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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#47605 LA VOCAZIONE TORINESE di A. Rossetto
scritto il 10/03/2008 14:31:14 da IL MARTINELLO
Caro Rossetto, spero mi consenta una battuta. Certo che noi tifosi juventini siamo proprio sfigati! Con tante squadre che c'erano in Italia proprio una di Torino dovevamo scegliere. Naturalmente approfitto per salutare tutti gli amici della Mole che sanno perfettamente come la penso, al di là della battuta.
 
#47604 deferito Lo Monaco per i legami con gli ultras ed
scritto il 10/03/2008 13:56:03 da PAOLA
L’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, è stato deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale. Lo ha deciso il Procuratore Federale, Stefano Palazzi, per "avere contribuito, nel corso della stagione sportiva 2006/07, attraverso il rilascio gratuito di abbonamenti, al mantenimento di gruppi organizzati di tifosi", violazione dell’articolo 10, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva vigente all’epoca dei fatti (oggi trasfuso nell`articolo 12 comma 1)". Insieme al numero due - e Legale Rappresentante - del club etneo è stata deferita anche la società Calcio Catania SpA, "per responsabilità diretta in ordine agli addebiti ascritti al proprio Legale Rappresentante", violazione dell’articolo 2, comma 4 (oggi articolo 4, comma 1 del C.G.S.).http://forum.giulemanidallajuve.com/forum/index.php?showtopic=2365&hl=
 
#47603 LA VOCAZIONE TORINESE di A.Rossetto
scritto il 10/03/2008 13:44:08 da PAOLA
Torino città laboratorio. Così sul finire degli anni Settanta un gruppo di sociologi definì il capoluogo torinese, cogliendo in nuce quelle trasformazioni post industriali che si sarebbero compiute nel successivo ventennio. Città laboratorio, ma anche città dalle mille ed una contraddizioni, tanto che neppure i propri abitanti saprebbero dare una definizione univoca sulla propria città, tanto che non sarebbe sufficiente un trattato e non poche righe. Ma soprattutto Torino come luogo di produzione di eccellenze puntualmente migrate verso altri territori perchè non sufficientemente, quando non addirittura osteggiate, valorizzate. Basti pensare a quanto generato in campo industriale-metallurgico, con la nascita dell'automobile (non solo Fiat, ma anche Ceirano, Cisitalia e Lancia), sotto la Mole ha mosso i primi passi la cinematografia italica, così come la radio, la televisione e la moda, per non parlare delle telecomunicazioni e della ricerca medica e scientifica di altissimo livello (la Microtecnica e l'Aeritalia pre-Alenia tanto per citare due esempi) e la stessa Fiat ha generato un indotto di primissimo ordine: Pininfarina, Giugiaro, Bertone e Abarth. Chi si ricorda cosa rappresentavano a livello internazionale gli appuntamenti dei vari Saloni dell'Auto, della Tecnica, della Montagna o del Samia che annulamente si svolgevano nel capoluogo sabaudo? Cosa è rimasto di tutto ciò? Il nulla assoluto. La vocazione torinese all'autolesionismo ha fatto sì che tutto ciò si perdesse nel nulla, salvo poi lamentarsi per presunti scippi da parte di altre realtà. E perchè mai un imprenditore, un ricercatore, un innovatore dovrebbe rimanere in un ambiente ostile e non trovare invece casa in un luogo dove venire apprezzato, tutelato e valorizzato? I torinese, sempre fieri di mettersi in coda per pagare tasse o per esprimere una scelta elettorale, non vedono mai di buon occhio chi mostra pubblicamente le proprie qualità; la scusa ufficiale è che il torinese non ostenta, in realtà il torinese è solo un povero autolesionista. Anche in ambito sportivo vige la stessa regola. Scomparsa qualunque compagine professionista di alto livello nel panorama dello sport italiano nonostante i successi europei nella pallavolo e nel baseball ed i brillanti risultati della pallacanestro e della pallanuoto ed anche nel calcio le squadre torinesi hanno subito un drastico ridimensionamento; quella granata per "merito" di amministratori scellerati, quella bianconera invece cancellata da una inaudita, feroce e profondamente ingiusta campagna antijuventina. In entrambi i casi la difesa politico-istituzionale è stata debole se non assente, ad eccezione della boutade del sindaco Chiamparino che voleva far sponsorizzare il Torino Calcio dai contribuenti attraverso l'ex Acquedotto municipale! In uno dei punti del manifesto dell'ANAJ si afferma che l'unica colpa della Juventus è quella di essere di Torino; in nessun'altra città italiana sarebbe stato possibile effettuare il massacro dell'estate del 2006. Due, tra decine e decine, esempi per convalidare la tesi. Nel 2000 l'arbitro Pierluigi Collina fece disputare un incontro di calcio in una piscina al fine di far assegnare alla Lazio lo scudetto, onde evitare una violenta sommossa più volte invocata dall'allora presidente biancazzurro Sergio Cragnotti, quello del crac Cirio. A Milano, come consuetudine, si è invece andati oltre. Non contenti di falsificare passaporti e bilanci, non contenti di vendere a sè stessi il proprio marchio, si sono spiati avversari e dipendenti (attraverso quell'azienda telefonica nata proprio a Torino), ci si è autoindossato uno scudetto attraverso un processo sommario istruito dai propri avvocati d'affari, si è decapitata la rivale più pericolosa e penalizzate le altre. Tutto ciò stravolgendo non solo le regole in vigore fino ad allora, ma anche quelle redatte ad hoc che, evidentemente, nemmeno quelle erano sufficienti per perpretare lo scempio. Il tutto sotto gli occhi per nulla disinteressati delle istituzioni politiche (centrali e locali) e del CONI. E Torino direte voi? Torino detiene, come da copione, un singolare primato. Gli unici casi di scudetti revocati nel calcio riguardano le due squadre della città: un caso unico al mondo! Allora, Torino città laboratorio è popolata da farabutti o da babbei? Alberto Rossetto, da sempre e per sempre juventino, non rappresentato dall'attuale proprietà. Una società che non riconosce la propria Storia e le sue vittorie non merita alcun rispetto.
 
#47602 Grandi ragazzi
scritto il 10/03/2008 13:30:32 da STEFANO
I ragazzi ieri sono stati proprio grandi...In pratica non hanno mai sofferto. Molti di loro hanno una grinta da Juve. Se la società li sostiene un po' invece di lasciarli massacrare...chissà. Domenica ce ne mancano quattro ma rientra Pavel. Mancherà Legrottaglie, ma a fianco di un Chiello così potrei giocare anche io.
 
#47601 X Bonifacio VIII
scritto il 10/03/2008 13:28:02 da IL MARTINELLO
Che la palla, prima di arrivare a Pato, sia stata toccata da Gilardino non ho nessun dubbio. Guarda bene e non potrai non accorgertene. Per essre certi che Pato fosse oltre Bassi, il portiere dell'Empoli, serebbe necessario il fermo immagini nel momento in cui Gilardino tocca la palla. Ma nessuno, secondo me colpevolmente, ci ha pensato. Per quanto riguarda Sissoko,dopo aver preso l'ammonizione, ogni volta che si avvicinava ad un avversario mi venivano i vermi. Ieri, per me, è stato deludente
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