Quanto ad Allegri (che è pur sempre campione d’Italia), sta cercando di fare il meglio che può, tra scelte giuste e chiari errori (certe formazioni di inizio campionato non le ha capite neanche lui, tipo Coman titolare e Padoin regista, e lasciar fuori Rugani è assurdo). Ma rimane fra i migliori tecnici italiani; la sua sfortuna è che noi lo paragoniamo a Mister Antonio che merita un posto fra i grandissimi della nostra storia, portando la 7a a 3 scudetti arrembanti e umilianti (per gli altri).

Marotta non è un genio ma nemmeno un mediocre; ha sbagliato qualche volta, come capita a tutti, ma ha anche centrato alcuni acquisti sorprendentemente positivi (Pirlo in primis), prendendo ad esempio Pogo quando non lo conoscevano nemmeno i francesi, e dopo 2 anni vale 100 milioni. Però, a proposito del Polpo: è preoccupante il suo scadimento di concretezza; e così per ogni bella giocata utile ne fa 3 inutili. Abbiamo un plotone di centrocampisti, ma 4-5 sono sempre infortunati, roba da record.

La campagna-acquisti è stata tecnicamente più che degna, anche se molto costosa: un gran colpo (adesso tutti si accorgono di Dybala) e almeno 3-4 discreti affari: Alessandro (chiamiamolo così) dopo lo smarrimento iniziale è diventato un assist-man; Manzo non sarà Trezeguet ma nemmeno Pacione; Cuadrado se gestito bene può essere decisivo, Khedira buono. Ci sono molti nuovi e devono migliorare l’intesa, però manca un vero regista, questa è la pecca attuale; Marchisio si applica, ma non è adatto.

Mastro Pirlo, che non finiremo di ringraziare, era a fine carriera, non più competitivo per i massimi livelli; e lo aveva capito anche lui, andandosene prima che la quantità dei suoi palloni persi in mezzo al campo superasse quella dei passaggi azzeccati. Tevez, stagionato, da Febbraio stava pensando solo al ritorno in Argentina, e infatti la sua media-gol si era drasticamente abbassata e nella finale di Champions si è nascosto. La grande perdita è Vidal, ancora integro e non sostituito a dovere

La mancanza di idee, di strutture e di mentalità adatta sono da decenni grossi pesi per il calcio italiano; ma attualmente i nostri clubs migliori (lasciamo da parte la nostra Signora) sono tecnicamente abbastanza competitivi con quelli esteri, a livelli non altissimi ma medio-alti (e infatti stanno andando bene in EL). La combattività della serie A non ce l’ha nessuno; il problema sono i troppi stranieri che costringono la Nazionale a giocare con molti elementi che non hanno vinto un fico secco