Cara Juventus,
oggi che è la Festa delle Donne e quindi anche la tua, non vorrei limitarmi a farti solo dei semplici auguri di circostanza. Infatti ho deciso di farti partecipe di un mio recondito desiderio che da tanto tempo tengo nascosto in fondo al mio cuore di tuo fedele innamorato ma che, per essere esaudito, ha bisogno soprattutto di un tua fattiva presa di posizione.
Vengo al dunque. Non passa giorno che non mi capiti di leggere o di sentire che “la Juventus è la vecchia signora del calcio italiano”. Non ti nascondo che l’aggettivazione “vecchia”, con la quale ormai sembra non si possa fare a meno di gratificarti (sic!), mi da enormemente fastidio. Nel 1945 (avevo sette anni), quando mio padre mi parlò per la prima volta del calcio che conta, mi disse che, fra i soldati con i quali aveva combattuto la guerra dalla quale era appena tornato dopo una lunga e angosciante lontananza, la Juventus era considerata “La Fidanzata d’Italia”. E fu per quello che io mi innamorai di te e non ho mai smesso di amarti. E non mi si venga a dire che l’aggettivo “vecchia”, col quale tutti, compreso il nostro moderatore, ti ricordano, è solo un segno di affettuoso rispetto. Non vorrei sbagliarmi, ma ho l’impressione che qualcuno, invidioso del fascino che la parola “Juventus” suscita (e non potrebbe essere altrimenti se è vero, come è vero, che la gioventù è la più bella stagione della vita), ci goda terribilmente a confonderti con certo ciarpame che infesta il calcio italiano e che si annida altrove. Una Signora con la S maiuscola, come il bon ton dovrebbe suggerire, non ha età ed è proprio da cafoni ricordarle continuamente che non è più giovane. Cara Juventus, perché non ti ribelli a quello che io ritengo un malvezzo? Io penso che molti tuoi tifosi sarebbero felici se tu pretendessi perentoriamente, da chi si occupa della tua immagine e della tua reputazione, di eliminare certi equivoci e di ricordare a tutti che La Fidanzata d’Italia al massimo può essere diventata “LA SIGNORA DEL CALCIO ITALIANO”, senza ulteriori aggettivazioni che non ti si addicono e non ti donano.
Un affettuoso abbraccio, tuo sempre più innamorato
Martinello.
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