16 giugno 2009, sostituzione per l'accusa: esce il pm Beatrice ed entra il pm Stefano Capuano.
Gli spettatori più sarcastici del processo calciopoli insinuano che Beatrice visto l'andazzo del dibattito abbia preferito lasciare il collega Narducci alle sue elucubrazioni accusatorie. In realtà Beatrice lascia solo perché è stato promosso ad altro incarico. Chissà se col tempo si dispiacerà di non poter condividere col collega fumatore gli esiti del processo a Moggi.
Subentra Capuano quindi, ma non consideratelo una scelta di ripiego, il nostro ci ha offerto momenti forse più squisiti rispetto al collega che ha sostituito. In verità non ha ricevuto dai media la stessa attenzione del collega “Peppeniello”, ma seguendo il processo abbiamo potuto apprezzarne il modus operandi.
Pur entrato a dibattito in corso non ha mai dato l'impressione di uno che tra sé e sé si chiedesse “ma dove sono capitato?”. Su questo è parso da subito in sintonia con il collega.
A tal punto in sintonia che ha mostrato presto di aver capito la strada da seguire: “tutto quello che è contro Moggi e gli imputati ci interessa, tutto quello che è a loro favore non può essere attenzionato”. Il tutto con buona pace dell'avvocato Prioreschi che non ha mancato di ricordare più volte che il pm dovrebbe acquisire anche gli elementi e le prove favorevoli agli imputati.
Così ad esempio è accaduto nell'udienza del 30 ottobre 2009, quando a seguito della denuncia da parte dei legali di Pairetto di (presunte) illecite pressioni fatte dal legale della parte civile Brescia Calcio, che invitava l'ex designatore torinese ad avere un atteggiamento più collaborativo con i giudici, il pm Capuano, al Presidente che gli chiedeva se intendeva acquisire l'atto di denuncia, così rispondeva: «Io non ritengo di richiedere personalmente gli atti alla Procura, non ravvisandosi dalla esposizione del difensore di Pairetto ipotesi di penale rilevanza. Anche perché peraltro mi sembra vi sono ipotesi di carattere disciplinare più che altro. Per cui nulla si interloquisce su quello».
Al di là della censura che già esprimemmo circa la doverosità dell'azione penale da parte dei pm, è “curioso” che Capuano e Narducci non ritennero rilevante una possibile attività svolta in frode al processo. Attività illecita ipoteticamente posta in essere da terzi (una delle parti civili) e guarda caso proprio per corroborare l'impianto accusatorio dei pm. C'era pur sempre una possibile reato contro l'amministrazione della giustizia da verificare.
Le note più folkloristiche di sé però il pm Capuano le ha offerte quando ha battibeccato con le difese che contestavano o interrompevano i testi dell'accusa. Sembrava di assistere a uno di quei piagnistei infantili in cui si chiede alla maestra di intervenire: “Presidente però, facciamo rispondere il teste...”, uffaaa!
Sempre il 30 ottobre in occasione del controesame del teste Sanipoli da parte dell'avvocato Misiani, difensore di Scardina, Capuano manifesta il suo disappunto: «Presidente però questi commenti… la teste risponde alle domande…»,
Come dimenticare di quando durante il controesame del Maresciallo Di Laroni protestò con il Presidente Casoria per le chiose dell'avvocato Prioreschi?
Capuano: «Presidente però non dovrebbe neanche fare le battute…». Nell'occasione Il Presidente affettuosamente lo accontentò: «E che possiamo fare se l’avvocato è indisciplinato… la richiamo all’ordine avvocato!».
Prioreschi: «Va bene presidente».
Se non fossero cose realmente accadute in un tribunale, dove si discute di accuse di rilevanza penale, cose serie quindi (anche se ve ne sono di più serie...), penseremmo che è tutto uno scherzo e che presto i burloni che lo hanno organizzato lo sveleranno. Purtroppo non è così.
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