I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
#15998 moggi ad agropoli 9 feb
scritto il 25/01/2007 23:17:16daALESSANDRO DE SENSI LAMEZIA TERME
Dopo il trionfale incontro con tifosi e giornalisti al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, seconda uscita pubblica di Luciano Moggi il prossimo 9 febbraio presso il residence “le terrazze” di Agropoli. L'incontro con l'ex direttore generale della Juventus, principale imputato di "Calciopoli", inizierà alle ore 19.00 ed ha per titolo "Calciopoli dopo Moggi". Si analizzerà la situazione del calcio italiano conseguente al terremoto che questa estate ha stravolto i campionati di A e B, dopo le note e discusse sentenze.
Con l' occasione l' ex manager, numero uno del calcio italiano, inaugurerà anche quattro nuovi club a lui intitolati: quelli di Lamezia Terme, Agropoli, Roma e Palma de Maiorca. La nascita di questi club è l'enensima testimonianza di affetto da parte di quella grande fetta della tifoseria juventina che non ha mai condiviso le accuse all' ex "deus ex machina" della squadra bianconera e dei suoi trionfi degli ultimi anni, bollandole come un' autentica congiura verso la vecchia Signora del calcio italiano e mondiale. All' incontro del 9 febbraio ad Agropoli si ha accesso soltanto su invito oppure su prenotazione all' infoline 393.9924865;
e-mail:moggiadagropoli@libero.it
#15997 ma è juventino?
scritto il 25/01/2007 23:09:07daJ101781
questo sig.Di Pietro ex magistrato e ora ministro NON deve aver letto la sentenza della corte federale in cui è dichiarato che NON ESISTE NESSUN ILLECITO SPORTIVO,e si deve essere DIMENTICATO che fino a prova contraria TUTTI SONO INNOCENTI (Moggi)
IO sono uno di quei tifosi che difendono quelli che lui definisce "personaggi del passato"e non mi entusiasmo certamente x gli Elkann.
sentendo certi paragoni mi chiedo: Lapo eri solo quella sera?
#15996 ANCHE OGGI, ...UN OTTIMO PADOVAN
scritto il 25/01/2007 22:31:39daPOSTER56
Perbacco !!! Anche oggi 25 gennaio 2007 ecco a voi l’ottimo PADOVAN di TUTTOSPORT !!!
L’EDITORIALE
LE BATTAGLIE DI TUTTOSPORT E LA REPUBBLICA INTERISTA
GIANCARLO PADOVAN
Ieri mattina, su La Repubblica, il giornalista-scrittore Michele Serra, moralista nella migliore accezione del termine, ha chiamato in causa Tuttosport, definendolo «un giornale appassionatamente e meritoriamente juventino».
Sinceramente avrei trovato più opportuno che Serra ci chiamasse per nome ( Tuttosport,
appunto) e che fosse più preciso: il nostro, infatti, è un giornale sportivo appassionatamente e meritoriamente torinese perché a Torino è nato 62 anni fa e da Torino ha allargato il proprio raggio d’azione al resto del Paese, raccontando le vicende dello sport italiano: dal ciclismo alle Olimpiadi, dalla Formula 1 al calcio.
La Juve rappresenta una parte essenziale della nostra identità.
Però non più importante di quella riguardante il Toro, per il quale un giornale come il nostro ha sostenuto (e sosterrà) battaglie appassionatamente e meritoriamente granata.
Il fondatore di Tuttosport si chiamava Renato Casalbore, immigrato salernitano, simpatizzante del Torino che con i giocatori del Torino morì a Superga il 4 maggio 1949.
Serra, uno degli analisti più acuti e attenti della realtà socio-politica italiana, è tifoso interista e come tale ha sostenuto la sua invettiva polemica.
Nel post scriptum al suo articolo, seppur con molto garbo, rifiuta la definizione di un’Inter alla Moggi – titolo di prima pagina della nostra edizione di martedì scrivendo che «di Moggi ce n’;è stato uno solo, inimitabile, e lavorava a Torino».
Da cronista e da tifoso (della verità e di Tuttosport) mi corre l’obbligo di ricordare a Serra che a Milano, lavora un certo Gabriele Oriali e, guardacaso, proprio nella società di Massimo Moratti. Oriali, al pari dell’inconsapevole giocatore Alvaro Recoba, non più tardi del 27 aprile 2006, ha patteggiato la pena di mesi 6 di reclusione per ricettazione (una patente rubata alla motorizzazione di Latina), falso in documenti, timbri contraffatti a causa del passaporto da comunitario poi elargito allo stesso Recoba.
Il numero del passaporto italiano contraffatto è 4290445. «Detto documento – come recita il dispositivo della sentenza – veniva utilizzato presso i competenti uffici per la variazione del tesseramento in Italia da calciatore extra comunitario a giocatore comunitario».
Sempre da cronista riferisco a Serra che a Milano la Procura della Repubblica ha indagato Massimo Moratti, Rinaldo Ghelfi e l’ex amministratore delegato Mauro Gambaro, con l’ipotesi di falso in bilancio.
Lo scopo, oltre che di coprire i buchi attraverso plusvalenze fittizie, era quello di eludere i parametri previsti per potersi iscrivere al campionato 2004-2005, senza la cui partecipazione l’Inter non avrebbe ottenuto lo scudetto a tavolino nemmeno per il 2005-2006.
Di nuovo da cronista rammento che la Procura milanese è da mesi impegnata nel dipanare la vicenda-Telecom in cui finora è emersa, per stessa ammissione di Moratti, una serie di controlli illegali esercitati nei confronti di arbitri, guardalinee, dirigenti, presidenti.
Lo scopo non è stato mai esplicitato, ma prima o poi bisognerà che qualcuno lo spieghi almeno ai pubblici ministeri.
Caro Serra, come vedi, Moggi non solo è imitabilissimo, ma addirittura superabile.
Dipende sempre dal livello di attenzione dell’opinione pubblica, dei giornali, dei giornalisti, degli inquirenti, dei giudici (sportivi e ordinari).
Certo, mentre tu su Repubblica scrivevi che adesso la «questione arbitrale consta di un caotico cumulo di errori sparsi a pioggia» e che la squalifica di una sola giornata a Totti è frutto del «caso», io su Tuttosport ribadivo che il doping amministrativo finora impunito (ma qualcosa si muove, finalmente), il mancato ricorso alla prova televisiva per Ibrahimovic, la grazia a Totti, il pastrocchio-Oddo (con tanto di partita anestetizzata) confermavano una perenne e inguaribile Calciopoli.
Stavolta, però, senza la Juve. Come in una serie A zoppa, prevedibile e con i soliti favori.
A proposito, Michele, perché non chiedi ai tifosi della Fiorentina cosa pensano della partita persa domenica a San Siro dalla loro squadra contro la tua?
#15995 LE ANTICIPAZIONI DELL' "ESPRESSO" E DINTORNI
scritto il 25/01/2007 22:01:54daPOSTER56
Amici bianconeri, ecco le invitanti anticipazioni dell’inchiesta che apparirà sull’ultimo numero dell’Espresso sui “magheggi” e “maneggi” contabili degli “indossatori-interceptor”.
Le ho riportate dal sito on-line della rivista.
C’erano alcuni messaggi di “tifosi”.
Ho letto alcuni di questi degli interisti e sono “fermi” alle guerre puniche ( la Juve deve restituire tutti gli scudetti perché ha rubato sempre).
Argomenti. ? Zero (come al solito) !!!
Presa di coscienza della situazione, a dir poco delicata, in cui può sprofondare la squadra nerazzurra ? Zero (come al solito) !!!
Risposte più o meno documentate agli attacchi sulla “banda degli onesti” ??? (ragazzi, gli amici bianconeri si stanno scatenando da tutte le parti!!!)
Zero, anzi sottozero !!!
Certezza di ulteriore impunità ???
Forse !!
Di certo c’è disuetudine al ragionamento ed alla elaborazione razionale della realtà, retaggio forse di frustrazioni ataviche che hanno sclerotizzato le capacità elaborative dei soggetti in questione ( gli inter…tristi) di cui ora si evidenziano le lacune interpretative.
Se non li salva ancora mamma Telecom ( in fondo ci può essere una inter…cettazione per tutti, perché, come diceva un vecchio slogan pubblicitario: “ UNA TELEFONATA (soprattutto se intercettata…!!!) TI SALVA LA VITA “(figuriamoci una squadra (???) di calcio).
Ma se la quantità della pipì (i maneggi del “petroliere” e del “telefonista”) non è più assorbibili dal pannolone (Pravda rosa ed affini, mezzibusti-bellimbusti televisivi, gli amichetti dei “quartierini alti”, ministrine e ammennicoli vari) beh, allora si scivola, se ne sente l’”olezzo” maleodorante e tutti possono accorgersi che dietro la facciata del “palazzo” nobiliare, c’è la più grande discarica a cielo aperto del…campionato italiano………
Noi speriamo.
Restiamo con i piedi per terra ma…NON MOLLEREMO MAI !!!
Ripeto, NON MOLLEREMO MAI E POI MAI !!!
Ora e sempre FORZA JUVE !!!!!!
Inter e Milan un pareggio sospetto
di Vittorio Malagutti
Valori "irrealistici" nella compravendita di giocatori. E nei bilanci. Le conclusioni del perito nominato dai pm
Morfeo e il giallo
del bonifico alle Virgin
La militanza nerazzurra di Domenico Morfeo è stata breve e poco fortunata:17 presenze e un gol nella stagione 2002-03. Ma il suo passaggio ha lasciato una traccia nel bilancio 2003 dell'Inter che ha incuriosito gli investigatori. Una traccia che porta alla società inglese Unitotalsport uk, gestita da un fiduciario e controllata da due finanziarie off shore delle British Virgin island. Come spiega la relazione del perito Luigi Magistro, Morfeo venne prelevato a costo zero dal fallimento della Fiorentina nell'estate 2002. Nella contabilità interista, però, spunta l'importo di 1,9 milioni alla voce 'capitalizzazione costo procuratore Morfeo'. Questa voce fa riferimento a un conto fornitori intestato Unitotalsport Uk. Si direbbe che l'Inter abbia girato denaro alla società britannica in qualche modo coinvolta nell'acquisto di Morfeo. Chi c'è dietro Unitotalsport? Le carte ufficiali consultate da 'L'espresso' rimandano a schermi off shore. E Magistro, nel segnalare lo strano caso di Morfeo, conclude: sarebbero necessari approfondimenti.
Herman Crespo
' Quanto vale Hernan Crespo? È fuor di dubbio che l?attaccante argentino sia un gran campione. Ma quando si passa dai discorsi da bar alle valutazioni monetarie, quelle che hanno a che fare con i bilanci e il vil denaro, allora la questione si fa più complicata. Difficile, davvero difficile, individuare i parametri giusti per trasformare il giudizio sportivo in un dato finanziario. La materia, a quanto pare, si è rivelata particolarmente ostica per i dirigenti dell'Inter. A proposito di Crespo, i manager nerazzurri hanno cambiato idea tre volte nel giro di un anno o poco più. Secondo il bilancio chiuso a giugno 2002, il campione sudamericano valeva 38 milioni di euro. A febbraio del 2003, la perizia contabile redatta in osservanza del decreto spalmaperdite dà un taglio netto di oltre 33 milioni: Crespo vale 4,45 milioni garantisce il professionista Luigi Borrè. Passano quattro mesi e il fuoriclasse prende il volo. In tutti i sensi, contabile e non. Viene spedito in Inghilterra, al Chelsea, che per averlo sborsa 24 milioni, somma iscritta nei conti interisti del 2004, con relativa maxiplusvalenza.
E allora qual è il prezzo giusto? Mistero. L'interrogativo potrebbe tutt'al più restare oggetto di talk show televisivo pallonaro, se non fosse che quei valori sono finiti anche sui bilanci dell'Inter. E il codice civile prescrive che le poste dello stato patrimoniale, così come del conto economico, devono dare una rappresentazione veritiera e corretta della situazione della società e del suo risultato economico. Può essere considerata "veritiera e corretta" la valutazione di un calciatore come Crespo che cala di quasi il 90 per cento in pochi mesi per poi risalire di lì a poco del 500 per cento?
Nasce anche da questa domanda l'indagine penale che coinvolge, tra gli altri, il patron dell'Inter, Massimo Moratti, insieme al suo collega rossonero Adriano Galliani. False comunicazioni sociali, questa l'ipotesi di reato formulata dai pm di Milano. L'inchiesta riguarda i bilanci al 30 giugno del 2003 e del 2004 per la squadra nerazzurra. Stesso discorso per la società controllata da Berlusconi, che però, dal 2003, chiude i conti al 31 dicembre. Va detto che in quel periodo le due storiche rivali si sono date una mano a vicenda, scambiandosi una pattuglia di giovani promesse. Operazioni a dir poco fortunate, che hanno fruttato profitti per milioni di euro a entrambe. Adesso però la Procura vuol capire se erano in qualche modo giustificabili, sempre alla luce del codice civile, le stratosferiche valutazioni attribuite a giocatori di livello tecnico, per usare un eufemismo, non proprio eccelso. Ma l'inchiesta ruota anche attorno ad alcune transazioni incrociate concluse dalle due milanesi con altre squadre come Chievo, Sampdoria e Parma. Gli affari sospetti sono stati ricostruiti e analizzati dal consulente tecnico della procura Luigi Magistro, un colonnello della Finanza da anni in forze come dirigente all'Agenzia delle entrate. Le plusvalenze registrate nei bilanci 2003 di Inter e Milan «risultano ancorate a valori palesemente irrealistici», queste le conclusioni della perizia, che "L'espresso" ha potuto consultare. In sostanza, le due squadre hanno gonfiato i proventi da calcio mercato. E senza queste manovre le perdite di bilancio sarebbero state ancora più elevate. Ad esempio, nel 2003 il Milan sarebbe andato in rosso per circa 46 milioni, contro i 25,6 che compaiono nei conti ufficiali. L'Inter invece, sempre nell'esercizio al 30 giugno 2003, ha limitato i danni a un deficit di 15 milioni circa grazie a plusvalenze "anomale" per 22,3 milioni. I reati ipotizzati dalla Procura si sarebbero estesi anche ai bilanci dell'anno successivo, influenzati anch'essi dalle irregolarità contabili del 2003.
Per l'Inter, oltre alla grana penale, c'è un rischio in più. Il lifting ai conti, infatti, sarebbe servito anche ad aggirare i parametri della Federcalcio per l'iscrizione al campionato 2004-05, quello dello scudetto non assegnato per lo scandalo Moggiopoli. La «mancata evidenziazione» delle perdite supplementari, recita la perizia, ha indotto «l'organismo di vigilanza (la Covisoc, ndr) a richiedere ripianamenti finanziari inferiori a quelli effettivamente necessari». Insomma, secondo i magistrati, Moratti si è iscritto con lo sconto. E ora tocca all'ufficio indagini della Federcalcio, guidato dall'ex capo della procura Francesco Saverio Borrelli, valutare se la ricostruzione dei suoi ex colleghi ha fondamento anche per la giustizia sportiva.
La perizia di Magistro racconta operazioni quantomeno sorprendenti. L'affare Crespo s'intreccia con il passaggio dall'Inter alla Lazio di un altro calciatore di fama come Bernardo Corradi. A fine giugno 2002 la società nerazzurra si assicurò l'attaccante, allora in comproprietà con il Chievo, versando alla squadra veneta 4,5 milioni, che sommati agli 800 mila già sborsati a giugno 2000, quando venne definita la comproprietà, portavano a 5,3 milioni il prezzo di Corradi. Fin qui niente di strano. Ma due mesi dopo, a fine agosto, l'ex calciatore del Chievo finì alla Lazio come parziale contropartita per il pagamento di Crespo. In quell'occasione il giocatore venne ceduto per 12 milioni. Buon per l'Inter che nel 2003 riuscì a mettere a bilancio una plusvalenza, scontando gli ammortamenti del caso, di quasi 8 milioni. I sospetti della Procura si concentrano sull'improvviso boom della valutazione di Corradi. «La circostanza che il valore (...) aumenti, in due mesi, di quasi il 140 per cento vale di per sé sola a dimostrare la palese anomalia del corrispettivo apparentemente pattuito nella cessione alla Lazio».
Queste, in breve, le conclusioni del perito. Ma, come emerge dall'indagine, la giostra degli scambi incrociati ha fruttato profitti d'oro alle due squadre milanesi anche in altre occasioni. Nel 2003 la compravendita di quattro giovani ai rivali rossoneri ha fruttato all'Inter plusvalenze per 12,9 milioni considerate "anomale" dalla Procura. Vale anche il discorso inverso: per il Milan i profitti gonfiati degli affari con la squadra di Moratti ammonterebbero a 10,7 milioni. E le poste di bilancio? Questione di opinioni, a quanto pare. Le valutazioni scendevano e salivano a seconda delle esigenze. Un caso su tutti, quello del centrocampista Giuseppe Ticli. Nel 2001 l'Inter lo mise a bilancio per 41 mila euro, salvo venderlo alla Reggiana (in serie C) per un milione. Nel 2002 Ticli torna all'Inter per 77 mila euro e la perizia ad hoc per lo spalmaperdite (febbraio 2003) valuta il calciatore soli 10 mila euro. Il boom arriva a primavera: a giugno 2003 Ticli passa al Milan per l'astronomica cifra di 3,5 milioni. Non c'è passaggio di denaro contante. L'operazione rientra in un affare più complesso tra le società milanesi che coinvolge altri sette sconosciuti giocatori. Con un'anomalia in più: le firme dei calciatori sui contratti di cessione appaiono spesso diverse da quelle che compaiono su altri documenti firmati dagli stessi giocatori. Un altro aspetto su cui ora indagano Procura e Federcalcio
#15994 leggete attentamente di pietro
scritto il 25/01/2007 21:57:36daALESSANDRO DE SENSI LAMEZIA TERME
Di Pietro juventino a testa alta
Il ministro delle Infrastrutture racconta le sue passioni bianconere, il suo distacco dalla vecchia dirigenza e la sua fiducia negli Elkann: "Lapo è un piacevole ribelle"
Antonio Di Pietro è nato il 2 ottobre 1950. ArchivioMILANO; 23 gennaio 2007 - "Non conoscevo Moggi, non lo conosco e non ho nessuna intenzione di conoscerlo in futuro. Non frequento certe persone. Delle 'moggiate', però, ne parlavano un po' tutti. Vero? E non erano belle storie". Il ministro Antonio Di Pietro va subito al cuore del problema.Lo scandalo dell’estate è una ferita ancora aperta per chi ama la Juve. "L'importante è voltarsi indietro senza arrossire" dice, indurendo il volto. Il tono di voce, però, si addolcisce subito. Basta andare a pescare tra i ricordi. "Sono nato bianconero. Volete che vi snoccioli la formazione della grande Juve di Sivori? E Boniperti? Che brava persona. Che stile. Ho avuto modo di incontrarlo quando ero magistrato a Milano. Una volta ho avuto anche l'onore di andare nel ritiro di Villar Perosa. Mi sono divertito in mezzo a tanto bianconero".
Un tifoso così appassionato come ha vissuto la retrocessione in serie B?
"Certo, non ero felice. E' stata una mazzata. Ma, grazie a Dio sono contento che la mia squadra del cuore non sia scappata davanti alle proprie responsabilità. Abbiamo pagato le 'moggiate'. E retrocedendo in serie B ci siamo ripuliti".
Lei che idea si è fatto di Moggiopoli?
"Si era creato un sistema non trasparente. La Juve non ci stava bene dentro questo meccanismo. Noi siamo la Vecchia Signora. Non possiamo tradire la nostra storia. Contesto, anche, chi si difende sostenendo che 'altri', cioè altre società, hanno pagato un prezzo meno caro. E che vuol dire? Non è una linea difensiva che accetto. Se ammazzi qualcuno sei colpevole. Non puoi pretendere di essere assolto solo perché anche un tuo rivale ha ammazzato. In fondo c'è andata pure bene...".
In che senso?
"Potevamo essere retrocessi in serie C. La legge è legge. E io sono sempre stato un difensore delle regole".
Sei mesi dopo Moggiopoli quale è l'umore del mondo bianconero?
"Incontro ogni giorno centinaia di persone e attraverso il Paese in lungo e in largo. Si parla di finanziaria, di euro, di un'Italia che ha voglia di ripartire. Poi, alla fine capita spesso di parlare di Juve. Noi bianconeri siamo ovunque. Bene, in questi mesi non ho sentito un solo tifoso dire: 'Caro Di Pietro, non sono più della Juve'. Dico, nessuno. La retrocessione,anzi, ha acceso ancora di più l'amore della gente nei confronti della squadra. Mi è capitato, piuttosto, di ascoltare altre frasi".
Del tipo?
"Una battuta classica è: 'Se incontro chi ha trascinato la mia Juve in questa storiaccia gli tiro una secchiata d'acqua'. Nessun tifoso bianconero difende i personaggi del passato".
Provi a calarsi nel ruolo di avvocato difensore della Juve: cosa chiederebbe a una giuria?
"Di restituirci subito i due scudetti che ci hanno tolto. E' stato un vero furto. Una clamorosa ingiustizia. I due scudetti la Juve se l'era conquistati sul campo senza nessun tipo di irregolarità. Anche i mondiali in Germania hanno dimostrato che la Juve aveva nella sua rosa dei grandi campioni. Basta rileggere le formazioni di Italia e Francia".
Due scudetti da rivincere.
"La Juve deve tornare subito in serie A, costruire una squadra competitiva è riprendersi quello che le è stato portato via. La mia non è una speranza ma un appello che invio a nome di tutti gli juventini d'Italia".
Un messaggio per la nuova dirigenza.
"Trovo grande entusiasmo nel comportamento di John e Lapo Elkann. Loro rappresentano il futuro. Lapo è un piacevole ribelle. Del resto, buon sangue non mente. Una volta anche Giovanni Agnelli era un simpatico scapestrato. Poi, ha voltato pagina ed è diventato l'Avvocato. Il punto di riferimento non solo della Juve ma di tutta l'imprenditoria italiana. Il Dna è lo stesso. Lapo Elkann può diventare un punto di partenza della nuova Juve. Mi aspetto investimenti importanti quando torneremo in serie A".
Riesce a seguire qualche partita del campionato cadetto?
"Certo, grazie alle immagini trasmesse da Sky. E mi piace il clima che si respira durante ogni trasferta della Juve. Il calcio è ancora più bello lontano dai grandi stadi. C'è passione vera. E mi piace questa Juve meno 'gonfia' e più umana. Lo sapete che non mi sono mai riconosciuto nel calcio-business. Tutto diventa esasperato. Il campionato di serie B mi ha riportato a un calcio del passato. Al calcio che amo".
La squadra bianconera ha recuperato in fretta la pesante penalizzazione.
"Non sono sorpreso. Ero ottimista anche all'inizio del campionato quando tanti tifosi juventini erano abbattuti. E travolti dal pessimismo. La squadra di Deschamps non ha tradito le attese. Anche la sconfitta di Mantova ci può stare, anzi, è stata un salutare bagno di umiltà. Del resto siamo tornati subito a vincere. La Juve di Del Piero, Nedved, Camoranesi, Trezeguet è fuori concorso. In più c'è quel Buffon. Un mito. Anch'io sono stato portiere, conosco il mestiere. Buffon è imbattibile. La famiglia Agnelli non lo deve cedere per nessuna cifra. La conferma di questo campione sarebbe il chiaro segnale che la Juve ha intenzione di tornare subito protagonista nel calcio mondiale. La Vecchia Signora non può essere tradita".
Lo stesso vale anche per Del Piero?
"Il capitano della Juve ha la faccia pulita. Mi piace. E' un campione degno dello stile bianconero. Resterà pure lui, vedrete. La Juve deve ripartire dalla sua storia. Che ha fatto innamorare mezza Italia".
Luca Calamai
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