono la sconfitta dell’andata segnando un gol per tempo e infine nel sesto ed ultimo match del girone, il gol di Inzaghi al 39’ del secondo tempo, permise ai bianconeri di vincere contro il Manchester.
Malgrado un andamento nettamente inferiore nella fase qualificativa, rispetto alle precedenti edizioni, la Juventus riuscì ugualmente a qualificarsi per i quarti di finale.
A Torino, fu inaspettatamente un pareggio tra bianconeri e gli avversari della Dinamo Kiev, con Inzaghi che pareggiò l’iniziale vantaggio degli ospiti; il ritorno fu assai più agevole per la Juventus che dilagò (4-1), grazie ad una tripletta di uno scatenato Inzaghi.
I bianconeri accedettero così alla semifinale contro il Monaco di Trezeguet e Henry (entrambi avrebbero poi vestito la maglia bianconera).
A Torino Del Piero con una tripletta e Zidane ipotecarono il passaggio del turno (gli ospiti riuscirono comunque a segnare un gol).
Il ritorno nel Principato fu assai più combattuto, con i monegaschi che pareggiarono dapprima il gol iniziale della Juventus e poi raddoppiarono ad inizio ripresa. Ma il nuovo pareggio ad opera di Del Piero annullò gli sforzi dei padroni di casa e il gol del definitivo vantaggio dei padroni di casa fu più per l’onore, che per altro.
La Juventus accedeva così alla terza finale di seguito, contro il Real Madrid.
Ma ancora una volta, alla finale la squadra giunse senza quella grinta che due anni prima l’aveva condotta a vincere.
Dopo un inizio rassicurante (un tiro deviato da Roberto Carlos all’8’ e un diagonale di Zidane al 13’), il Real si organizzò ed imbrigliò il gioco dei bianconeri specie a centrocampo. La Juventus così lasciò progressivamente il gioco ai madrileni e si rese pericoloso, specie con Seedorf e Mijatovic. Ma i bianchi non insistettero a lungo e il finale del primo tempo vide un equilibrio tra le due squadre.
L’inizio della ripresa fu esattamente come per il primo tempo, con i bianconeri a dare l’illusione di una rinnovata attitudine e al 15’ Inzaghi cercava il gol, ma con un tiro fiacco. La squadra pareva padrona del gioco, ma 7 minuti dopo erano i madrileni ad aprire le marcature con Mijatovic, dopo un rimpallo su Carlos.
La reazione bianconera fu disperata e produsse due palle gol: una con Inzaghi al 23’ e una ancor più clamorosa con Davids al 30’, ma sfortunatamente l’esito della partita non cambiò piu’.
La Juventus perdeva incredibilmente la sua seconda finale di Champion’s…
La stagione 1998/99 fu molto travagliata per una Juventus da “fine ciclo”. La squadra stentò a tenere il ritmo in campionato, il grave infortunio di Del Piero la privò di uno degli uomini migliori e nel febbraio 1999, Lippi lasciò, sostituito da Ancelotti (mal accolto dalla tifoseria).
La Juventus iniziò la nuova avventura in Champion’s nel girone di Galatasaray, Rosemborg e Athletic Bilbao. Il match di esordio con i Turchi si rivela più complesso del previsto. A Torino i bianconeri aprono le danze con Inzaghi, ma subiscono il pareggio degli ospiti, i quali poi si portano in vantaggio al 18’ della ripresa. Birindelli rimediò al 24’, ma il risultato non si schiodò.
Nemmeno il match successivo fu garanzia di successo: col Rosemborg solo un 1-1. Ancora Inzaghi aprì le marcature, ma i padroni di casa pareggiarono su rigore al 24 del secondo tempo.
Il match che chiuse il girone di andata fu ancora una volta un pareggio, stavolta a reti inviolate, con l’Athletic Bilbao.
Nel girone di ritorno, ancora un pareggio e si può dire che fecero tutto gli ospiti: l’Athletic dapprima segnò il gol del vantaggio e fu un’autorete al 23’ che permise alla Juventus di racimolare un punto in un cammino molto più difficoltoso delle precedenti edizioni.
Il penultimo match in terra turca si risolse…con un pareggio. Amoruso aprì le marcature al 33’ del secondo tempo e i padroni di casa pareggiarono a tempo scaduto.
Per vedere la Juve vincere una gara nel girone eliminatorio, bisognò aspettare l’ultimo match, contro il Rosemborg, quando Inzaghi e Amoruso nel primo tempo chiusero i conti.
La Juventus riuscì così a qualificarsi per i quarti di finale, dove ad aspettarla ci fu l’Olympiakos.
Nella gara di andata a Torino, la Juventus dopo aver aperto le marcature con Inzaghi nel primo tempo, raddoppiò alla mezz’ora della ripresa con Conte. La gara parve in discesa per i bianconeri, ma gli ospiti accorciarono le distanze su rigore.
In Grecia i bianconeri soffrirono il ritmo dei padroni di casa, che andarono in vantaggio al 13’ e continuarono a premere. Il gol di Conte al 40’ della ripresa salvò il risultato e permise alla squadra di Ancelotti di passare il turno. Avversario il Manchester United…
Nella partita di andata, la Juventus parte di slancio e già al 15’ si rende pericolosa con Inzaghi e successivamente con Di Livio. I padroni di casa replicano al 20’, ma cinque minuti dopo è Conte ad aprire le marcature e subito dopo ancora Inzaghi si rende pericoloso.
Il Manchester subisce il ritmo dei bianconeri e fa fatica a reagire e al 37’ rischia di subire il raddoppio (ma Pessotto concluse male).
La ripresa non cambiò, con la Juve sempre avanti; il Manchester prova a svegliarsi, ma il primo reale pericolo per i bianconeri è al 13’; nel corso del secondo tempo i bianconeri iniziarono a calare e così i padroni di casa ne approfittarono per avvicinarsi alla porta, ma il pareggio arrivò solo a tempo scaduto, dopo una mischia, con l’involontaria complicità di Pessotto.
Il risultato lasciò ottimisti i bianconeri in vista del match di ritorno, ma le cose andarono diversamente da quanto sperato.
A Torino la squadra di Ancelotti partì fortissimo e dopo appena un quarto d’ora si portò sul 2-0 grazie ad Inzaghi. Il problema fu che poi la squadra arretrò progressivamente e diede spazio agli ospiti, che prima accorciarono le distanze (24’) e poi pareggiarono (35’), tre minuti dopo Inzaghi ci riprovò, ma il tentativo stavolta non andò a buon fine. Il primo tempo si concluse con una Juventus sotto assedio. Nella ripresa gli ospiti furono nuovamente pericolosi in contropiede già dal 9’, mentre i padroni di casa andarono avanti per tentativi isolati. Al 27’ di nuovo il Manchester fu pericoloso con un palo, mentre gli uomini di Ancelotti risentirono della fatica. I cambi di Ancelotti non diedero l’esito sperato e gli ospiti passarono in vantaggio al 39’.
La Juventus così, venne eliminata dalla Champion’s.
Classificatosi solo 7° nella stagione 1998/99, i bianconeri disputarono la Coppa Intertoto, competizione che all’epoca permetteva l’accesso alla Coppa UEFA.
La competizione si disputò tra giugno ed agosto e i bianconeri esordirono al terzo turno. La squadra di Ancelotti arrivò fino alla finale contro lo Stade Rennais e vinse facilmente il trofeo, guadagnandosi così il diritto di disputare la Coppa UEFA.
Al 1° turno eliminatorio, i bianconeri incontrarono l’Omonia Nicosia: nella partita di andata segnarono Inzaghi (doppietta) e Del Piero; la Juve finì coll’imporsi 5-2.
Il punteggio fu ancor più largo nella partita di ritorno a Torino: 5-0, con Kovacevic autore di una tripletta.
Il 2° turno eliminatorio vide la Juventus opposta al Levski Sofia: in casa dei Rumeni, i bianconeri vinsero facilmente 3-1 e ancora una volta Kovacevic fu protagonista con una doppietta.
Il match di Torino finì invece 1-1 (Kovacevic segnò il gol del pareggio).
Il 3° ed ultimo turno eliminatorio vide la Juventus vincere dapprima sul campo dell’Olympiacos Pireo 3-1, ipotecando il passaggio del turno e poi subire una sconfitta di misura a Torino, dopo aver aperto le marcature con Kovacevic al 1’.
La Juventus si qualificò così per la fase finale: avversario degli ottavi il Celta Vigo.
A Torino in una partita scialba per gioco ed intensità, una Juventus poco vogliosa riuscì a portare a casa la vittoria, grazie al solito Kovacevic al 6’ della ripresa. Gli ospiti si resero pericolosi in un paio di occasioni sia nel primo, che nel secondo tempo, tuttavia non riuscirono a rimediare.
La partita di ritorno fu per gli uomini di Ancelotti un incubo: una squadra al di sotto di ogni aspettativa, subì il vantaggio dei padroni di casa già al 1’ del primo tempo. Gli spagnoli continuavano a premere anche per l’assenza di iniziative da parte della Juve e al 33’ raddoppiarono, complice una autorete di Birindelli. Pochi minuti prima i bianconeri si erano ritrovati in 10 per l’espulsione di Conte (doppia ammonizione).
La partita iniziò ad essere più dura dal punto di vista agonistico, con falli ripetuti da ambo le parti: i nervi cedettero pure a Montero che venne espulso al 47’.
Nella ripresa toccò a Van der Sar commettere l’errore che permise ai padroni di casa di arrotondare il punteggio. Alla fine un umiliante 4-0 dovuto più a demeriti propri che alla forza dell’avversario.
Il decennio si concluse dunque nel peggiore dei modi.
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