Caro granata,
Prendi queste quattro parole come esercizio terapeutico, una sorta di flusso benefico che possa migliorare la qualità della tua vita.
E’ un modesto tentativo di farti uscire dall’imbuto, dall’odio incancrenito verso la juve, dalla scontata posizione subalterna che la storia ti ha imposto.
Torino è la vostra città, l’unica che possiate avere. Non accanitevi a ripetere che è del toro, a noi non interessa. Non ci può interessare una zona circoscritta, la vocazione juventina è universale, spazia nel mondo come una segnale radio, arriva ovunque.
Torino invece è piccola, è fatta di piccole cose, di risparmio, di ricordi e di piccole occasioni perdute. Per questo non può essere juventina, vista la vocazione universale della società
Per lo juventino, quello vero, il derby non esiste, è una piccola partita con una squadra piccola, un evento totalmente privo di significato tecnico
Ben altre sono le rivali, abituata com’è a misurarsi con le migliori società europee, con le quali ha avuto alterne fortune.
Se la juve dovesse identificarsi in una città si potrebbe azzardare Parigi o Londra, non di certo Torino, alla quale è unita solamente per un fatto anagrafico.
Vivete dunque in pace con voi stessi, gioite delle vostre (poche) vittorie e non delle (poche) sconfitte juventine.
Nulla ci accomuna, né ci imparentala, non vi sono né cugini né parenti acquisiti.
A Torino non vi sono due squadre, ma una sola, la vostra, mentre la Juve grazie agli oltre 250 milioni di sostenitori nel mondo è una squadra senza confini.
|