I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
#40266 CALCIOPOLI Caro Luciano, fatti frate -Libero-
scritto il 20/12/2007 10:06:35daPAOLA
[v.f.] - Le ultime intercettazioni telefoniche a Moggi - come le prime, del resto - sono molto utili per capire una cosa: che sono inutili e non dimostrano altro che in Italia si gettano nella pattumiera pacchi di soldi per origliare privatissime conversazioni penalmente irrilevanti. Siamo di fronte a un fenomeno da baraccone. Una schiera di persone pagate dallo Stato si occupa senza costrutto di legittimi affari altrui. Calciopoli, come ha detto Berlusconi, è stata una frescaccia. Ma ha attecchito grazie al tifo-letame di cui è lordo il mondo del pallone. Moggi è odiato dagli interisti perché era alla Juve che vinceva di brutto. Fosse stato all'Inter sarebbe odiato a sangue dagli juventini. Gran parte del popolo delle curve e delle gradinate non ragiona; e vede storto attraverso i colori sociali della squadra per la quale tiene. Non c'è speranza di ricondurre Calciopoli nel suo alveo, quello della buffonata. Gli arbitri sbagliano oggi quanto allora, ma nessuno grida più allo scandalo. Già. L'importante è continuare a colpire il capro espiatorio: Moggi non dovrebbe neppure telefonare a gente che conosce da anni e con la quale ha lavorato. Gli consigliamo di farsi frate, anzi suora. Solo così sarebbe lasciato in pace. Lo accusano anche di avere rapporti telefonici con Libero. Che scoperte del menga. Ovvio che parli col giornale di cui è collaboratore e che detti ai nostri redattori i suoi pezzi. Cosa dovrebbe fare, inviarci gli articoli mediante piccioni viaggiatori? È una storia sempre più paradossale. Inoltre lo accusano di dare delle dritte tecniche a chi gliele chiede. Per esempio all'Ascoli, al Torino. E chi glielo vieta? Stiamo precipitando nel ridicolo e non ce ne accorgiamo. Moggi non è stato condannato da alcun tribunale, è un cittadino innocente fino a prova contraria. Eppure nessuno se ne rende conto. Il Paese è pieno di garantisti a orologeria, però se c'è di mezzo Luciano la suoneria si inceppa, e si leva subito un coro: crocifiggetelo. Questo doppiopesismo è uno schifo che ci fa disonore. Chissà perché le intercettazioni e la loro pubblicazione vengono condannate senza riserve, sempre, tranne se riguardano l'ex direttore della Juventus. Non un politico, non un giornalista, non un frequentatore del bar sport hanno fiatato per difendere quest'uomo incensurato. Perché Moggi è in disgrazia e non è popolare tutelare i suoi diritti. Quando era in piedi tutti facevano a gara per leccargli le scarpe; ora che è caduto, dopo accuse mai provate, gli sputano addosso. Qualcuno dovrebbe vergognarsi.
#40265 Il petroliere
scritto il 20/12/2007 10:04:35daGIO
Ufficiale, il petroliere s...mo ha ufficialmente richiesto nell'ordine: i 7 Tour de France di Armstrong, la medaglia d'oro di Lewis di Seul 88, l'Istria e Parco delle Vittorie. Quest'ultima richiesta sembra sia dovuto al fatto che tal Moggi Luciano l'abbia acquisita a seguito di una telefonata avuta con la Fata Turchina.
#40264 topic unico sulle informative
scritto il 20/12/2007 09:46:04daPAOLA
http://forum.giulemanidallajuve.com/forum/index.php?showtopic=1672&hl=
nel ns forum
#40263 Moggi si rifà la scuderia -La stampa-
scritto il 20/12/2007 09:45:08daPAOLA
Affari con Calleri, nuovi consulenti: Big Luciano vuol tornare in sella
GUGLIELMO BUCCHERI E FULVIO MILONE
ROMA
Non si è mai considerato sconfitto. Anzi, Luciano Moggi nei primi dieci mesi dopo la deflagrazione dello scandalo di Calciopoli ha lavorato su due fronti. Il primo: ricostruire una scuderia di giovani da gestire, magari con l’aiuto del figlio Alessandro. Il secondo: rifarsi un’immagine, con un lifting mediatico grazie a una serie di «lettere al direttore» (Moggi cura una rubrica su Libero) inventate da giornalisti amici impegnati nell’impresa di riabilitarlo. Un lavoro mandato all’aria dalle 409 pagine, nuova informativa inviata dai carabinieri ai pm napoletani.
Il viaggio in Senegal
La caccia ai giovani non conosce frontiere e sembra unire due famiglie, quella dei Moggi padre e figlio e quella di Gian Marco e Riccardo Calleri. Quest’ultimo, in passato, socio di Moggi jr nella Gea World, e anche lui indagato nelle inchieste di Napoli e Roma. C’è una telefonata del 21 febbraio scorso: Lucianone parla con Calleri figlio. Moggi: «...m’avevano segnalato un brasiliano eccezionale, un ragazzino no? Poi, ho conosciuto il presidente del Senegal... ». Calleri: «...uhm!». Moggi: «...ma il Senegal, quante ore sono?...». Calleri: «...Dakar?...sei ore...». Moggi: «...eh! al limite si fa una scappata, si vede un pochino come...E’ così che si fa per rimediare giocatori eh!». Calleri: «Sono il tuo uomo...Dobbiamo andare a Dakar? Tu mi dici...io ti seguo, io ci credo in te».
Talent scout
Altra intercettazione. Questa volta al telefono Moggi è con Luca Cattani, giornalista di una tv locale. Cattani: «...sono andato a vedere gli allievi nazionali che hanno pareggiato con il Monza, c’hanno tre giocatori abbastanza...il portiere e due mezze punte...ho scoperto un paio di cose...». Moggi: «Ascolta, te ora di queste squadre portati via le formazioni e poi mi fai delle relazioni ». Cattani: «Sì. Ho scoperto però che le può interessà...me so fatto dì come pagano...ho scoperto che in Primavera c’hanno sette giocatori che guadagnano 1800 euro al mese ». Il 18 gennaio 2007 Moggi chiama Michele Ciccone, consulente della Lucchese, club di C1. Moggi: «Sono interessato a Giampieretti». Ciccone il giorno dopo deve presentare la domanda per il corso di Coverciano. Moggi: «...mi interesso io tu presenta la domanda... ».
Lettere inventate
L’immagine di Lucianone è a pezzi, bisogna correre ai ripari. Come? Con una mobilitazione di lettori di quotidiani e spettatori di tv private a favore dell’ex dg della Juve. Quei lettori, in realtà, non esistono, come risulta dalle intercettazioni: se li sono inventati giornalisti amici, o i collaboratori più fidati di Moggi. Due di loro parlano al telefono il 5 gennaio 2007. Nello De Nicola: «Mi sono dimenticato una cosa importante ». Claudio De Nicola (il figlio): «Eh...». Nello: «Dobbiamo vedere... devi scrivere a nome di un tifoso dell’Ascoli... di chi ti pare... Alessandro, Pasquale, Giovanni...». Cinque giorni dopo, altra telefonata, questa volta fra Moggi e un giornalista che conosce da anni. L’ex dg della Juve dice al cronista sportivo «di fare una lettera dura contro Carraro perché è una vergogna per quello che fa e fra poco lo premieranno pure».
Biglietti negati
C’è gente che porta rancore a Moggi per i suoi commenti salaci nelle telefonate intercettate un anno fa. Fra queste c’è Daniele Pradè, ds della Roma. Il 30 marzo scorso Lucianone parla con il dirigente giallorosso: «Dammi tre biglietti per domani ». Pradè: «Ma a pagamento ». Moggi: «Non rompere i co****ni ». Pradè: «Come no... Ma ti meriti?». Moggi: «Ma va’ a cagà ». Pradè: «Ti meriti o no, dimmi se ti meriti? Me dicevi che eri... che ero uno s***o, me dicevi». Moggi: «Quando?». Pradè: «Sulle intercettazioni».
Il sottosegretario
Lucianone ce l’ha con un sottosegretario al ministero dello Sport, e vuole vendicarsi. Ne parla il 3 febbraio 2007 con Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale, coinvolto nell’inchiesta napoletana. Moggi: «Sai ieri parlavamo di quel nostro... ex amico mio e di Antonio, quello che ora fa il sottosegretario... è sempre a darsi tanto da fare a dire che siamo delinquenti, eh!». Mazzini: «Uhm». Moggi: «... Che manovra la politica della Melandri, che fa tutto lui... Alla procura di Bari l’hanno chiesto il rinvio a giudizio». Mazzini: «Ah». Moggi: «Tentano di tenere la notizia segreta, ma lui c’ha una richiesta di rinvio a giudizio per truffa e cose varie nella questione Arcobaleno (una missione umanitaria internazionale, ndr)... ti ricordi quando fecero quegli aiuti ai paesi disgraziati, poi venne fuori quello scandalo?». Mazzini: «No». Moggi (ironico): «... Ora che fa, si dimette... Lui è giustizialista e darà subito le dimissioni!». Mazzini: «Ma è già uscita questa cosa?». Moggi: «Ancora no, però ai tuoi di Libero fagli verificare se è come m’hanno raccontato... ». Mazzini: «Te lo dico io poi».
L’autista e Donadoni
Moggi ha buoni rapporti in Figc, tanto che il suo autista, Armando Aubry, viene contattato da una dipendente della Federazione che gli dice che «lunedì andrà a Napoli Donadoni per Napoli-Juve e occorre una persona che lo porti allo stadio... ». Aubry, naturalmente, si mette a disposizione.
Briatore
C’è anche il nome del manager di F1 nelle intercettazioni. In una telefonata fra Moggi e Aldo Spinelli, presidente del Livorno impegnato a cercare nuovi azionisti, il patron dei labronici invita Lucianone a entrare nel club: «Devi esserci tu, non me ne frega niente di Briatore ».
#40262 Chi sbaglia, a casa - Corriere.it-
scritto il 20/12/2007 09:44:18daPAOLA
Troppi consiglieri in stretto contatto con Moggi
MILANO — Oggi i vertici del calcio si ritrovano a Milano per gli auguri. Ma il prossimo sarà tutto tranne che un Natale sereno per il pallone italiano, scosso dalle ultime intercettazioni successive alla conclusione dei processi sportivi di Calciopoli, che chiamano in causa molti consiglieri federali, in rapporti continui con Luciano Moggi (squalificato per cinque anni e a rischio radiazione). Il primo risultato è stato un drammatico vertice fra il presidente del Coni, Petrucci, e quello della Figc, Abete, presente il segretario del Coni, Pagnozzi. Accusato ripetutamente da una parte del governo federale, Petrucci, mai intercettato (tutti sparlano di lui, lui non parla con nessuno), ha ricevuto la solidarietà personale e istituzionale da parte dello stesso Abete, furente (più che turbato) per quanto sta emergendo.
Fra i due dirigenti, è emersa una linea comune: chi ha sbagliato, deve andare a casa, perché così non è più possibile andare avanti. «Adesso basta», ha detto Petrucci, ricordando ad Abete uno dei compiti istituzionali del Coni, quello della vigilanza sulle federazioni, trovando però un interlocutore più arrabbiato di lui di fronte a comportamenti di uno squallore infinito. La Procura federale, guidata da Stefano Palazzi, bravo, ma lento, questa volta ha il dovere di operare con celerità, visto che sta acquisendo tutti i nuovi atti raccolti da Napoli. Chi sono gli uomini dell'istituzione per i quali si impone una rapidissima uscita di scena? Il più inguaiato è William Punghellini, presidente della serie D, in continuo contatto con Moggi: gli promette di battersi per una sua riabilitazione. Anche il presidente della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio, che a marzo voleva candidarsi alla presidenza della Figc, è in frequente contatto con Moggi (almeno quattro le telefonate), sebbene abbia già respinto le accuse via internet (sito della Lega Dilettanti). Appare particolarmente grave la posizione di Gabriele Gravina, consigliere federale per la serie C, in corsa per assumere la carica di d.g. della Figc, dopo le dimissioni della Filippi. Non solo parla con Moggi (con richieste di incontri ravvicinati a diversi livelli), ma fornisce al medesimo il numero di cellulare del presidente Abete.
La conclusione è evidente: il governo della Figc è da rifare, anche se Punghellini ha chiesto a Palazzi di essere interrogato subito ed è convinto di riuscire a superare anche questa tempesta. Domani a Roma, Abete prima vedrà Punghellini all'assemblea dell'Interregionale, poi renderà pubblico un documento tecnico-giuridico nel quale spiegherà perché il Consiglio della Figc non si è ancora pronunciato sulla richiesta di radiazione per Moggi . Ma questo Consiglio, con una parte dei suoi componenti in stretto contatto con l'ex d.g. della Juve, non ha più titolo per pronunciarsi ed è necessario fare pulizia. Non basta. Ci sono altre figure che devono essere allontanate, a cominciare da Giorgio Rovati, responsabile dell'ufficio tesseramenti della Lega, lui pure in stretto contatto con Moggi e con Meani. Ci si può ancora fidare di un funzionario che ricopre in Lega a Milano uno degli incarichi più delicati? Rovati intende dimettersi, altrimenti sarà opportuno che intervenga Matarrese. Così come diventa scomoda la posizione di Mattei, responsabile del settore tecnico arbitrale, del quale si parla a proposito di arbitri adeguatamente istruiti, mandati alla Nuorese, la società presieduta dal notaio Goveani (ex Torino), dove opera come d.s. Raffaele Auriemma, personaggio legatissimo a Moggi. E che dire dell'avvocato Medugno, legale della Figc, che anticipa la chiusura totale della Federcalcio in sede di arbitrato per Moggi? È evidente che di dirigenti del genere il calcio italiano non ha bisogno.
Fabio Monti
20 dicembre 2007
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?