Antonio Giraudo e Luciano Moggi, dall’alto della loro posizione consolidatasi nel corso degli anni a seguito di esaltanti vittorie sportive e ripetuti utili di bilancio, non avrebbero mai e poi mai potuto prendere “ordini” dai fratelli Elkann e da qui le prime avvisaglie: ricordate le uscite apparentemente inspiegabili e senza senso di Lapo Elkann?
Il buon Lapo comincio’, infatti, ben presto a parlare di “smile” e sciocchezze varie per screditare la Triade colpevole di non prestare abbastanza ascolto ai giovani rampolli sabaudi vogliosi di visibilita’ mediatica e ansiosi di riappropriarsi al piu’ presto del loro giocattolo, non importava a quale prezzo.
Ma la lotta non si limitava a cio’ e non dimentichiamo, per l’appunto, come Montezemolo fu a piu’ riprese respinto dalla Triade, basti ricordare le esternazioni di Antonio Giraudo al riguardo: “Montezemolo non si occupa di Juve semplicemente perché non ne ha titolo, la Juve è controllata da Ifil e non da Fiat”, cosi’ liquido’ la questione poco piu’ di un anno fa.
Poi, da una parte Andrea Agnelli e la vedova del Dottor Umberto hanno sempre sostenuto Moggi e Giraudo, dall’altra lo stesso Montezemolo e i suoi seguaci hanno fatto di tutto per riconquistare il controllo sulla Societa’.
Il contratto della Triade scadeva nell’ottobre 2006 e, per assicurarsi la riconferma al timone della FC Juventus SpA, nell’estate 2004 la stessa Triade ingaggio’ un certo Fabio Capello sforzandosi in tutti i modi di costruire uno squadrone invincibile nel giro di un paio di stagioni per poter giungere proprio alla scadenza contrattuale con tutti gli elementi per una riconferma “obbligata” , magari con l’aiuto di operazioni piuttosto disinvolte, ma pur sempre legali e legittime, come cessione di terreni etc. per far quadrare il bilancio.
Obiettivo pienamente raggiunto: Montezemolo e i suoi seguaci furono momentaneamente messi ko, l’esercito degli scettici che proprio non riuscivano a capire come si potesse continuare a vincere senza un becco di un quattrino si rafforzava sempre piu’.
Dossier, pedinamenti, intercettazioni: il top management invidiato da tutta Europa doveva necessariamente farsi da parte e questo era l’obiettivo comune di una fetta importante (la piu’ influente senz’altro) della Famiglia Agnelli e dell’intero globo antijuventino stanco e stremato da anni di ripetute e umilianti sconfitte, quello stesso globo che quasi non credeva ai propri occhi di aver trovato una sponda cosi’ preziosa e determinante per raggiungere il proprio scopo.
Come avrebbero potuto altrimenti Montezemolo & C. giustificare davanti alla tifoseria juventina l’eventuale allontanamento di una Dirigenza forte e vincente, invidiata e capace? Come avrebbero potuto se non cavalcando appassionatamente l’ondata devastante di giustizialismo falso e ipocrita?
Come avrebbero potuto se non appoggiando il devastante piano “killer” di Telecom riuscito alla perfezione? D’altra parte è ben risaputa la sintonia di vedute tra i signori Luca Cordero e Marco Tronchetti Provera…Confindustria docet!
Ed ecco, ad esecuzione avvenuta, innalzare sul trono un dotto liquidatore, COBOLLI, pensionato e senza arte ne parte nel mondo del calcio. Nominare un CDA ad HOC, incompetente, incapace, disinteressato nei piu’, e decretare la fine di quella che una volta era la regina del calcio italiano.
Verità o fantascienza?
Bravi complimenti!
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