Le vere responsabilità di Carraro e le amnesie di Giraudo
di LUCIANO MOGGI
Il 24 aprile scorso Cobolli Gigli aveva tuonato in pubblico contro il nuovo deferimento in sede sportiva deciso dal procuratore Palazzi contro la Juve. "Abbiamo già pagato un prezzo salato. Se sarà necessario, ci difenderemo nelle sedi opportune". A quanto pare il momento è arrivato ma non nel modo giusto. La notizia è che la Juve ha deciso di chiedere il patteggiamento per chiudere il caso. In sostanza, i bianconeri, si apprestano a incassare quest'altra ingiustizia dopo aver subìto l'umiliazione della Serie B per aver rinunciato alla difesa. Nessuno può essere condannato due volte per la stessa accusa. Questo principio sembrava apparisse chiaro a Cobolli che, invece, ora lo sovverte. Dopo aver fatto il viso truce, il patron torna sui suoi passi, fa un bell'esercizio di incoerenza, dimenticando il richiamo ai 29 scudetti vinti sacrosantamente sul campo. Di cosa ha paura la Juve per proporre un patteggiamento a questa iniziativa forzata e del tutto inconsistente?
L'inerzia di Palazzi
Allo stesso modo non credo ci sia qualcuno in grado di spiegare l'inescusabile inerzia di Palazzi, incapace di arrivare a deferire uomini, evidentemente "molto speciali", le cui responsabilità legate alla vecchia Telecom sono precise e provate: anche se si è tentato di seppellire le vere responsabilità di Carraro e dei suoi amici in un calcio che non si accontentavano di governare ma che volevano e vogliono dominare completamente (vedi Guido Rossi «il calcio non vuol cambiare, chi comandava vuol continuare a comandare...»). Dubito che qualcuno possa essersi convinto della tesi difensiva dell'ex presidente della Federcalcio, che ha definito "istituzionali" (proprio così!) le telefonate da lui fatte a uno dei designatori arbitrali dell'epoca. Nelle stesse dava precisi input per come dovevano essere condotti gli arbitraggi. Siccome all'epoca non era proibito parlare con i designatori, i medesimi ascoltavano tutti e poi facevano di testa loro senza tener conto delle lagnanze della massa. Persino gli input di Carraro venivano trascurati! E ancora: durante le olimpiadi in terra greca (2004) lo stesso Carraro ebbe uno scazzo tremendo in tribuna vip, ad Atene, con Bergamo. Quest'ultimo svolgeva le mansioni di designatore Fifa. Motivo del bisticcio: l'arbitro Argentino Elisondo, quello della finale di Berlino Italia-Francia, aveva ingiustamente ammonito un nostro giocatore (Sculli). Carraro prese a male parole Bergamo, proprio perché al medesimo aveva detto di intervenire perché nessun italiano fosse ammonito. Questo era il nostro capo del calcio, queste le iniziative che lo stesso ha definito "istituziona li" davanti alla magistratura ordinaria (ma chi ci può credere)? La questione è talmente chiara che sfido Ruggiero Palombo, noto amico di Carraro, a prendere le difese dell'ex presidente della Federcalcio. Qualche giorno fa ha dato la sua intemerata sul disegno di legge del governo sulle intercettazioni, mostrandosi preoccupato per gli effetti che può avere sullo sport. Ma, di grazia, può Palombo dirci come considera le telefonate "dispositive" di Carraro al designatore degli arbitri? Non erano quelli gli interventi che "taroccavano" il campionato? Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano Corioni e Gazzoni, patron che retrocessero con i rispettivi club.
Il "ritiro" di Giraudo
Invece di fingersi preoccupato per il futuro, "Palazzo di vetro" abbia il coraggio di ammettere che i reggitori del sistema erano altri (che ci sono ancora) e non il sottoscritto e Giraudo. Proprio Giraudo nella sua prima memoria scrisse che nessuno aveva fatto niente di illecito. Il medesimo ha depositato qualche giorno fa una seconda memoria, prendendo spunto dal nuovo deferimento del procuratore Palazzi (nel quale lui non figura), per dire che lui si interessava di altre cose. Ponzio Pilato era un dilettante al suo cospetto. Siccome pugni in faccia ne ho presi già troppi per difendere me stesso, il dr Giraudo e la Juve, mi preme precisare che lo stesso Giraudo, in qualità di amministratore delegato si interessava, "sapeva" e "parteci pava" a tutto ciò che riguardava la Società finanche alla spartizione della carta igienica. Torni, quindi, dal suo "ritiro" e cominci, anche lui, a difendere se stesso, me e la Juventus, anche se non so da che cosa.
Fonte: Libero 17/06/2008
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