Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
Juventus
Domenica 06/04/2025 ore 20.45
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di G. FIORITO del 11/03/2014 15:18:21
Giraudo. Ultimo atto?

 

Un anno dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza di appello del processo breve che ha visto coinvolto a seguito delle accuse di calciopoli l’ex ad della Juventus, siamo giunti forse all’ultimo atto del calvario di Antonio Giraudo. Con la sentenza di secondo grado risalente al dicembre del 2012 Giraudo si era vista confermata l’accusa di Associazione a delinquere e frode sportiva, poiché, come è scritto nelle motivazioni, vi fu “piena adesione al progetto criminoso ideato e diretto da Luciano Moggi", ma il suo ruolo, derubricato da promotore dell’associazione “a mero concorrente nel reato”, ha avuto uno sconto di pena dai tre anni inflitti in primo grado a un anno e otto mesi, con la particolarità di essere rimasto l’ultimo imputato a essere giudicato colpevole dalla quarta sezione della Corte di Appello di Napoli presieduta dal presidente Maurizio Stanziola.

Giraudo è stato condannato sulla base di “molteplici elementi”, per “la duplice veste di consigliere federale e di dirigente di un club tra i più importanti e blasonati”, dalla quale scaturiva “il rilevante ascendente esercitato nei rapporti con il vice della FIGC, ben visibile nell'atteggiamento assunto nei confronti del presidente della Lazio Lotito, del quale decideva proprio assieme a Mazzini l'allontanamento dal gruppo di potere che aveva consentito la riconferma di Carraro; la deferenza manifestatagli in numerose occasioni dallo stesso Mazzini, da Lanese e dal designatore Bergamo …; l'ostracismo subito da Zeman,anche per suo volere; la diretta ingerenza nella vicenda di salvataggio della Fiorentina; l'incisività dell'apporto per la nomina dei designatori". Sappiamo bene di tornare a mettere il dito nella piaga, cercando di riprendere sebbene per sommi capi la posizione di Giraudo con la speranza che le numerose contraddizioni emerse in questi anni possano trovare finalmente giustizia in Cassazione. Già la difesa di Giraudo si trovò a cercare di confutare la pretesa che agisse di concerto con Bergamo e Pairetto, ma la binarietà del rapporto dell’ex ad della Juventus coi designatori fu confutata “giacchè, in tutti e due i casi, è evidenziata la pratica della costante indebita ingerenza nei meccanismi del campionato da parte dello juventino e di entrambi i designatori i quali anche in questo caso convergevano, come nelle altre occasioni, verso il comune risultato dell'alterazione della regolarità del gioco attraverso la predeterminazione delle designazioni dei conduttori di gara”.

Di fronte a queste dichiarazioni, che hanno causato un grave danno ad Antonio Giraudo, occorre ribadire ancora una volta una serie di considerazioni. Le prime rimandano ai sopracitati Lanese e Carraro. Il primo era all’epoca presidente degli arbitri. Il processo breve ha dovuto fare i conti con la sentenza di primo grado di Napoli, che è intervenuta a mutare gli scenari tra la sentenza di primo grado e quella di appello. A Napoli la sentenza Casoria ha subito fatto a pezzi la tesi dei sorteggi arbitrali truccati, essendo intervenuti numerosi testimoni a spiegare l’impossibilità che i designatori potessero avere come complici tutti i giornalisti iscritti all’USSI e i notai che presiedevano ai sorteggi, mai interpellati dagli inquirenti fino al processo. Ne è conseguita la necessità, per tenere in piedi l’accusa, di indirizzare gli incontri che avvenivano in un clima di cordialità tra gli imputati verso un preteso scopo di composizione fraudolenta delle griglie arbitrali.

Nel frattempo:
1) il processo di Napoli ha chiarito che “piaccia o non piaccia” ai suddetti incontri partecipavano tutti i dirigenti del mondo del calcio, compresi Campedelli e Facchetti;
2) Lanese è stato assolto;
3) la posizione di Carraro non solo è andata perdendo i connotati di una qualsivoglia partecipazione all’associazione, ma da Napoli è giunta l’eco di certe intercettazioni nelle quali si preoccupava di intimare a Bergamo che avvisasse Rodomonti di non favorire proprio la Juventus, soprattutto se giocava con l’Inter (Link ).

Del resto i congiurati, i pochi sopravvissuti della società segreta che, come hanno sentenziato senza tema di smentita tanto le sentenze sportive che quelle della giustizia ordinaria, in realtà non sono mai riusciti a truccare il campionato 2004/2005, di sicuro avranno avuto i loro problemi a industriarsi di far capitare in quelle griglie giusto quei pochi arbitri superstiti della cupola che i processi ci hanno confermato e che, con qualche incongruenza di troppo sul groppone, non arrivano a un numero sufficiente a coprire le dita di una mano. L’appello del breve aveva assolto tutti, escluso Giraudo. Rimanevano De Santis, Bertini, Racalbuto e Dattilo (Link e Link2 ).
Per Racalbuto è intervenuta a Napoli la Prescrizione. Nel campionato sotto esame degli inquirenti, quello datato 2004/2005, con De Santis la Juve perse 4 partite su 5, pareggiando la rimanente. Al 32° turno con lui in campo i bianconeri non solo furono sconfitti per 1 a 0 dall’Inter in casa, ma si videro squalificare Ibrahimovic per tre giornate con responso favorevole della terna arbitrale. Anche in Supercoppa De Santis non portò bene alla Juve, annullando un gol di Trezeguet e consegnando il trofeo all’Inter. Ma c’era la tesi di Auricchio, secondo la quale De Santis ricevette nell’aprile del 2005 un avviso di proroga delle indagini e pertanto si sdoganò dalla cupola per non dare nell’occhio, salvo poi riprendere a curare i suoi interessi per salvare la Fiorentina, che è quello che le sentenze contestano a Moggi e Giraudo attraverso un reato di pericolo di tentata frode.

Le frodi delle quali ancora è accusato De Santis sono Fiorentina-Bologna e Lecce-Parma, che come si vede non riguardano la Juventus. Per la sentenza Casoria “non c'erano prove dell'alterazione dell'esito di quel campionato, in favore di questo o di quel contendente”, eppure l'associazione riuscì a concretizzare per Stanziola l'obiettivo della salvezza della Fiorentina proprio grazie a Lecce Parma, partita per la quale Zeman inscenò una protesta contro i suoi giocatori senza suscitare alcuna inchiesta della FIGC, benché poi testimoniasse a Napoli.

Dattilo rimane una delle vittime più illustri di calciopoli, segato per quella Udinese-Brescia che finì in una rissa e nel corso della quale fu espulso Janculovski su segnalazione del guardalinee, mai nemmeno indagato.

Tra le accuse che ancora rimangono ai danni di Moggi, Giraudo e Bergamo c’è Juventus Udinese, per la quale Rodomonti e gli assistenti sono stati assolti.

Bertini è stato condannato in appello per Juventus Milan del 18/12/2004 finita 0 a 0 poiché risultano 42 intercettazioni si sim svizzera nei giorni a cavallo del 18 dicembre (Link). Le sim, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non erano qualcosa il cui possesso costituisse reato, erano intercettabili e non lo sono state (o forse sì ma non hanno avuto il coraggio di dire che gli imputati non si dicevano come truccare le partite), forniscono, secondo i metodi approssimativi di Di Laroni, solo la possibilità non provata che fosse Tizio a comunicare con Caio. Eppure costituiscono lo zoccolo duro delle accuse di calciopoli. A Giraudo non è stato riconosciuto il possesso di alcuna sim svizzera e questo particolare ha fatto ritenere che non potesse essere ritenuto sodale. Il giudice Stanziola ha fatto cadere anche questo tabù, pur di reggere il teorema accusatorio.

La scelta di Giraudo del processo breve, umanamente comprensibile, non gli ha portato fortuna ed è stata spesso criticata. La dualità dei due processi che si sono sviluppati su piani diversi e in momenti diversi avrebbe potuto essere d’aiuto a entrambi i procedimenti giudiziari, fornendo un quadro più chiaro degli eventi di calciopoli, che sono stati sottoposti al vaglio di giudici diversi. Invece spesso si è avuta la sgradevole sensazione che un procedimento abbia voluto reggere il moccolo all’altro, per non sollevare definitivamente il velo fumoso che fin dall’inizio ha destato qualche sospetto sulla legittimità delle accuse e sui metodi di indagine adottati.
Basti ricordare che il famoso episodio riguardante l’arbitro Paparesta, oramai assimilato al genere di leggenda metropolitana, non può essere svincolato dall’insieme delle accuse rivolte a Giraudo (Link ), dopo che ha contribuito alla sua radiazione e a quella di Moggi. Giraudo ha inoltrato due ricorsi: uno alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in applicazione dell’art. 267 UE, l’altro al Tribunale di Torino per la disapplicazione della Legge n. 280/2003, che investe l’ordinamento della Giustizia sportiva.

La Juventus, come ci ha testimoniato in un’intervista l’avvocato Galasso, difensore dell'ex ad della Juventus, ha tenuto separata la sua richiesta di risarcimento mossa contro la FIGC da qualunque presa di posizione diretta ad affiancare Moggi e Giraudo.
Forse, a distanza di 8 anni, è questo il dato più sconfortante. Quello che continua a farci più male. E che ci rende orgogliosamente diversi. Incapaci di normalizzazione.









 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our