Di Crazeology Chiunque conosca un po’, anche distrattamente o sommariamente, la storia della famiglia Agnelli, ha sicuramente sentito parlare per qualche decennio di John Elkann come l’erede designato per gestire l’impero dopo la morte di Gianni Agnelli. Come in effetti poi è stato. Le vicende ereditarie degli ultimi anni però, sollevate nei tribunali con forza dalla figlia dell’Avvocato Margherita Agnelli, sia in relazione all’eredità del primo, sia in relazione all’eredità di sua madre Marella, hanno acceso una luce su una realtà nascosta molto diversa. 
Negli ultimi mesi, documenti alla mano, sono emersi tanti di quei fatti nuovi che ormai molti osservatori ritengono che l’erede in questione non può più essere definito “designato”, bensì “disegnato”. La volontà dell’Avvocato potrebbe essere stata travisata o alterata, al punto che tutto ciò che è successo sia prima che successivamente alla sua morte, potrebbe apparire come un disegno, un progetto “a tavolino” (terminologia perfetta per ogni onestone piagnucolone interista che si rispetti), volto a consegnare lo scettro del comando e le chiavi del regno ad un preciso individuo piuttosto che ad un altro. Disegno, progetto, artificio, preparato forse, per tempo e con cura da terzi. 
I lettori un po’ più attempati ricorderanno sicuramente che in un certo momento storico precedente, i media prospettavano seriamente che l’erede avrebbe potuto essere Giovanni Alberto, detto Giovannino, figlio di Umberto Agnelli. In effetti avendo fatto bene alla PIAGGIO i giornali avanzarono questa prospettiva, anche memori del passato, perché lo stesso Gianni Agnelli, tanto tempo prima (alla fine degli anni 80), lo indicò pubblicamente come futuro erede alla guida del gruppo, definendolo “delfino” della dinastia. Dunque, tutto questo avvenne ancora prima di diventare Presidente della PIAGGIO e di entrare anche nel cda della FIAT (correva l’anno 1993). Ma erano tutte balle. Giovannino evidentemente era nato nel lato “sbagliato” della famiglia. Se fosse vissuto avrebbe sicuramente dato il suo contributo al destino del gruppo, magari anche rivestendo cariche di un certo prestigio, ma non sarebbe mai stato/diventato l’erede designato. Peccato. Sarebbe stato davvero un grande e volenteroso uomo di industria. Un innovatore. L'Italia intera ha perso una grande occasione. Le cose economiche del nostro intero paese probabilmente sarebbero state diverse. Ma forse nel gruppo c’era chi lavorava in altre direzioni. Fatte queste premesse, rimettiamo a posto le date e riorganizziamo insieme le tappe cronologiche dei fatti principali riguardanti l’erede ingiocabile Johnny B Good, che noi semplicemente abbiamo appreso dai media nel corso del tempo, e nelle ultime settimane. 
- 1985Alcuni mesi dopo la tragedia dell'Heysel, il Tuttosport pubblica un’intervista a Edoardo Agnelli, dove egli dichiarava la sua volontà di entrare in qualche modo nel direttivo della Juventus, eventualmente anche come presidente. In sostanza, voleva partecipare attivamente alla vita aziendale di una delle aziende più rinomate del gruppo. 
- 10 aprile 1996L’avvocato designa quale suo erede John Elkann. Conferisce infatti una quota del 25% in nuda proprietà del capitale della società “Dicembre ss”, che è la piccolissima capostipite di tutta la piramide di società sottostanti che fanno parte dell’impero finanziario e industriale torinese. La vera sala controllo di tutto l’impero.
- 22 maggio 1996La Juve vince la Coppa dei Campioni. Viene intervistato l’Avvocato Agnelli che esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dietro di lui una piccola folla di persone che lo accompagna. Al fondo di quella piccola folla c’è un giovanissimo John Elkann. Il giovane viene avvistato dalle tv anche in molte altre occasioni in compagnia di Gianni. Jaky in quel periodo cercava di frequentarlo il più possibile per mettersi in mostra e farsi conoscere. L’Avvocato infatti, come detto da lui stesso in una pubblica intervista, essendo sempre in giro per il globo per le ragioni più varie con impegni calendarizzati e non, non era un grande frequentatore abituale dei suoi nipoti.
- 17 luglio 1996L’Avvocato, prima di sottoporsi ad una delicata operazione chirurgica, nella “lettera di Monaco” riconferma la volontà di designare come suo erede John Elkann. Questa volta non più come erede semplice, bensì come successore in toto. Pare che sia stato Gabetti a convincerlo e ad aiutarlo a scrivere il documento.
- 13 dicembre 1997Per una rara forma di cancro all’intestino muore Giovanni Alberto Agnelli, figlio di Umberto Agnelli. Aveva comunicato al mondo della sua malattia in una conferenza stampa nella prima metà dello stesso anno. I giornali da diverso tempo lo indicavano come successore ufficiale alla guida dell’impero Fiat, anche per le competenze e le capacità professionali dimostrate nel suo lavoro alla Piaggio, per il suo ingresso nel cda della FIAT, e per la nomina in pectore dell’Avvocato circa una decina di anni prima (come già esposto nella premessa).
- 18 dicembre 1997John Elkann entra nel cda della FIAT.
- 15 gennaio 1998Il giornale “Il Manifesto” pubblica un’intervista di Edoardo Agnelli, che dichiara:
"Mio padre non voleva Jaky in consiglio Fiat, ma è stato costretto a farlo entrare..."
L’Avvocato risponde:
"La decisione è stata mia ed è stata presa immediatamente proprio per far sentire, anche simbolicamente, la continuità della vicinanza della famiglia nei confronti della Fiat e del management. Non c' è stata alcuna esitazione sulla scelta di John Elkann che, come ho già affermato, è giovane, ma ha già mostrato di possedere notevoli capacità e doti morali e gode di tutta la mia stima".
Questo battibecco a distanza figlio-padre, evidentemente nei giorni successivi ha provocato discussioni famigliari e riflessioni, tanto che pochi giorni dopo l’Avvocato scriverà di suo pugno un nuovo testamento, che rimarrà nascosto per più di 20 anni. 
- 20 gennaio 1998Nuovo testamento olografo di Gianni Agnelli ritrovato durante le diverse perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza tra febbraio e novembre 2024 nell’abitazione e negli uffici del presidente di Stellantis, nello studio legale di Franzo Grande Stevens, e nello studio del commercialista Gianluca Ferrero. Testamento a modifica di altre disposizioni precedenti, con il quale l’Avvocato lascia «a mio figlio Edoardo la mia partecipazione nella società semplice “Dicembre”, pari all’incirca al 25%». Ovvero, per decenni la “control room” di tutto il gruppo, che ha continuato ad evolversi ed ingrandirsi nel tempo, non solo nel settore automotive - IFI, IFIL (oggi EXOR), FIAT, LANCIA, ALFA ROMEO, IVECO, FCA, CHRYSLER, JEEP, ecc giù fino all’attuale STELLANTIS, la FERRARI e la JUVENTUS -. E Gianni lo scrive specificando: «Sono sicuro che gli altri miei congiunti, già proprietari ciascuno di una quota della stessa entità, accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione».
Per essere più precisi, secondo i media il documento sarebbe stato ritrovato nello studio legale Grande Stevens. 
- 20 aprile 1999L’Avvocato redige un altro testamento in relazione a tutti i suoi beni immobili in Italia, ove John Elkann non è contemplato. Lascia l’usufrutto a vita alla moglie Marella, e dispone proprietà e nude proprietà in relazione a Villa Frescot, alla residenza storica di Villar Perosa, all’attico nel centro di Roma, compresi arredi, mobili e le tante opere d’arte ivi contenute. Ad Edoardo specificamente lascia l’intera proprietà di Villa Sole, dove viveva. Questo generalmente viene considerato il testamento definitivo, il quale in teoria andrebbe ad integrare la lettera di Monaco del 17 luglio del 1996. Ma, dopo la scoperta del “nuovo” testamento del 20 gennaio 1998, la ricostruzione delle volontà del “de cuius” sembrerebbe essere molto diversa. La quota della società Dicembre assegnata a John Elkann nell’aprile del 1996 sembrerebbe essere l’unico vero lascito a lui destinato, insieme al suo ingresso nel cda della FIAT del 1997. 
- 14 novembre 2000Il giornale LaVerità il 16 ottobre 2025 ha diffuso sul proprio sito web dei documenti timbrati con data 14 novembre 2000, elaborati presso lo Studio Notarile Morone di Torino, (storico importante e stimato professionista di fiducia di Gianni Agnelli, Franzo Grande Stevens, e non solo) che sarebbero le bozze con cui l’Avvocato Agnelli stava preparando in modo più ufficiale la destinazione del 25% della Dicembre per Edoardo. Essendo delle bozze non hanno nessuna firma in calce di nessuno degli interessati, e non hanno nessun valore. Tutto ciò però dimostra che probabilmente c’era effettivamente la volontà dell’Avvocato di blindare le sue volontà, certificando davanti ad un pubblico ufficiale quanto aveva espresso nel documento olografo del 20 gennaio 1998, ritrovato solo nel 2024 grazie alla Guardia di Finanza. A breve dunque presso lo studio notarile si sarebbe finalmente dovuto formalizzare il tutto con le firme. Piccola nota a margine: il notaio Ettore Morone è andato in pensione a novembre 2023 ed è morto il 26 febbraio 2024 a 75 anni. 
- 15 novembre 2000Muore a 46 anni Edoardo Agnelli, figlio primogenito dell’Avvocato. Ufficialmente si è trattato di un suicidio, ma molte teorie, (fantasiose e non), propendono per un altro tipo di causa della morte.
Comunque, quello che è certo è che Edoardo non era contento delle scelte ereditarie di suo padre Gianni, lo aveva fatto capire pubblicamente in più occasioni. Era anche in ottimi rapporti con suo cugino Giovanni Alberto morto tre anni prima, ed era un dolce, sincero e disinteressato grande tifoso della Juventus.
Oggi possiamo ragionevolmente presupporre, anche grazie a testimonianze e dichiarazioni di persone vicine alla famiglia, e visto che nel breve tutti i componenti stessi avrebbero dovuto recarsi dal notaio con i propri storici consulenti, che Edoardo fosse a conoscenza delle nuove disposizioni che lo riguardavano. Resta da capire se queste nuove disposizioni, per lui teoricamente positive, possano avere avuto un ruolo, magari anche solo a livello di stress psicologico, nella sua morte. Vi sono però anche ricostruzioni che vanno in direzione diametralmente opposta, in quanto secondo alcuni suoi amici Edoardo non ne sapeva nulla, e addirittura avrebbe avuto molte preoccupazioni proprio in quel periodo per il suo futuro economico, e per una pressante richiesta da parte di alti dirigenti del gruppo che volevano che lui rinunciasse a prescindere a qualunque futura pretesa sulla Dicembre. Possiamo quindi anche comprendere tutti coloro che leggono con sospetto la cronologia dei fatti, la puntualità e le tempistiche troppo precise di alcuni elementi un po’ troppo provvidenziali nella determinazione della direzione che poi hanno preso gli eventi, e che quindi nutrono dei sospetti o dei dubbi sulla versione ufficiale delle cause della morte. Ricordiamo che dopo la tragica scomparsa di suo figlio, l’Avvocato non ha redatto altri testamenti nonostante ne avesse la possibilità. Essendo morto nel gennaio 2003, aveva avuto ben due anni di tempo per farlo. Con nuove modifiche avrebbe potuto, viste le tristi circostanze e le nuove improvvise necessità, magari anche “obtorto collo”, designare definitivamente John Elkann quale erede futuro gestore del gruppo, ma non lo ha fatto.      
Da tutto ciò ne deduciamo quindi che, se un giudice riconoscesse come valido il documento spuntato fuori solo nel 2024, la quota della Dicembre che era destinata ad Edoardo sarebbe andata alla sorella Margherita e alla madre Marella. Ergo, Johnny B Good sarebbe stato solo uno dei tanti eredi. Dunque dal punto di vista strettamente intellettuale è spontaneo chiedersi, tanto per giocare un po’ con la mente, se qualcuno non lo avesse “disegnato” nel libro del destino. E non si può sapere a quel punto, senza la eventuale e non dimostrata "matita" altrui, cosa sarebbe potuto succedere. Anche la transazione ottenuta con l’accordo del 2004 tra Margherita e i figli, riguardo la sola eredità dell’Avvocato, a questo punto farebbe acqua da tutte le parti. L’accordo ai tempi sarebbe stato raggiunto senza conoscere tutti gli atti. Un bel disastro. Anche l'Avvocato, da questo pasticcio epocale, ne esce davvero a pezzi.
A noi piccoli tifosi Juventini tutti questi dati, queste informazioni e queste vicende, nuove e vecchie, ovviamente interessano più per motivi sportivi che per altro. Ma c’è un certo senso civico che da tutto ciò viene sfregiato e offeso, anche per via del destino triste di alcuni dei protagonisti; e poi c’è la preoccupazione per il club che fino ad oggi è stato cosparso di letame più che a sufficienza e il cui destino sembra tuttora grigio. La Juventus di riflesso, indirettamente prima e direttamente poi, ha bevuto suo malgrado questi intrugli tossici e maleodoranti e ha pagato un prezzo altissimo, come mai nessun altro club sportivo, in qualunque sport, nella storia del nostro universo.
Così alle persone più attente e sensibili non possono che rimanere domande senza risposta, da porsi ogni giorno dopo le orazioni della sera e prima di infilarsi sotto le coperte. Buttiamone sul tavolo alcune.  
- Perché Edoardo è morto? Perché si è suicidato? Cosa gli passava per la testa e cosa sentiva nel cuore? Sapeva o non sapeva di essere diventato erede agli occhi di suo padre? 
- Siamo sicuri che si è suicidato? Visti i fatti accertati, vista la cronologia degli stessi, e il precisissimo odore di “abbruciaticcio”, non sarà il caso di riaprire l’inchiesta sulla sua morte? 
- Alla morte di Edoardo, se il “nuovo” testamento di Gianni fosse stato rispettato, Margherita e Marella come avrebbero gestito quella quota ereditata del 25%  nella società semplice “Dicembre”? 
- Se Edoardo invece fosse vissuto, come avrebbe gestito la sua quota? 
- In tutte queste ipotesi differenti, soprattutto nel caso in cui lo scettro non fosse stato in mano a John Elkann, quale sarebbe stato il destino del gruppo? 
- Quale sarebbe stato il destino della Juventus se le faccende ereditarie fossero andate diversamente? Sarebbe mai nata Calciopoli?  
- Cosa sarebbero oggi la Juventus e il calcio italiano? 
- Noi saremmo qui a scrivere cercando di uccidere il destino buio e infame, o saremmo nelle piazze a festeggiare trofei a pioggia?      
E si potrebbe continuare per ore. Nell’attesa che i magistrati risolvano questo groviglio di nodi ereditari, non ci resta che arrenderci all’evidenza che tanto tempo fa il destino ha mescolato le carte, e qualcuno seduto al tavolo ha giocato le sue in modo vergognoso. A noi non resta che continuare a giocare. Ma a quanto pare inaspettatamente la partita ancora non è finita.
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