Roma, 6 dicembre 2007 - Il fisco parte all'attacco del mondo del calcio. L'intero sistema, considerato dalla serie A a quelle minori, ha ancora sulle spalle 754,4 milioni di euro di ''cartelle fiscali'' da versare all'erario, nonostante le rate gia' versate.
Ma nasce un vistoso fenomeno: lo scaricabarile fiscale. Le nuove societa' prendono il posto delle vecchie alle quali rimangono le tasse da pagare. A fare i conti in tasca al mondo del calcio e' il ministero dell'Economia che - su sollecitazione del presidente della Commissione Finanze del Senato, Giorgio Benvenuto - ha calcolato quando devono ancora le societa' calcistiche in base alle cartelle fiscali staccate negli ultimi anni.
A dover di piu' sono club maggiori, che animano la massima divisione, anche se le nuove glorie sono oramai fiscalmente ripulite. Cosi', fatti i conti, la Serie A deve ''solo'' 165,9 milioni di euro perche' 210,2 milioni di debiti tributari sono rimasti nei cassetti delle gloriose societa' del passato ora trasformate in scatole vuote, in pratica rimaste in vita solo per pagare le tasse arretrate al fisco.
Il ministero dell'Economia tira le orecchie al mondo del calcio. ''L'Agenzia delle Entrate - e' scritto nella risposta che il dicastero ha inviato alla interrogazione del senatore - per quanto attiene la tempestivita' e le correttezza dei versamenti delle imposte dovute ha fatto presente che le societa' di calcio sono state oggetto di controllo per gli anni 2001-2005. L'attivita' ha evidenziato significative violazioni agli obblighi di versamento, con conseguente attivita' di recupero da parte degli uffici dell'Agenzia con iscrizioni a ruolo (l'invio di cartelle, ndr.)''.
L'elenco del fisco e' lungo. Conta 193 societa' suddivise per regioni. Ci sono gli importi dovuti e le rate gia' versate.
E quindi il conto ancora da saldare, appunto i 754,4 milioni di euro. Il fenomeno dello scaricabarile e' evidente. La nuova A.C.F Fiorentina spa non deve nulla al fisco, la vecchia A.C Fiorentina Spa ha un debito di 43,3 milioni. Il Torino Fc ha con il fisco i conti in pari mentre il glorioso Torino Calcio spa deve 38,4 milioni di euro. Lo stesso vale per il Parma: nulla deve la nuova squadra, 81,1 milioni la vecchia.
L'elenco mette in risalto che a dovere di piu' e' la Lazio - ha sul groppone ancora 129,1 milioni di tasse da pagare - ma la squadra e' tra quelle quotate per le quali il ministero dell'Economia parla ora di grande trasparenza. Per la Roma, la Lazio e la Juventus la quotazione sul mercato azionario ha introdotto l'obbligo di ''redigere i propri conti consolidati e i bilanci individuali in conformita' ai principi contabili internazionali (''International Financial Reporting Standards'').
E cosi' - rileva il ministero - ''la qualita' dell'informazione finanziaria fornita' e' stata ulteriormente migliorata'' anche se questo per i club ha rappresentato uno svantaggio. ''Le nuove disposizioni Ifrs - spiega il Tesoro - non hanno piu' consentito a tali societa' di adottare quelle opzioni agevolative che la normativa nazionale e di settore aveva in precedenza concesso alle societa' calcistiche''.
A dover onorare cartelle con il fisco sono comunque moltissime societa', da importi milionari a gabelle di pochi euro.
Scorrendo la serie A devono: 3,1 milioni la Reggina; 47,4 milioni il Calcio Napoli; 81 milioni il vecchio Parma; 367 euro l'Udinese Calcio; 11,7 milioni la Roma; 129,1 milioni la SS Lazio; 6,9 milioni il Genoa; 2,7 milioni l'Atalanta; 1,5 milioni l'Inter; 2.305 euro la Juventus; 38,4 milioni il vecchio Torino; 284 euro il Lecce; 8.741 euro il Cagliari; 1,5 milioni il Palermo; 7,9 milioni il Catania; 43,3 milioni la vecchia Fiorentina, 16.061 euro il Livorno; 1,2 milioni il Siena. Nulla devono invece il Milan, l'Empoli e la Sampdoria. |