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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#57039 Italianiiii!
scritto il 02/10/2008 22:00:13 da MARTY MCFLY
Gentile Hermione, non me ne volere...né tu, né tutti gli altri, tantomeno il moderatore, che non può certo passare il tempo a fare correzioni ortografiche. Certo, a volte si scrive in fretta, e può capitare, ma "diatriba" è "diatriba" in ogni caso. Per carità, lo so che non è certo questo luogo da difesa della lingua italiana, ma se ne leggono fin troppi di strafalcioni, ragazzi! Lo so, i concetti non cambiano mica per questo, e ci mancherebbe! Ma - per favore - BASTA con gli "ha" senza l'h!!!!
 
#57038 ancora infortunii
scritto il 02/10/2008 21:16:38 da CLAUDIO
Juventus, difesa da inventare: anche Chiellini ko. Dopo Legrottaglie si ferma pure l'altro centrale titolare: domenica contro il Palermo probabile coppia Knezevic-Mellberg. Il toscano si è infatti fermato durante l’allenamento mattutino di giovedì: dopo una ventina di minuti l’ex-viola ha accusato un dolore al ginocchio destro e ha dovuto interrompere la seduta.
 
#57037 brillante
scritto il 02/10/2008 21:15:11 da JUVEBLUES
brillante, mi sembri Sgarbi. Rilassati.
 
#57036 L'articolo di Ostellino sul Corriere
scritto il 02/10/2008 20:21:41 da ALEXAMO J100003 COSENZA
Il caso la Suggestione al Posto dei Fatti Telecom e giustizia N elle Considerazioni sulla formazione originaria delle lingue --- che ci sono pervenute solo grazie agli appunti dei suoi studenti --- Adam Smith distingueva già nel Settecento tre tecniche diverse di comunicazione. I «discorsi narrativi», che esigono obbiettività; le «argomentazioni didattiche», che spiegano causa e effetto; le «esposizioni oratorie», che vogliono suscitare emozioni. Queste ultime sono la tecnica di comunicazione giornalistica tanto diffusa, da noi, da essere diventata oggetto di giurisprudenza. CONTINUA A PAGINA 44 SEGUE DALLA PRIMA I fatti. Il primo agosto 2005, in una dichiarazione al Corriere della Sera --- che si limita a riprenderla letteralmente --- il senatore Luigi Grillo dice: «Ho appreso dalla stampa che esiste a Milano un centro che si avvale di un'apparecchiatura per le intercettazioni messa a punto da Telecom Italia». Il presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, querela il senatore in quanto --- pur attribuendo alla stampa la fonte della notizia --- «reitera l'informazione difforme al vero, approfondendone il contenuto lesivo». Ma il Procuratore della Repubblica, Fabio Napoleone, chiede al giudice per le indagini preliminari di «disporre l'archiviazione del procedimento», perché: «La notizia dell'esistenza di una centrale, interna a Telecom Italia, dedita a intercettare illegalmente numerosissime persone particolarmente impegnate nei settori politici, finanziari e sociali, pur non sorretta da accertamenti giudiziari, risulta essere stata diffusa dai media in modo così capillare e reiterato da generare in tutta l'opinione pubblica il convincimento della sua veridicità al punto da coinvolgere in simile suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni». A scanso di maliziose interpretazioni, premetto che Marco Tronchetti Provera è uno degli editori del Corriere della Sera e anche un mio amico. Aggiungo, inoltre, che la mia regola professionale è di attenermi sempre, in queste circostanze --- ne siano o meno coinvolte persone di mia conoscenza --- al proverbio inglese secondo il quale «i gentiluomini parlano di princìpi; la servitù delle persone». Questo, dunque, è un commento sui «princìpi», non sulle «persone». A me pare che la motivazione del Procuratore della Repubblica possa provocare molte conseguenze, non tanto perché assolve il senatore Grillo --- il quale, probabilmente, aveva parlato in buona fede --- quanto perché crea un precedente. Essa, infatti, non può che registrare il principio che --- se la diffondono tutti --- non è il fatto che crea la notizia, ma è la notizia che crea il fatto, anche se il fatto di cui si parla non è vero. Qualcosa del genere era già accaduto ai tempi del processo e della relativa condanna della Juventus. Chi lo aveva promosso aveva detto testualmente che «la sentenza rispondeva a un diffuso sentimento popolare». Come dire che i processi, da noi, non si fanno nelle aule di tribunale, ma sui giornali e al Bar Sport. Sull'argomento, garantisti e giustizialisti, innocentisti e colpevolisti «a prescindere», si sono divisi. Personalmente, più che un problema di civiltà del diritto, a me pare sia una questione di civiltà tout court , e riguardi un certo modo di fare questo nostro mestiere. Ciò che Adam Smith chiama «esposizioni oratorie» per suscitare emozioni o, peggio, aggiungo io, per scandalismo. Insomma, un giornalismo che rischia di non essere più giornalismo, ma di diventare killeraggio. E se, allora, noi tutti, giornalisti, cronisti, redattori giudiziari, direttori, editori, ci dessimo una regolata e ci ricordassimo almeno la norma, non dico deontologica, ma di marketing che un consumatore lo puoi fregare una volta, ma non puoi fregare tutti i consumatori tutte le volte? In definitiva, che si vendono più copie raccontando come stanno le cose piuttosto che balle? postellino@corriere.it
 
#57035 Rilassiamoci
scritto il 02/10/2008 19:53:18 da PICENUS
Chi x il dopo Ranieri? Voto Trombetta, è uno che dà la carica: ta,taratà,ta,ta,ta,taaaa.. Rido x non piangere. Non so se qln si occupa di certe statistiche, ma a me sembra che gli infortuni (muscolari in particolare),alla Juve siano + numerosi e frequenti che in tutte le altre squadre. Out anche Legrot e Chiello. Ma lo staff medico che fa? siamo scarsi anche lì?
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