I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
#18347 L'Arezzo, Platini e l'Internazionale
scritto il 16/02/2007 09:54:01daROYVP1
Cari Amici, nessuno ha scritto a Platini segnalandogli il ricorso dell'Arezzo al TAR del Lazio e chiedendogli quella squalifica immediata di tutte le squadre italiane partecipanti alle competizioni UEFA, di cui parlavano la scorsa estate quelle canaglie interiste di Guido Rossi e Badoglio per evitare il nostro ricorso al TAR?
#18346 leggete
scritto il 16/02/2007 09:38:15daPAOLA
Il provvedimento
in commissione:
tutti contro
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Per niente facile. Così avrà pensato Marco Minniti, il viceministro diessino dell’Interno, l’altra sera, nel chiuso di una saletta del Senato, quando è cominciata la discussione sul decreto Amato contro la violenza negli stadi e dai senatori sono arrivate soltanto critiche. E che critiche. Sì, non sarà per niente facile il cammino del decreto che vuole instaurare il pugno di ferro nel mondo del calcio. Ma al ministero in fondo se l’aspettavano. Il ministro Amato sono giorni che dice: «Modifiche e miglioramenti, sì. Ma nessun svuotamento. Sarebbe un danno grave».
D’altra parte che devono pensare quando uno dei più severi è il diessino Guido Calvi? Assicura il consenso alla conversione in legge del decreto, ci mancherebbe, ma intanto ne denuncia «il carattere un poco declamatorio quando sarebbe ben più efficace applicare le norme già vigenti». Bella botta. Anzi, doppia botta, perché Calvi non solo ritiene che sia sbagliato innalzare le pene, ma invita Minniti a far meglio il suo mestiere e a prendersela con il questore e il prefetto di Catania. «Hanno dimostrato una inefficienza censurabile». E se proprio si deve colpire qualcuno, dice Calvi, si vadano a guardare i bilanci delle società calcistiche «costantemente contraffatti e le autorità non esercitano alcun controllo».
Segue l’intervento di Gerardo D’Ambrosio, ex procuratore capo di Milano: «Mi associo alle osservazioni del senatore Calvi. Il vero problema dei fenomeni di violenza non risiede certo nell’assenza di norme, ma nell’incapacità del sistema di garantire l’effettività della sanzione penale». Pausa. «Inducendo così negli autori di tali comportamenti un senso di sostanziale impunità».
Che in Parlamento il decreto rischiasse una brutta fine, si era capito fin dal primo momento. Troppi quelli che alzano gli occhi al cielo, che spolverano il garantismo, che si sentono in difficoltà con le città di appartenenza, con le tifoserie, con le società calcistiche. Il fatto è che le misure introdotte dal governo sono impopolari e nel Palazzo hanno termometri sensibilissimi agli umori della gente. Ora che l’emozione per la morte dell’ispettore Raciti è già passata, poi... Capita così che il senatore Carlo Vizzini, di Forza Italia, tifosissimo del suo Palermo tanto da tenere un filo diretto «rosanero» sul suo blog, esordisce con il classico «le misure di emergenza dovrebbero essere accompagnate da un intervento più ampio». Già, ben altri sono i problemi. La cosa grave, secondo Vizzini, è che tenere chiuse le porte degli stadi «potrebbe trasformare il gioco del calcio in uno spettacolo solo televisivo e virtuale». Si potrebbe associare anche il senatore Fernando Rossi, dei Comunisti italiani, normalmente sulla sponda opposta: «Un clima più sereno può essere realizzato solo con il concorso responsabile del pubblico sportivo». E quindi Rossi propone di convocare in Parlamento gli ultras. Così, giusto per sentire come la pensano i diretti interessati. Il senatore dilibertiano, comunque, ha già messo le mani avanti: è «preoccupato» per l’estensione del periodo di tempo in cui è ammesso l’arresto in flagranza di reato. Anche il senatore Giuseppe Saro, del gruppo Misto, chissà, forse perché udinese, si spertica in un elogio dello stadio di Udine dove le «iniziative assunte hanno consentito di rimuovere le recinzioni interne allo stadio» e addirittura ritiene incostituzionale il decreto. E Maurizio Eufemi, Udc, non capisce perché le porte chiuse degli stadi debbano colpire solo la serie A, già annunciando le sue «perplessità» su diversi altri aspetti del decreto.
L’esame nelle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali è appena iniziato. Nulla è deciso. Ma certo, dopo tanto lavoro demolitorio, difficile pensare che il decreto uscirà come ne è entrato. Il senatore Nitto Palma, di Forza Italia, ad esempio, s’è preparato una gragnuola di osservazioni. Non gli piace un «atteggiamento generale di sfiducia nei confronti delle società calcistiche». Sottolinea che c’è una «contraddizione» tra il divieto di vendita di biglietti ai tifosi ospiti con altre disposizioni del decreto e comunque quei divieti «sarebbero inefficaci».
#18345 ULTRAS
scritto il 16/02/2007 08:48:36daMARCO NINOTTI
...agli elkann non interessa chi ci sia a ritirare i biglietti che entreranno poi nel circuito del bagarinaggio, agli elkann, come già detto, interessa che non ci siano contestazioni e in curva non viene esposto striscione, non parte coro, senza la supervisione e il benestare di chi comanda. Nomi non se ne fanno perché, a parte le foto che ritraggono i signori di cui sopra, ben conosciuti dalla polizia, affianco a lapo, retati non ce ne sono.
#18344 ULTRAS
scritto il 16/02/2007 08:41:42daMARCO NINOTTI
Il rapporto società ultras non è così lineare, nel senso che esistono contatti a vari livelli. Sicuramente gli elkann non assoldano chi picchia per tenere buona la curva. Ma si sa che gli unici che possono creare problemi sono i gruppi organizzati, i cui capi spesso hanno unito l'utile al dilettevole, quindi far si che in curva non succeda nulla e non ci siano contestazioni è interesse sia della società, che elargisce biglietti ai capi, sia hai capi che possono fare business...continua
#18342 io cont.che sia utile o no
scritto il 16/02/2007 08:18:13daPAOLA
Onorevole Melandri,
se il suo vero obiettivo è cambiare la cultura sportiva di noi Italiani, dovrebbe in primo luogo cambiare l’idea della sua rappresentazione dello sport. Mi spiego: se per essere sportivi “onesti”, basta arrabattarsi la simpatia di un qualsiasi politico di turno, allora significa che ci saranno sempre più corruttori e sempre meno ”veri onesti” e chi continuerà a pagare dazio per questo tipo di ragionamento saranno sempre i “tifosi comuni” che vanno allo stadio semplicemente per divertirsi.
Avete affermato che con il nuovo decreto sarebbe cambiato tutto, quello che ne uscito non è poi l’idea di un cambiamento: i tifosi a Roma fischiano contro le forze dell’ordine, Milano aperta al campionato ed alle coppe ed in notturna…siamo ripartiti con le deroghe ancora prima di firmare il decreto!!!
Forse questo significa onorare la memoria di Filippo Raciti?
No, significa semplicemente adeguarsi alla tendenza che da maggio purtroppo avete deciso di adottare.. Non è che la vera cupola è quella di questo Governo incapace di affrontare ogni problema che si presenta con la dovuta onestà ed integrità morale?
Paola
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