Un annoso problema.
Dal 29 aprile al 3 maggio si terrà a Milano il 72° congresso dell'Associazione internazionale della stampa sportiva. Presenti Marcello Lippi, Javier Zanetti in compagnia (presumo) della signora Rosa Baldracca, ospite d'onore, e Sebastian Coe presidente del comitato organizzatore.
Non conosco il programma e i temi specifici che verranno trattati, ma confido che non venga tralasciato il seguente argomento:
“In Italia solo il 20% dei lettori di giornali comprende appieno il significato di quello che legge, a fronte di un 60% della media degli altri Paesi dell'UE (siamo penultimi in classifica – Fonte: Report 19/04/2009)”.
Tema del dibattito, se e quando si affronterà l'argomento: Di chi la colpa? E come porre rimedio a tale incresciosa , umiliante situazione?
Da rilevazioni effettuate dall'Unesco in più occasioni, risulta che la Scuola italiana è la principale imputata per questo vero e proprio collasso culturale. In questo clima di arretratezza è fin troppo facile, per giornali e Tv, manipolare la gran massa di semianalfabeti e di analfabeti di ritorno presenti nel nostro Paese. Porto ad esempio la campagna ossessiva scatenata contro Moggi e la Juve, prima di Farsopoli. Il neologismo “Moggiopoli” che campeggiava nei titoloni dei giornali (Rcs in primis e non solo) esposti nelle edicole, bastò, reiterato come fu ad infinitum, per orientare la pubblica opinione, convogliandola in un grande 'Mainstreaming' meglio conosciuto come “Diffuso sentimento popolare”.
Su queste basi (come più volte scritto e letto) la famigerata giustizia sportiva (?) edificò il suo obbrobrio giuridico che portò alla disintegrazione della Juventus.
Guido Ceronetti, il coltissimo scrittore e saggista piemontese, scrisse tempo fa, riferendosi alla stampa in senso lato:
“Come può una gravida, leggere un giornale quotidiano senza abortire?”.
Già, come può?
|