L’intervista di Gigi Moncalvo, che si può leggere su ju29ro, fissa alcuni punti fermi nelle intricate vicende di casa Agnelli in questi ultimi anni.
1) E’ palpabile il sentimento di gelosia di Jhon nei confronti del cugino Andrea che, con l’aiuto dei due volponi (detto in senso positivo) Moggi e Giraudo, avrebbe raggiunto traguardi molto importanti quali la presidenza della Juventus e della stessa Ifil, sull’onda dei successi della Juve e della grande popolarità che ne sarebbe derivata..
2) Il quadro che si stava delineando contrastava con i piani di Grande Stevens, Gabetti e LCdM. Grande Stevens, in particolare, aveva il compito di eseguire il mandato avuto dall’Avvocato, praticamente sul letto di morte, di assecondare senza remore la carriera del ‘delfino’ John designato a reggere le sorti dell’impero degli Agnelli. Stevens agisce sulla base della Lettera di Monaco del 1997 scritta da Gianni Agnelli che dava istruzioni precise sul percorso da seguire (il 25% delle quote azionarie della DSS, società cassaforte degli Agnelli, va a John che diventa formalmente il presidente in pectore di Ifil e di tutto il conglomerato, Juve compresa). Poi le cose precipitano. Per rispettare le volontà dell’Avvocato bisognava fermare in tempo la scalata del cugino Andrea ai vertici societari, ben guidato, com’era, dai due super esperti in cose calcistiche, Moggi e Giraudo.
3) Qui si innesta la trama ordita da chi sappiamo (la Telecom usata come strumento formidabile per intercettare la società Juventus, con tutto quel che ne consegue). Grande Stevens, Gabetti e LCdM colgono l’occasione, lasciano che le cose facciano il loro corso, approntano una difesa di facciata (vedi Zaccone) e finisce come sappiamo. Juve in B con penalizzazione, due scudetti revocati, Moggi e Giraudo al capolinea. Andrea con le ali tarpate. Eterogenesi dei fini. Proviamo a fare un po’ di storia cosiddetta controfattuale (le cose sarebbero andate diversamente se l’Avvocato avesse potuto immaginare che si profilava all’orizzonte la distruzione della sua amatissima creatura? Se fosse vissuto abbastanza per affrontare e risolvere l’angoscioso dilemma ‘John o la Juve?’ che avrebbe fatto?). Si può concludere, amaramente, che Grande Stevens e Gabetti (tralascio LCdM che è un caso a parte, a mio avviso) non hanno fatto altro che eseguire il mandato loro affidato dall’Avvocato. Non hanno avuto dubbi: per assecondare la carriera di Jhon sono passati cinicamente sopra il corpo inerme della Juve. Potevano agire diversamente?
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