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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#10805 fabio germani
scritto il 15/12/2006 00:32:46 da ZINEDINE ZIDANE
sonodaccordoconjuveclubnondoce con mino46 su fabio germani che, per chi non lo sapesse,e` il capo di quella merda di curva indegnamente chiamata scirea.Caro Germani, sei il corrispondente nella curva di quello che cipolla gigli e` nella societa`:UNA MERDA. Mettiti una maschera in faccia e abbracciati ad un cesso cantando non son degno di te.Ma il tuo padrone Merdolli ti ha incaricato di difenderlo il giorno in cui noi veri tifosi bianconeri lo prenderemo a calci nel culo insieme agliElkannfroci?
 
#10803 BECCATEVI QUESTA! vol.2
scritto il 14/12/2006 23:43:35 da CRAZEOLOGY
Dal sito di Beppe Grillo 14 Dicembre 2006 Prendi i dividendi e scappa Ora sappiamo chi era il vero responsabile della Telecom. Era Tavaroli. A capo di Radar. Delle intercettazioni illegali di centinaia di banchieri, manager, politici e anche di familiari del tronchetto. Era Tavaroli. Muoveva centinaia di persone in Telecom. Spostava decine di milioni di euro. Tutto ai danni di Telecom. Spiava il fratello dell’Afef. Il presidente e l’amministratore delegato sono stati gli ultimi a sapere. Erano distratti dai dividendi. Era Tavaroli il burattinaio. Qui i casi sono due. I soliti due. I suoi capi erano inadeguati o collusi. Tavaroli farà la fine di Litvinenko? Sarà polonizzato o basterà la tazzina di caffè? I politici che starnazzavano per la paura dei tabulati tacciono. La televisione tace. Un silenzio che conviene a tutti. Per passare insieme il Santo Natale. Tronchetti continua a gestire la Telecom attraverso l’amministratore srl teleguidato Buora. E ogni due per tre si cerca di far cassa. Vendere Tim Brasil. Aumentare il canone. Qui il pudore dell’Authority ha avuto la meglio. E Calabrò non ha fatto passare l’aumento. Che però è stato proposto. Se questa è la nuova linea, Rossi è uguale al tronchetto. Giusto un po’ di trucco, un cosmetico, un Ross-etto. L’anno prossimo spero di incontrarlo all’assemblea degli azionisti. E parlare del più e del meno. Di Skype ad esempio. La telefonia via Rete. Che costa nulla o quasi nulla. Il servizio che ha avuto la crescita più rapida nella storia. E gli chiederò perchè gli italiani devono pagare una tassa chiamata canone. Una tassa che si riversa in dividendi miliardari per i soliti gruppi economici. Che si traduce negli stipendi milionari dei top manager di Telecom. Direttamente dalle nostre tasche. Dai cittadini ai soliti pochi. E’ il famoso bottom up. E il bottom è sempre il nostro. Aboliamo il canone. RESET!
 
#10802 BECCATEVI QUESTA! vol1
scritto il 14/12/2006 23:41:56 da CRAZEOLOGY
13-12-2006 Il braccio privato dei servizi segreti Marco Mancini finisce di nuovo in carcere. L'uomo che è stato, fino al luglio scorso, il direttore del controspionaggio/controterrorismo del Sismi avrebbe raccolto, "passato" e venduto informazioni riservate a Emanuele Cipriani, un affermatissimo investigatore privato di Firenze che, per l'ottanta per cento del suo tempo, ha "servito" la Sicurezza del Gruppo Pirelli-Telecom, diretto da Giuliano Tavaroli. Mancini, Cipriani, Tavaroli sono amici di infanzia. Si conoscono da trenta anni. Piaceva loro raccontarsi come legati da un "rapporto fraterno". Questi vincoli quasi familiari tra i tre uomini, oggi accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla violazione del segreto d'ufficio, rischiano di trasformare - agli occhi dell'opinione pubblica e con qualche interessato, accorto spin mediatico - una storia di spionaggio e di dossier illegali in un affare privato che si restringe, "tutto sommato", alle manovre losche di una Banda Bassotti, di spregiudicati "amici al bar" con una gran voglia di tirar su molto in fretta un bel mucchio di soldi. Sarebbe un errore. La rumorosa presenza al proscenio di Mancini, Cipriani e Tavaroli non deve lasciare nell'ombra, o addirittura far dimenticare, gli elementi primari di questo affaire nero come la pece. I punti fermi sono sostanzialmente due. L'integrazione della Sicurezza di un gruppo economico-industriale (Pirelli-Telecom) nelle attività del Sismi, una mimesi così compiuta da rendere laborioso distinguere, a tratti, chi lavora per chi: se Pirelli-Telecom per l'intelligence o l'intelligence per Pirelli-Telecom. I pubblici ministeri hanno già scoperto, per dirne una, che decine di cellulari degli uomini Telecom erano utilizzati dagli agenti del Sismi con le schede del ministero della Difesa o che alcune schede telefoniche in uso al ministero della Difesa erano adoperate dagli uomini della Sicurezza di Telecom e Tim. Seconda questione (ancora non del tutto risolta). Chi sono gli "utilizzatori" e per quali benefici e interessi erano collezionate le informazioni riservate e segrete, accumulate nell'illegalismo concesso all'intelligence in nome del legittimo interesse nazionale? Se non si dimenticano queste due circostanze, non è il destino dei "tre amici al bar" a diventare buio, ma l'intera scena a incupire. Perché l'inchiesta della magistratura milanese, che si muove lenta e implacabile come un motore diesel, ha finora accertato qualche realtà oggettiva. I "rapporti privilegiati" della Security del gruppo Pirelli-Telecom e del suo "braccio" privato (Polis d'Istinto) con appartenenti dei Servizi segreti ha consentito di "acquisire un numero rilevantissimo di dati di conoscenza su soggetti appartenenti ad ambiti del tutto diversificati tra loro, e talvolta posti al vertice della politica e dell'economia del nostro Paese". Era dunque l'intelligence politico-militare - o alti ufficiali di quella "Ditta" - a consegnare documenti, dossier, informazioni riservate, dagli archivi del Sismi, agli archivi degli uomini di (o che lavoravano per) Pirelli-Telecom. Si presume non per proteggere la sicurezza nazionale e non in nome dell'interesse nazionale. La "privatizzazione" di quelle informazioni segrete poteva tornare utile, si presume, alle strategie del gruppo economico. Alcuni testimoni hanno già ammesso che "gli accertamenti su soggetti e società di stanza o con interessi all'estero, per la maggior parte compiuti nell'interesse del gruppo Pirelli-Telecom" erano svolti da agenti o dirigenti dell'intelligence politico-militare. Ma di quali notizie si trattava? I pubblici ministeri hanno chiesto a un capocentro del Sismi se "le notizie relative al pagamento di tangenti all'estero poteva considerarsi di interesse nell'ambito dell'attività dell'intelligence". La risposta è stata questa: "La notizia della corruzione di esponenti politici di Paesi stranieri poteva costituire certamente una notizia utile anche per la tutela del Paese perché il corrotto poteva decidere a sfavore del nostro Paese. Allo stesso modo è di interesse la notizia di pagamenti di società estere a politici o soggetti pubblici italiani perché quel soggetto è a quel punto ricattabile e potrebbe essere reclutato da un servizio straniero. Anche eventuali scalate di società estere a imprese italiane o viceversa costituisce una notizia da studiare e approfondire da parte del Servizio". Possono essere dunque queste le notizie - vere, verosimili, approssimate o false - che alcuni dirigenti del Sismi hanno raccolto all'estero e "girato" agli uomini della Pirelli-Telecom? E costoro come le hanno utilizzate? A chi le hanno trasmesse, se le hanno trasmesse, all'interno dell'azienda? E' un fatto che i giudici di Milano ritengono che le operazioni del Sismi, così come illustrate dal capocentro del Servizio, "si sovrappongono" alle operazioni raccolte, per conto di Pirelli-Telecom, nell'archivio "Zeta", il più segreto nella biblioteca di dossier illegali di Emanuele Cipriani. Naturalmente non si può escludere che, come a volte la Sicurezza Telecom si sia mossa con il suo "braccio" privato utilizzando input dei servizi segreti, in qualche occasione Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani abbiano potuto lavorare non nell'interesse di Pirelli-Telecom, ma ad esclusivo vantaggio dei servizi segreti. Il prodotto non sembra cambiare. Telecom e Sismi erano connessi nelle loro attività di spionaggio e mettevano in comune le informazioni che, a volte, tirate su per proteggere l'interesse nazionale, diventavano "private" e utilizzate per privatissimi fini. Descritto così il magazzino comune inaugurato dalle due Ditte, si può fin d'ora comprendere quali saranno le strategie di difesa degli indagati - di Marco Mancini, soprattutto - e quale scossa ne può venir fuori. L'uomo che fu il temutissimo e ascoltato direttore del controspionaggio può farla franca soltanto se riesce a dimostrare che ogni suo passo è stato compiuto nell'interesse e nella consapevolezza del Servizio segreto. Già nelle dichiarazioni spontanee offerte ai pubblici ministeri il 28 novembre, Mancini ha chiarito che egli non era il solo funzionario a tenere i rapporti e a rifornire di informazioni gli uomini di Telecom. Anzi, ha aggiunto, "io, quel rapporto, l'ho ereditato da un mio predecessore". Sarà per questo che, a quanto soffiano le "voci di dentro", nelle stanze dell'intelligence politico-militare si respira un'aria "funerea". Qualcuno va anche più in là nel pessimismo. Dice: "Questa è la volta che viene giù tutto!". FONTE http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/c...zi-segreti.html
 
#10801 perdente
scritto il 14/12/2006 23:33:45 da OSCAR
solo quel alcolizzato bevitore di vecchia romagna,poteva dire ai suoi giocatori....campioni d'italia 2005/06. moratti,nasconditi e vergognati per avere speso tutti quei soldi e aver vinto zero!!! Ci sono persone che muoiono di fame,coglione!!!!
 
#10777 PER PAOLA
scritto il 14/12/2006 21:04:27 da VALE 95
Cara Paola, grazie per la tua onestà intellettuale, chiarezza e per il tuo grnade sentimento juventino. siamo tutti con te.
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