LONDRA, 28 novembre 2007 - C'è anche il tecnico del Portsmouth Harry Redknapp tra le cinque persone arrestate dalla polizia londinese nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione nel calcio inglese. Secondo quanto riporta la BBC, insieme a Redknapp sono stati fermati anche l'amministratore delegato del Portsmouth, Peter Storrie, e il giocatore dei Rangers Glasgow ed ex Portsmouth, Amdy Faye. Per tutti l'accusa è di frode e falso in bilancio.
CINQUE FERMI - Oggi la City of London Police ha effettuato cinque arresti nell'ambito dell'inchiesta scattata l'anno scorso per accertare eventuali frodi nei trasferimenti dei giocatori. Le altre due persone fermate, secondo le prime indiscrezioni, sono Milan Mandaric, ex presidente del Portsmouth ora al Leicester, e il procuratore Willie McKay. Il Portsmouth in un comunicato ha reso noto che tecnico e amministratore delegato stanno "collaborando fattivamente" con la polizia nell'inchiesta, per chiarire un affare che risale al 2003.
PORTSMOUTH - Redknapp, in questi giorni, era stato indicato come uno dei possibili successori di Steve McClaren sulla panchina della nazionale inglese, eliminata dall'Europeo 2008. Il tecnico del Portsmouth, infatti, sta portando i Pompey al vertice della Premier League. Per la seconda stagione consecutiva, il Portsmouth si mantiene nelle prime posizioni del campionato inglese: attualmente è 6° in classifica, a -7 dall'Arsenal.
#39083 Collina e i rigori pro-milan
scritto il 29/11/2007 02:20:17daBIANCOENERO
mi chiedo come mai nessuna Tv o quotidiano sportivo e non abbia gridato o chiesto interrogazioni parlamentari all'indomani del ridicolo rigorino concesso al milan su ronaldo in quel di cagliari?? ma la tv e la stampa in italia da chi ca**o sono comandate???
#39082 continua...
scritto il 29/11/2007 02:16:15daBIANCOENERO
BERTINETTI: «QUESTIONE DI STILE O AMMISSIONE DI COLPA?»
« Cobolli, forse è meglio farsi sentire»
RITENETE giusto l’atteggiamento morbido della Juve nei confronti degli arbitri e dei loro errori?
Bertinetti: «La società civile si basa su regole e comportamenti condivisi. Se tutti ritengono che rubare sia un crimine, è giusto che chi lo fa sia punito. L’uniformità di comportamento è decisiva nel bene e nel male. La scelta della Juve è ormai vecchia: per me andrebbe bene se fosse di tutte le squadre, ma così non è. Se tutti gli altri strillano ad ogni errore e tu no, in questo Paese sei considerato un fesso, se va bene, o colpevole, se va male: ammetti che l’errore non c’era. “Non s’è lamentato, quindi ha torto”. Ecco il ragionamento che viene fatto».
Padovan: «Dopo Parma, la Juve ha comunque irrigidito il suo atteggiamento. Anche se non è stata dura come il Milan, che ha Cagliari ha ottenuto un rigore frutto di una strategia di comunicazione: gli arbitri subiscono la pressione delle società che urlano di più».
Masoero: «La Juve secondo me ha avuto un atteggiamento troppo tenero durante il processo legato a Calciopoli, si è arresa troppo presto senza condizioni. Anche se io parlo da esterno e magari una linea più rigida avrebbe portato a conseguenze peggiori. Ora pare anche a me che la società bianconera stia tenendo un atteggiamento più duro nei confronti della classe arbitrale».
Trono: «Io sono convinto che, se la Juve ha cambiato linea, lo ha fatto sotto la pressione dei suoi tifosi e non per intima convinzione. Urlare non rientra nel suo Dna. Anni fa, magari, Boniperti faceva una sparata ogni tanto, ma erano fiammate isolate, che si spegnevano immediatamente ».
Padovan: «Si spegnevano subito anche perché il sistema mediatico era diverso: oggi una di quelle sparate sarebbe ripresa da decine di televisioni, radio, siti e blog, mentre allora c’erano solo una tv e una radio. A questo proposito mi chiedo per quanto tempo ancora gli arbitri potranno continuare a non parlare».
#39081 continua...
scritto il 29/11/2007 02:15:40daBIANCOENERO
TEMI TECNICI E IL NODO DELLA DISCREZIONALITÀ
«E l’uniformità dov’è?»
Uniformità: altro tema scottante. Finora nel campionato c’è stato più di un caso in cui lo stesso fallo, la stessa situazione ha visto decisioni diametralmente opposte.
Padovan: «Prendiamo i rigori... Io credo che per fischiare un rigore serva un contatto più importante
di quello che basta per una punizione a centrocampo, ma al di là di questo, l’importante è che ci sia una linea univoca. Spesso sento dire che in area ci sono 100 trattenute a partita: cominciando a fischiarle tutte diminuirebbero».
Trono: «Qui entra in gioco la discrezionalità dell’arbitro, prevista da molti punti del regolamento. Contano personalità, intuito e capacità dell’arbitro. Ma rispetto al passato l’uniformità è maggiore. Sulle trattenute in area, bisogna considerare che le telecamere evidenziano tutti i contatti che ci sono simultaneamente, ma per l’arbitro è impossibile rilevarli: si concentra sulla coppia attaccante-difensore che ha più probabilità di giocare la palla».
Padovan: «Altre situazioni critiche sono i fuorigioco. Ho notato che adesso, nelle situazioni simili al famoso gol di Trezeguet nel derby, viene stato fischiato, ingiustamente, il fuorigioco. Un modo per alleggerirsi da responsabilità, lavandosene le mani. Da situazioni del genere difficilmente nasce un gol, quindi vengono evidenziate di meno dalle moviole: così, alzare la bandierina è il modo più comodo per evitare polemiche, ma spesso sbagliando!
».
Trono: «Sì, può essere che qualche volta accada così. Non bisogna dimenticare che sono umani e che certi fuorigioco sono davvero difficili da notare».
Padovan: «Altro argomenti: i falli di mano, essendo legati alla volontarietà, sono altri episodi che limitano l’uniformità: fischiare solo quando l’intervento è certamente volontario può generare dubbi».
Trono: «Il regolamento è chiaro: con le braccia in posizione naturale non c’è rigore, viceversa sì. E bisogna considerare che un giocatore non può saltare o muoversi con le braccia attaccate al corpo, certi movimenti sono naturali ».
Padovan: «Ma prendiamo il rigore fischiato a Legrottaglie in Fiorentina-Juventus: a mio parere era netto, eppure il difensore bianconero stava saltando e non trovo così semplice dimostrare che il suo tocco era volontario. Insomma, la discrezionalità incide sull’uniformità. Bisognerebbe cercarla con più forza ed è un compito di Collina»
#39080 continua...
scritto il 29/11/2007 02:14:48daBIANCOENERO
Il nuovo designatore arbitrale al centro della polemica nel dibattito in redazione
«Non funziona la cura Collina»
Salerno: «Un grande medico non è necessariamente un buon ministro della salute»
TRONO: «NON SI BOCCIA DOPO MEZZO GIRONE»
«Aiuti di più i giovani»
Come giudicate la gestione degli arbitri di Collina, che era stata presentata come la panacea di ogni male e che finora ha fatto registrare più di un insuccesso?
Salerno: «Il problema della serie A è sotto gli occhi di tutti e non sappiamo cosa succede nei campionati minori, ma è evidente che la gestione Collina ha fallito. L’arbitro è, purtroppo, sempre più determinante per l’esito di una gara, è a tutti gli effetti uno dei protagonisti in campo. Assodato questo fatto, mi sembra che la Lega e gli organi arbitrali si debbano rendere conto dell’enorme peso sociale ed economico del campionato e delle sue partite, veri e propri eventi: gli arbitri, quindi, dovrebbero essere messi in condizione di sbagliare il meno possibile o di poter correggere i propri errori con mezzi tecnologici. Tornando a Collina, io penso questo: a volte anche in politica si commette l’errore di pensare che il miglior dirigente di settore debba essere uno che ha operato al meglio in quel settore. Ma non è detto: un grandissimo medico non è necessariamente un grande assessore alla sanità o un ministro della salute. Le problematiche che devono affrontare sono diverse, anche se si parla sempre di medicina. Forse Collina, ottimo arbitro, non era adatto a fare
Pagine a cura di Sergio Baldini
e Guido Vaciago
il dirigente. Quando ha designato Bergonzi per Napoli-Juve, per esempio, a cosa ha pensato?»
Trono: «Forse ha preso una decisione sbagliata e infatti Bergonzi è stato poi fermato. Ma in base al percorso aveva dimostrato di essere all’altezza di arbitrare una gara di quel tipo. Intendiamoci, la mia non vuole essere una difesa d’ufficio di Collina, che è stato scelto per un curriculum di altissimo livello (ricordiamo che per sei volte lo hanno eletto miglior arbitro del mondo), ma dire che ha “fallito”, è prematuro: siamo solo a metà del girone d’andata. Bisogna considerare anche il materiale umano a sua disposizione. E poi l’appoggio della stampa gli è mancato troppo presto».
Masoero: «Vero, non si può pretendere che Collina trasmetta per osmosi la sua bravura agli arbitri, ma è giusto per esempio che fermi chi sbaglia. Però, visto che prima si parlava delle grandi pressioni che giovani arbitri devono sopportare, credo che Collina abbia l’obbligo di aiutarli a sentirsi sereni, uno come lui dovrebbe farli sentire protetti per evitare che sbaglino troppo».
Bertinetti: «Vogliamo ricordare che Collina ha avuto contatti diretti con Meani...»
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