Gent.mo signor Mughini,
questa povera italietta così mal ridotta e pallonara è figlia di inciuci e salamelecchi, levantine risorse di un mondo trasformato e ridotto all'osso. Carissimo Mughini, noi figli di una tifoseria che ascolta ma non parla, figli di una ideologia capitalista nel senso del pallone miliardario, non contiamo niente, solamente numeri per riempire gli stadi, numeri per occhiare gli schermi e validi solo quando dobbiamo abbonarci a qualche satellite.
La storia della Juventus non è lì a dimostrare tutto quello che per anni i demoni-cristiani hanno lasciato in eredità ai figli dei petrolieri che prima hanno cementizzato e avvilito i mari d'Italia e poi hanno voluto lasciarci brucare senza nulla pretendere come disse Peppino a Totò nel finale della lettera così celebrata.
L'inganno perpretato ai danni della nostra amata ha una tale gravità da invadere campi meno verdi e con più ampi spazi di quelli calcistici.
Mi riferisco alla nostra dignità che è stata volutamente denigrata da fantocci e giullari di palazzo che immancabilmente saltano fuori ad uso e consumo dei potenti. Non fa nulla, diremo. Noi siamo salvi, non abbiamo rimorsi perchè non abbiamo commesso il fatto, ma il popolo becero e dal sorriso gengivante sputa sempre in faccia al fratello così che si dimentica tutto, anche il proprio passato e niente potrà ridare valore ai nostri rapporti. Qualche cosa si è rotto e le ultime votazioni lo hanno dimostrato....
La nostra dignità è salva e non è una pia illusione esasperata con abiti bianchi e parole con la "erre" moscia che niente hanno a che vedere con un popolo strapazzato e avvilito che chiede ancora giustizia. Avvilito, perchè sa che non l'avrà mai, e la storia del calcio non la racconteremo ai nostri figli, perchè non saremo mai creduti, perchè la nostra ribellione avrà giustizia solamente là dove il rotolare di una sfera di cuoio interpreta i nostri destini.
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