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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di A. STAFFIERI del 08/10/2010 08:52:07
Calciopoli. P. Collina

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Pierluigi Collina, ex arbitro, ex designatore.

Esame Bonatti, difesa Pairetto

Avvocato Bonatti: «Può riassumere la sua carriera nel mondo arbitrale?»
Collina: «Ho iniziato nel 1977, a 17 anni…ho arbitrato la prima partita di Serie A nel 91, nel 1995 sono diventato internazionale e ho arbitrato fino all’estate del 2005.»
Avv. Bonatti: «E dopo?»
Collina: «Dal dicembre 2007 ho assunto l'incarico di consulente alla CAN A e B e da luglio 2007 al 30 giugno 2010 sono stato commissario della CAN A e B.»
Avv. Bonatti: «Ha svolto il ruolo di designatore?»
Collina: «Sì, era il termine tecnico; diciamo che il termine “volgare” è designatore.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento alla storia recente, può riassumersi dal 2000 in avanti la genesi delle designazioni? Cioè, ci sono stati dei cambiamenti? Si sono verificate sempre nello stesso modo? Sono sempre state riservate a scelta “arbitraria”? A sorteggio?»
Collina: «Non ricordo gli anni precisi, però sicuramente si è passati attraverso una fase di designazione soggettiva, cioè delle scelte fatte da una persona o da un gruppo di persone che fanno parte di una commissione, ad una scelta legata all'utilizzo di un computer con un programma che prevedeva l’inserimento di determinate variabili e che dava un certo tipo di risultato, poi all’utilizzo di un sorteggio, chiaramente legato anche questo all’inserimento di alcune variabili; un sorteggio, diciamo così, “pilotato”…non un sorteggio “puro”, fino agli ultimi anni dove invece si è ritornati alla scelta soggettiva.»
Avv. Bonatti: «Quindi, nella sua gestione quale commissario, lei ha scelto autonomamente e soggettivamente gli arbitri da designare?»
Collina: «Assolutamente sì, è stata una delle condizioni dalla quale non avrei potuto prescindere.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento all’anno calcistico 2004/05, lei ricorda quale fosse il metodo di designazione?»
Collina: «Sorteggio per fasce, per griglie.»
Avv. Bonatti: «Nella stagione 1999-2000 arrivano Pairetto e Bergamo.»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Prima di allora era stato previsto anche un tipo di sorteggio diverso da quello poi successivamente adottato nella gestione Pairetto-Bergamo?»
Collina: «Sì, se non ricordo male un sorteggio integrale, cioè gli arbitri erano divisi in due gruppi, uno per la Serie A e uno per la Serie B. Due gruppi senza la possibilità di scambio se non ad un certo punto della stagione, e gli arbitri venivano sorteggiati all’interno di queste partite.»
Avv. Bonatti: «Questo è favorente o sfavorente rispetto alla crescita di un arbitro giovane?»
Collina: «Assolutamente sfavorente.»
Avv. Bonatti: «E il sistema adottato negli anni successivi?»
Collina: «Migliore rispetto all’esperienza precedente, ma assolutamente non adeguato a quello che è un processo di formazione/crescita degli arbitri. La scelta soggettiva è il sistema migliore»
Avv. Bonatti: «Nel suo palmarès è stato nominato per sei anni consecutivi “miglior arbitro del mondo”?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Corrispondono questi anni alla gestione quali designatori di Bergamo e Pairetto?»
Collina: «Sì…ho dei dubbi sul primo ma credo che non rilevi.»
Avv. Bonatti: «Nel 2004-2005 Pairetto era anche designatore Uefa?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Lei era arbitro internazionale anche quell’anno?»
Collina: «Assolutamente sì.»
Avv. Bonatti: «L'atteggiamento del dottor Pairetto nei suoi confronti, sia per partite in ambito nazionale che internazionale, era un atteggiamento di neutralità, ispirato sia a consigli o suggerimenti di natura tecnica, o aveva invece altro tipo di caratteristiche? »
Collina: «Era improntato a dare consigli, a cercare di ottenere dagli arbitri, da me in particolare, ovviamente rispondo per me, le migliori prestazioni possibili. »
Avv. Bonatti: «Le venne mai suggerito dal dottor Pairetto o da qualcuno di assumere atteggiamenti che le riteneva non tecnicamente giustificati o giustificabili per favorire o sfavorire l’una piuttosto che l'altra compagine calcistica? »
Collina: «No
Avv. Bonatti: «Ha mai visto o sentito che il dottor Pairetto si fosse impegnato con analoghe azioni nei confronti dei suoi colleghi o designatori o arbitri? »
Collina: «No. »
Avv. Bonatti: «Nell’anno 2004/05, o anche negli anni precedenti e, credo, anche in quelli successivi, la categoria arbitrale era soggetta ad attacchi mediatici o da parte delle società calcistiche?»
Collina: «Mediatici sicuramente sì, e sicuramente da parte delle società calcistiche c'erano critiche.»
Avv. Bonatti: «Pairetto e Bergamo proteggevano la categoria da questi attacchi, ossia, svolgevano il loro ruolo di mediazione e quindi di protezione o invece li lasciavano “esposti”?»
Collina: «E' il compito dei designatori proteggere.»
Avv. Bonatti: «Sì, ma loro lo facevano?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Nel 2004/05, lei ha ragioni di sostenere che questo atteggiamento di protezione era diverso a seconda di chi elevava le proteste? »
Collina: «Non ho ragione per poterlo pensare. »
Avv. Bonatti: «Lei ricorda di aver arbitrato in quell’anno la partita Siena-Milan del 17 aprile 2005?»
Collina: «Sì.»
Avv. Bonatti: «Ricorda chi vinse?»
Collina: «2 a 1 per il Siena.»
Avv. Bonatti: «Qualcuno si adoperò presso di lei perché il risultato di quella partita fosse in qualche modo orientato? »
Collina: «No. »
Avv. Bonatti: «A parte lei, ha modo di ritenere che i suoi assistenti avessero assunto anche in questo caso atteggiamenti tecnicamente non coerenti e quindi avessero preso decisioni che potevano essere ispirate a ragioni diverse da quelle tecniche?»
Collina: «Avrei denunciato la cosa. »
Avv. Bonatti: «Ricorda chi erano i suoi assistenti in quella partita?»
Collina: «Farneti e Baglioni.»
Avv. Bonatti: «Vi fu un episodio su Shevchenko segnalato da Baglioni?»
Collina: «Fu annullata una rete sul risultato di 0-0 per un fuorigioco.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che questa segnalazione fosse giustificata, corretta, coerente?»
Collina: «Ho assecondato l'assistente. Da quella che era la mia percezione dal campo, non avevo elementi per potere non tener conto della segnalazione. Questo è quel che prevede il regolamento.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che fossero rispettati i criteri per la loro formazione delle griglie?»
Collina: «I criteri oggettivi, le preclusioni, non possono che essere rispettati. Ricordo di un episodio che mi ha visto coinvolto nel quale, ora non ricordo se era stata inserita o non inserita una preclusione che mi riguardava, il mio nome fu abbinato a quello di una partita mi sembra di ricordare del Palermo, il sorteggio fu rifatto. Mi ricordo bene perché io anziché andare in Serie A. andai in una partita di Serie B. E, le dico la verità, non la presi molto bene.»
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che, rispetto a Coverciano, le riunioni vertevano su commenti tecnici alle partite?»
Collina: «Veniva analizzata una serie di episodi che venivano selezionati dai designatori.»
Avv. Bonatti: «Ritiene che queste selezioni, che in questi commenti fossero riservati trattamenti diversi agli eventuali errori o alle giuste segnalazioni arbitrali a seconda della squadra che era interessata dal fallo o comunque dalla problematica evidenziata?»
Collina: «Non in maniera rilevante. Può darsi che possa essere messa maggiore attenzione su un episodio che ha avuto rilevanza maggiore, ma non ho avuto riscontro di un atteggiamento deliberato in tal senso. »
Avv. Bonatti: «Ritiene che fossero mai state, dal dottor Bergamo o dal dottor Pairetto, evidenziate problematiche tecniche quando invece queste non c’erano o comunque che si fosse calcata la mano su situazioni rispetto alle quali invece non avrebbe dovuto essere calcata la mano?»
Collina: «Si…volevo però anche cercare di spiegare che la scelta dell'episodio è anche funzionale a determinati momenti. Se mi rifaccio alla mia esperienza recente, se ho un arbitro che sta vivendo un momento negativo e difficile che io vada ad enfatizzare o che sia andato ad enfatizzare un suo episodio perché non farei altro che accentuare il suo momento di disagio, il suo momento di difficoltà; è più facile essere più attenti e più decisi magari su chi sta vivendo un momento buono di forma, di condizione psicologica.»
Avv. Bonatti: «Lo facevano anche allora?»
Collina: «Non lo so con certezza, ma credo che faccia parte dell’attività di gestione di un gruppo.»
Avv. Bonatti: «Lei arbitrò nella stagione 2004-05…30 gennaio 2005 Atalata-Juve e 6 febbraio Parma-Inter...se le ricorda queste due partite?»
Collina: «Sarei un marziano se mi ricordassi due date, due partite. Mi ricordo le due partite perché entrambe ebbero qualche cosa, ma non ricordo assolutamente né la sequenza temporale, né le date.»
Avv. Bonatti: «Non ricorda di “punizioni” che le vennero impartite verso la fine di quel campionato?»
Collina: «Difficile, se non c’è un chiaro messaggio, potere capire…mi ricordo di un non utilizzo dovuto a scelta voluta, ma non so se in quel campionato.»
Avv. Bonatti: «Lei conosce il signor Leonardo Meani? »
Collina: «Assolutamente sì. »
Avv. Bonatti: «Lo conosce da tanto o da poco?»
Collina: «Io credo da 22, 23, 25 anni.»
Avv. Bonatti: «Con riferimento a quegli anni (2004/05, precedenti e successivi), lei ritiene che il suo rapporto con Meani abbia avuto connotazioni volte anche lì ad influenzare la sua neutralità?»
Collina: «Da parte sua nei miei confronti, nella maniera più assoluta no. »
Avv. Bonatti: «Quindi lei sa di aver rispettato le regole della correttezza sotto il profilo anche disciplinare per quanto riguarda il suo comportamento…»
Collina: «Sono stato valutato sia dagli organi di giustizia federale sia dell'Aia, e sono stato prosciolto. »
Avv. Bonatti: «Lei ritiene che quei provvedimenti corrispondano all’oggettività storica del suo contegno?»
Collina: «Assolutamete sì.»
Difesa Meani: «Opposizione, il teste ha già risposto.»
Avv. Bonatti: «Era possibile, nella redazione dei calendari, inserire variabili segrete? »
Collina: «Non lo so perché io non ho mai partecipato alla redazione dei calendari.»
Avv. Bonatti: «Lei quando fu sentito il 16 maggio 2006 a Roma negli uffici dei Carabinieri Lazio, in quell’occasione rispose, lo leggo al tribunale: “infine sulla predisposizione dei calendari mi esprimo con una sostanziale perplessità derivante dalla impossibilità di inserire variabili in maniera segreta”…»
Collina: «Lei fa riferimento ad una telefonata nella quale io parlavo di millanterie o millantato credito a fronte di cose di questo tipo perché non credevo e non credo che fosse possibile, questa è la risposta. Però se lei mi chiede se ho elementi per poterlo dire, le devo dire che non ho elementi.»
Avv. Bonatti: «Non le risulta sia possibile, quindi?»
Collina: «Non sono un esperto di redazione calendari, però credo di avere dato in quella telefonata la mia risposta, cioè dire che secondo me non era possibile e che se era stato detto qualcosa del genere, poteva essere qualcosa di diverso.»
Avv. Bonatti: «Ecco, faceva lei riferimento a una telefonata…con chi?»
Collina: «Con Meani.»
Avv. Bonatti: «Quindi quando andò a quell’interrogatorio le fu “contestata”, o comunque fatta sentire, o letta questa telefonata…»
Collina: «Mi sembra di ricordare di si. Ora non mi ricordo se mi fu fatta sentire o se mi fu letta la trascrizione.»

Esame Morescanti, difesa Bergamo

Avv. Morescanti: «Credo di aver capito che lei, tra la designazione diretta, che era la situazione che lei ha voluto e il sorteggio preferisse, me lo confermi, la designazione diretta perché comunque deve esserci una scelta, giusto?»
Collina: «Nel 2002, quando ero ancora arbitro, e quando ero ancora designato attraverso il sorteggio, io ho scritto in un libro che assolutamente, la designazione con sorteggio è un rifiuto dell’intelligenza. Credo di averlo detto in maniera chiara quando arbitravo ancora, quindi.»
Avv. Morescanti: «Nella gestione del duo Bergamo-Pairetto, nella quale non vi era la “designazione” ma il sorteggio, questi due designatori dovevano comunque preparare delle griglie, giusto? Lei può spiegare esattamente il lavoro che si trovavano difronte Bergamo e Pairetto nel redigere le griglie? Lei prima parlava con riferimento soprattutto a dei canoni prestabiliti contro i quali loro non potevano fare nulla, come le preclusioni. Lei può spiegare al collegio tutte queste situazioni? Quindi quali erano le regole a cui doveva sottostare la formazione della griglia, e poi, anche le scelte personali, a che cosa dovevano far riferimento?»
Collina: «Sul termine esattamente ho qualche perplessità, nel senso che comunque sono passati un po’ di anni per cui chiedo scusa per qualche eventuale imprecisione. Sicuramente esistevano dei vincoli a cui i due designatori dovevano attenersi per la redazione di queste griglie. Vincoli che erano dati dall’impossibilità di arbitrare partite disputate da squadre appartenenti alla provincia di residenza dell’arbitro piuttosto che alla provincia dove viene svolta l’attività professionale principale dell’arbitro. Poi c’era sicuramente un impedimento derivante dalla ripetitività, cioè non si poteva riarbitrare la stessa squadra più di un certo numero di volte all’interno della stessa stagione; e credo ci fosse, per poi essere cambiata negli anni, una (regola) che imponeva un certo numero di domeniche fra una designazione e l’altra. Credo fu cambiata perché io mi trovai ad arbitrare la stessa squadra, se non ricordo male, a distanza di 7 o 14 giorni in una stagione. Per cui sicuramente, negli anni di utilizzo di questo sistema, a un certo punto qualcosa è cambiato. Però, c’era anche un impedimento di questo tipo. Che ricordi io, altri impedimenti di questo tipo oggettivo…chiaramente quelli legati ad eventuali conflitti d’interesse; per cui, gli arbitri sono tenuti a dichiarare all’inizio della stagione tutta una serie di informazioni. Viene chiesto loro se esistono rapporti di parentela piuttosto che rapporti di vario genere con persone che comunque abbiano un attività all’interno del calcio. Per cui in funzione di questa eventuale presenza, può esserci un impedimento. Dopo di che, invece, subentra la scelta di inserire determinati arbitri all’interno di una griglia che dipendeva dalla qualità degli arbitri, dal momento di forma degli arbitri, ma anche da esigenze, magari, di utilizzare qualcuno di questi arbitri nelle domeniche successive. Esistono fattori soggettivi che vanno a convincere le persone che devono fare queste scelte di inserire qualcuno piuttosto che qualcun altro. Chiaramente le stesse cose anche al negativo. Per cui, un cattivo stato di forma oppure una prestazione non positiva sicuramente impedisce o avrebbe dovuto impedire l’inserimento di questo arbitro all’interno di una griglia, magari con le partite più importanti.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda, con specifico riferimento all’anno 2004/05, quanti arbitri aveva a disposizione la CAN?»
Collina: «No.»
Avv. Morescanti: «Se le dico 40?»
Collina: «E’ nei documenti, per cui…però non ricordo.»
Avv. Morescanti: «Ok…di questi 40, perché erano 40, lei conosce il numero di arbitri internazionali, sempre nel 2004/05?»
Collina: «L’Italia ha da anni 10 arbitri internazionali. Per alcune stagioni ne ha avuti alcuni di meno. Però credo fossero 10. Però anche questo sta nella documentazione.»
La Morescanti legge i nomi di alcuni arbitri italiani nella stagione 2004/05.
Collina: «Sono arbitri che sono stati internazionali. Non le so dire se erano internazionali in quella stagione, nella stagione precedente o in quella successiva. Comunque sono tutti stati degli arbitri internazionali.»
Avv. Morescanti: «In base a queste valutazioni soggettive che un designatore deve fare nell’inserimento dell’arbitro, in quegli anni, nella griglia, in base alle valutazioni personali, il fatto che un arbitro era arbitro internazionale, quindi probabilmente un arbitro riconosciuto tra i più bravi della CAN, in base a questo ragionamento soggettivo del designatore, è giusto dire che gli arbitri internazionali andavano sempre nella prima fascia, ovvero nella prima griglia?»
Collina: «Non necessariamente.»
Avv. Morescanti: «Quali gare venivano messe nella prima griglia?»
Collina: «Erano inserite le partite ritenute più importanti, però non necessariamente dovevano essere affidate ad arbitri internazionali. Era sicuramente più probabile che in una griglia con le partite più importanti ci fossero arbitri, o comunque un numero importante di arbitri internazionali.»
Avv. Morescanti: «Ricorda la posizione di classifica della Juventus nel campionato 2004/2005?»
Collina: «Ha vinto il campionato. Ad un certo punto, sicuramente, le due squadre che lottavano erano Juve e Milan.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda quante erano le gare che potevano andare in prima griglia ogni domenica?»
Collina: «Credo che il minimo fosse quattro o tre. Forse in qualche occasione c’è stata anche una griglia a 3 di prima fascia. Non glielo assicuro. Quattro sicuramente. Mentre non credo ci fosse un massimo prestabilito. Dipendeva dalla necessità della partita anche perché in prima fascia/griglia potevano andare gare di Serie B che erano ritenute comunque importanti.»
Avv. Morescanti: «Nel 2004 2005 Tombolini e Racalbuto non erano arbitri internazionali (Collina conferma) ma si ricorda se siano mai stati inseriti in prima fascia/griglia?»
Collina: «Sicuramente sì.»
Avv. Morescanti: «Anche se non internazionali, questi due arbitri, poi se lei ricorda anche il motivo per cui loro non sono diventati internazionali, avevano comunque disputato ognuno oltre 100 gare in Serie A?»
Collina: «Non so il numero esatto ma avevano una esperienza. Credo fossero al loro settimo/ottavo anno di appartenenza alla CAN. Avevano sicuramente una grande esperienza.»
Avv. Morescanti: «Le risulta che un arbitro internazionale non può essere inserito in griglia (obbligo dato dalle disposizioni UEFA) nelle 48 ore successive e precedenti all'utilizzo di questo arbitro in una gara di una competizione europea?»
Collina: «L’indicazione data dalla UEFA è nelle 48 ore antecedenti alla partita della UEFA, in quelle successive alla UEFA non interessa cosa faccia quell’arbitro. L’importante per la UEFA è che venga garantita la propria partita. Per cui un arbitro non deve arbitrare una gara del campionato nazionale nelle 48 ore precedenti alla partita.»
Collina racconta un aneddoto riguardante questa disposizione.
Avv. Morescanti: «Lei ricorda quante gare ha arbitrato in Serie A con riferimento alla stagione 2004/05?»
Collina: «Non ricordo.»
Avv. Morescanti: «Se le dico 28?»
Collina: «Mi sembrano tante…»
Avv. Morescanti: «Quante sono le giornate di campionato?»
Collina: «38.»
Avv. Morescanti: «Quindi lei ha arbitrato 28 volte su 38 giornate? »
Collina: «Se lei mi dice che erano 28…»
Avv. Morescanti: «Durante la stagione calcistica, un arbitro ha normali turni di riposo?»
Collina: «Dipende dalle necessità di chi lo designa. Credo che gli arbitri si allenino, si preparino per andare in campo la domenica. Sicuramente c’è un turnover.»
Avv. Morescanti: «Per il suo rapporto diretto che lei ha avuto con i designatori Bergamo e Pairetto, in particolare Bergamo, lei che dopo ha fatto anche il designatore può spiegare al collegio se questo ruolo, e questo rapporto tra designatore e arbitro, può essere equiparato a quello che ha un allenatore con un proprio giocatore? »
Collina: «Fa parte di un corretto svolgimento di questa attività.»
Avv. Morescanti: «Se Bergamo aveva intenzione di inserire Collina piuttosto che Rosetti, piuttosto che Tombolini in prima fascia dove c’erano tre partite, quattro partite, cinque partite tutte importanti, tutte difficili, poteva capitare che Bergamo magari ne parlasse con l’arbitro e dicesse: “avevo intenzione di inserirti in prima fascia”…più o meno, non direttamente in questo modo, ma con il designatore che cercava di capire il vostro stato psicologico per poter poi lui decidere se voi psicologicamente potevate essere pronti per essere inseriti in prima o in seconda fascia/griglia?»
Collina: «Ovviamente le posso rispondere solo a titolo personale per quella che è la mia esperienza…gli anni in cui ho avuto come designatori Pairetto e Bergamo ero già ai vertici. Credo che determinate cose, determinati colloqui, determinati atteggiamenti, determinati, anche, scambi di idee potessero avvenire con me e magari pensare che non potessero avvenire con altri. A me è capitato…credo che questi rientrino nell’attività, conoscere le condizioni, lo stato di forma di un arbitro. Il parallelo con un allenatore è per certi versi assolutamente corretto, per altri un po’ meno; nel senso che il vincolo di dipendenza “gerarchica” che esiste tra un designatore ed un arbitro, è molto superiore a quello che esiste tra un allenatore ed un giocatore, perché un giocatore comunque ha la possibilità, se non ha considerazione da parte del proprio allenatore, di poter cambiare club e poter continuare la propria attività altrove. Se un arbitro non ha la considerazione da parte del proprio designatore e smette di arbitrare, ha smesso di arbitrare. La dipendenza “gerarchica” che esiste tra un arbitro ed il proprio designatore è sicuramente molto superiore.»
Avv. Morescanti: «Risponde al vero che ci sono delle gare di campionato che, in riferimento all’ordine pubblico e alla violenza negli stadi, sono suscettibili da parte dei designatori, e comunque del mondo del calcio in generale, ad un controllo maggiore per quello che riguarda l’ordine pubblico? »
Collina: «Beh, sicuramente non è compito dei designatori designare in funzione di questo tipo di condizione, però, sicuramente, gare che hanno una certa rilevanza, devono avere da parte di chi designa l’arbitro una adeguata attenzione. Per cui una gara che può essere potenzialmente molto complicata, sarà sicuramente posta sotto un’attenzione maggiore da parte di chi sceglie l’arbitro.»
Avv. Morescanti: «Corrisponde al vero che gli arbitri a fine gara, molto spesso, vengono addirittura scortati dalle forze dell’ordine per poter uscire dallo stadio?»
Collina: «Molto spesso per una questione di velocità. Il 10% per una questione di “tranquillità”, il 90% per evitare, ad esempio, traffico.»
Avv. Morescanti: «Lei ricorda se si dovette interrompere una partita per questioni di sicurezza?»
Collina: «Si, Roma-Lazio all’Olimpico. Non ricordo l’anno»
Avv. Morescanti: «Si ricorda, se è vero, che il dottor Bergamo avesse intenzione di lasciare e di passare a lei l'incarico di designatore?»
Collina: «Sicuramente questo argomento è stato oggetto di colloqui tra noi, non saprei indicare una data precisa. Però in maniera “progettuale” da parte sua c’è sempre stata la convinzione che sarei stato la logica successione; una volta che avrei smesso di arbitrare, la logica era quella che avessi continuato un certo tipo di lavoro svolto. Però, come dicevo, è stato un discorso “progettuale”. Dopo, sicuramente nella stagione 2004/05, si è passati ad una fase più concreta. Non più solo Bergamo mi parlava di queste cose…c’era anche l’allora presidente della Federazione, Carraro, che mi sollecitava in questo senso. Con Bergamo ne abbiamo parlato in maniera ripetuta. La valutazione era quella se fare un altro anno da arbitro. Nel 2005 avrei dovuto terminare la mia carriera per il raggiungimento del limite d’età dei 45 anni. L’Associazione Italiana Arbitri fece una modifica al proprio regolamento per concedere agli arbitri appartenenti alla categoria d’elite della UEFA, alla quale io appartenevo insieme ad altri, di poter continuare per un’altra stagione e quindi arrivare a 46 anni. Il dubbio era se terminare la carriera a giugno 2005 o se continuare per un’altra stagione. Io volevo continuare per un altro anno mentre Carraro mi voleva convincere del contrario. Bergamo valutava entrambe le cose con negatività.»
Avv. Morescanti: «L'arbitro da chi viene retribuito?»
Collina: «Viene retribuito dalla FIGC.»
Avv. Morescanti: «Ricorda se c’era volontà da parte della federazione di organizzare (o se erano organizzati) incontri tra federazione e lega o anche tra arbitri e rappresentanti delle società?»
Collina: «Sì, anche in quella stagione sono stati organizzati incontri con capitani, allenatori, dirigenti. Solitamente si facevano al termine del girone di andata. Non ricordo se in quella stagione era ancora in essere una cena che veniva organizzata dalla lega nazionale professionisti, a Milano, prima di natale con i dirigenti delle società.»
Avv. Morescanti: «Lo scopo di questi incontri?»
Collina: «Confrontarsi con quelle che sono le problematiche del gioco del calcio e dei campionati
Avv. Morescanti: «Anche per rasserenare?»
Collina: «Non era una questione di rasserenare, credo che fosse proprio un confronto concreto su tematiche anche tecniche. Ovvero interpretazioni di regole. Chiaramente più con capitani e allenatori. Ci sono modifiche sulle interpretazioni delle regole; è giusto che capitani ed allenatori ne siano al corrente. La discussione si basava anche su queste cose.»
Avv. Morescanti: «Nel 2004-2005 ha avuto pressioni o momenti in cui ha potuto capire che il dottor Bergamo in particolare faceva pressioni perché lei arbitrasse una gara a favore o contro qualcuno? »
Collina: «No. »
Avv. Morescanti: «Non crede che le polemiche e le critiche agli arbitri siano spesso infondate perché si va spesso a mettere a confronto quello che l’arbitro vede durante il gioco dalla sua posizione sul terreno di gioco, rispetto a quello che possono vedere 30 telecamere dislocate su tutto il campo?»
Collina: «La risposta è scontata. Credo che ci sia una speculazione assoluta tra quella che è la capacità umana di percepire un episodio, rispetto a quello che la tecnologia, nel corso degli anni, è stata capace di offrire. »
Avv. Morescanti: «Un’ultima domanda. Qual è il ruolo dell'osservatore arbitrale? Quando viene inviato? Viene inviato per tutte le gare? Per quale motivo viene inviato?»
Collina: «In Serie A e B viene inviato in tutte le partite e la funzione è quella di valutare la prestazione dell’arbitro. E’ un ex-arbitro, quindi una persona che ha competenza in questo campo. Quindi l’obiettivo è quello di valutare la prestazione; deve redige un rapporto che servirà al designatore per prendere decisioni sul futuro utilizzo di quell’arbitro.»

Esame Gallinelli, difesa De Santis

Avv. Gallinelli : «Con riferimento al numero di gare da lei arbitrate nella stagione 2004/05, questo numero era connesso al suo valore e prestigio di arbitro?»
Collina: «Credo che fosse legato anche al rendimento; non credo che un arbitro possa essere designato per la sua “storia”. Se non garantisce prestazioni adeguate a quelle che sono le necessità del campionato, puoi essere il miglior arbitro del mondo ma non vieni utilizzato.»
Avv. Gallinelli: «In quell'anno De Santis era internazionale?»
Collina: «Sì.»
Avv. Gallinelli: «Da quanti anni?»
Collina: «Non ricordo ma certamente era uno degli internazionali più esperti.»
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se mezz'ora prima dell’inizio di un incontro calcistico, e dopo la consegna -da parte dell’arbitro- del referto arbitrale all’osservatore, era possibile per l'arbitro conferire con i dirigenti di società che partecipavano ad una determinata competizione calcistica?»
Collina: «La Lega Nazionale Professionisti, a quel tempo, aveva emanato una circolare all’inizio della stagione che imponeva il divieto di accesso agli spogliatoi degli arbitri nei 30 minuti precedenti la disputa della partita; l’accesso agli spogliatoi era autorizzato per il dirigente accompagnatore, per il dirigente addetto all’arbitro, cioè due dirigenti scritti in elenco e, l’unica altra persona che poteva entrare era il presidente della società per fare un saluto, gesto di cortesia fatto nei confronti della terna/quaterna arbitrale. Però questo doveva avvenire, anche per motivi di concentrazione, in un tempo precedente ai 30 minuti rispetto all’inizio della gara. Dopo la partita non esisteva un divieto di accesso allo spogliatoio della quaterna. Ovviamente le stesse persone che erano autorizzate prima, erano autorizzate anche dopo, però capitava che dopo la partita potessero passare a salutare anche altri dirigenti, così come poteva capitare che qualche altro dirigente che chiedeva di poter entrare, gli venisse detto di no. C'erano dirigenti che venivano più spesso mentre altri non veniva quasi mai.»
Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se le è capitato durante la sua carriera di ammonire giocatori diffidati?»
Collina: «Ovviamente sì.»
Avv. Gallinelli: «Al momento dell'ammonizione era a conoscenza del fatto che fossero diffidati o lo veniva a sapere dopo? »
Collina: «No, non ne ero a conoscenza. »
Avv. Gallinelli: «Nel campionato 2004/05 lei arbitrò Milan-Juventus che si giocò l’8 maggio 2005...»
Collina: «Sì...Milan-Juventus a 2 giornate dalla fine del campionato.»
Avv. Gallinelli: «In quel momento era in corso una lotta per la conquista del titolo.»
Collina: «Si giocavano il campionato.»
Avv. Gallinelli: «Ricorda se il Milan aveva giocatori diffidati?»
Collina: «No, era l’ultima delle mie preoccupazioni.»
Avv. Gallinelli: «E si ricorda contro quale squadra giocò la gara precedente?»
Collina: «No, oggi no. Probabilmente se mi avesse fatto questa domanda il giorno della partita, le avrei detto di sì.»
Avv. Gallinelli: «Fiorentina-Milan?»
Collina: «Non ricordo.»
Avv. Gallinelli: «E l'ultima di campionato che ha arbitrato, Fiorentina-Brescia, era una partita decisiva per la retrocessione? Ci furono contestazioni nei confronti della condotta arbitrale, alla fine?»
Collina: «Era una partita decisiva per la retrocessione, e riguardo a delle contestazioni nei miei confronti, credo assolutamente no.»
Avv. Gallinelli: «Problematiche sollevate dalla stampa sportiva?»
Collina: «Credo che i giudizi della stampa, il giorno successivo a quella partita, fossero assolutamente tutti molto positivi.»
Avv. Gallinelli: «Mi sa dire quali sono le modalità per qualificare un campo come impraticabile?»
Collina: «L'impossibilità di disputare la partita
Avv. Gallinelli: «Chi deve decidere, e quali sono gli accertamenti da fare?»
Collina: «L’arbitro deve decidere e determinare se la gara può essere disputata; per cui se esistono le condizioni che possono far disputare la gara anche in rispetto di quella che è la sicurezza dei giocatori. Nel concreto dipende dal tipo di condizione ostativa: se c’è la nebbia, ovviamente, deve verificare che ci sia visibilità sufficiente a controllare il gioco, se c’è ghiaccio, che non ci siano particolari pericoli per i giocatori, se c'è acqua sul terreno di gioco, che ci siano le condizioni per poter disputare la partita. E cioè, che il pallone si muova.»
Avv. Gallinelli: «L’arbitro, facendo rimbalzare il pallone, verifica se ci sono le condizioni per poter giocare?»
Collina: «Sì, è una delle verifiche, ma può essere anche quello di farlo correre.»
Avv. Gallinelli: «Ricorda se prima e dopo della partita era lecito parlare con i designatori? »
Collina: «Certamente, è compito di un designatore parlare con i propri arbitri prima o dopo la partita. A me è capitato di parlare con i designatori prima della partita, ricevevo quasi sempre una chiamata di Paolo Bergamo intorno alle 12 della domenica. Era una cosa che a lui faceva piacere fare. Anche me faceva piacere. Però ad esempio è una cosa che io non ho mai fatto. Però non trovo nulla di non corretto. »
Avv. Gallinelli: «Si ricorda i termini e le modalità del cosiddetto "progetto arbitro campione", un accordo che venne stipulato tra FIGC, AIA e con la Ing. Project (società olandese) a settembre del 2004?»
Collina: «Non ricordo il “progetto arbitro campione”. Ricordo una sponsorizzazione effettuata da parte di questa società nei confronti della FIGC e nella fattispecie dell’AIA.»
Avv. Gallinelli: «Era un progetto promo pubblicitario, giusto? Girò anche degli spot?»
Collina: «Sì, con altri colleghi. De Santis, Paparesta e Trefoloni.»
Avv. Gallinelli: «C'era un accordo per i compensi a seguito di questa attività pubblicitaria?»
Collina: «Non so se c’erano degli accordi con gli altri tre arbitri, io sicuramente avevo un accordo che mi riguardava. »
Avv. Gallinelli: «Lei percepì somme di denaro?»
Collina: «Sì, regolarmente fatturate. Faceva parte di una proposta che mi è stata fatta da parte del presidente dell’AIA, Lanese, e dai due designatori. »
Avv. Gallinelli: «Quindi aveva un accordo scritto con l'Aia riguardo questa attività pubblicitaria?»
Collina: «Non so se era un accordo scritto, o verbale, ma sicuramente ci fu la mia adesione a quella che era stata la proposta che mi era stata fatta da parte di Lanese, sulla base di una richiesta specifica da parte dello sponsor.»
Avv. Gallinelli: «Sa se De Santis ha avuto un compenso?»
Collina: «Non lo so. So che il mio compenso l’ho avuto dopo 3 anni, ma non so se De Santis, Paparesta e Trefoloni lo hanno ricevuto, ma soprattutto non so se c’era stata una proposta nei loro confronti simile a quella che avevo ricevuto io.»
Avv. Gallinelli: «Sa se c'è stata una interrogazione parlamentare l’11 luglio 2008 su tale argomento?»
Collina: «No.»

Esame De Nigris, difesa Lotito

Avv. De Nigris: «Può dire la procedura di nomina degli assistenti…se la sa?
Collina: «La procedura di nomina degli assistenti...nella commissioni arbitri esisteva una persona che era responsabile degli assistenti che, credo, facesse una proposta di designazione diretta che veniva vagliata dai due designatori e avallata oppure modificata in funzione dei convincimenti dei designatori. Non c’era sorteggio.

Esame Picca, difesa Della Valle

Avv. Picca : «Lei ha ricordato di aver arbitrato la partita Fiorentina-Brescia disputata il 29 maggio 2005. Prima della partita, lei ha ricevuto richiesta da parte dei designatori Bergamo e Pairetto di assumere delle decisioni arbitrali finalizzate ad avvantaggiare la Fiorentina e a svantaggiare il Brescia? »
Collina: «Non ho mai ricevuto richieste da parte di Bergamo e Pairetto di influenzare con mie decisioni i risultati. »
Avv. Picca: «Ha ricevuto richieste analoghe da parte di altre persone?»
Collina: «No.»

Esame Prioreschi, difesa Moggi

Avv. Prioreschi : «Fiorentina-Juve 3-3 del 9 aprile 2005: c'è stato un episodio di gol/non-gol di Cannavaro?»
Collina: «Sì, ricordo che c’è stato un episodio di questo tipo nell’arco del primo tempo, sulla quale l'assistente (che in queste situazioni aiuta l’arbitro o prende anche la decisione) disse che secondo lui il pallone non era entrato e quindi decidemmo di far proseguire il gioco. Ricordo che all’intervallo, l'allenatore della Juventus mi parlò di un pallone entrato di un metro...credo che avesse approssimato per eccesso. Ricordo che dopo la gara vidi l’episodio e ancora oggi non so se il pallone fosse entrato o meno. E’ uno degli episodi che uno valuta diversamente a seconda di come lo si guarda.»
Avv. Prioreschi: «Ricorda se per questa gara ebbe conversazioni con i designatori?»
Collina: «Sì, ricordo che dissi che mi aveva fatto piacere uscire dallo stadio con i tifosi della Fiorentina che avevano un atteggiamento molto positivo.»
Avv. Prioreschi: «Lei è stato sentito dai carabinieri il 16 maggio 2006…ricorda quanto è durato quell'interrogatorio?»
Collina: «Devo distinguere: attesi circa 2 ore per iniziare da quando entrai al momento in cui iniziò la mia “audizione”. Ricordo che insieme ad un’altra persona mi affacciai ad una finestra perché non volevo che si pensasse che il mio interrogatorio era iniziato nel momento in cui ero entrato...»
Avv. Prioreschi: «E perché iniziò dopo 2 ore?»
Collina: «Perché probabilmente c’era qualcun altro che doveva essere ascoltato.»
Avv. Prioreschi: «Dal verbale risulta che questo interrogatorio è iniziato alle ore 16.45 ed è terminato alle 21.45…»
Collina: «Abbiamo avuto anche tutta una fase di redazione del verbale, per cui…io non so tecnicamente cosa intende lei per interrogatorio…»
Avv. Prioreschi: «Quando s’è messo seduto ed ha cominciato a parlare, e quando si è alzato perché ha smesso di parlare.»
Interviene il presidente Casoria per far andare avanti l’esame.
Avv. Prioreschi: «Conferma che s’è trattato di un verbale di tre paginette dattiloscritte? »
Collina: «Non lo ricordo con precisione.»
Avv. Prioreschi: «L’interrogatorio si è svolto in un clima sereno?»
Collina: «Direi di si…assolutamente sì.»

Presidente Casoria: «Anche nella designazione diretta, quella che lei predilige, si deve sempre tener conto anche delle preclusioni…o il designatore le può anche “superare”?»
Collina: «No, all’inizio della stagione vengono fissati una serie di vincoli. »
Presidente Casoria: «Quindi valgono anche per la designazione diretta dell’arbitro?»
Collina: «Assolutamente si. »

Nessuna domanda da parte dei PM. Termina la deposizione di Collina.

Le altre trascrizioni dell’udienza del 1 ottobre 2010:

Antonio Valentini e Fulvio Bianchi
Giancarlo Abete
Stefano Papi
Franco Baldini

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