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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#9491 Da TUTTOSPORT
scritto il 23/11/2006 16:51:45 da G. PADOVAN
Dall’interrogatorio di Chiara Geronzi nell’ambito dell’inchiesta romana sulla Gea. «Soci fondatori siamo stati io, Francesca Tanzi, Andrea Cragnotti e Giu¬seppe De Mita. (…) Le quote societarie erano queste: il 20 per cento lo de¬tenevo io, il 20 per cento la Tanzi, il 20 per cento Cragnotti e poi c’era un 40 per cento in mano alla società Roma Fides, fiduciaria composta da Giu¬seppe De Mita e Roberto Mancini». L’nterrogatorio della Geronzi offre un nuovo scenario e chia¬ma in causa Mancini, che in passato ha smentito più volte una sua presen¬za nella contestata società».. Domanda: Lei un giorno ha parlato dei “moralisti alla Mancini…” Risposta: «Anche lui spingeva la cacciata di Cragnotti dalla Lazio. Quando me ne sono andato, la gestione della Banca di Roma gli ha aumentato lo sti¬pendio da 2 a 7 miliardi netti. E lui alla fine se ne è andato all’Inter portan¬dosi via i migliori». Restiamo in (sfiduciata) attesa di leggere su qualche quotidiano amico della squadra e della società nerazzurra (ce ne sono tanti e di importantissimi) le ragioni per cui Mancini ha sempre smentito la sua appartenenza alla Gea. Smentirà anche Chiara Geronzi, sua amica o ex amica? E se lo farà quali ar¬gomenti potrà usare? Dubito fortemente che Mancini torni sulla spinosissima questione, visto il rapporto che ha con la stampa, con la lingua italiana e – non in ultima analisi – con la verità. Come dubito che vorrà rispondere a Cragnotti perché i moralisti di facciata sono sempre opportunisti della prima ora. Infatti Mancini era il centro della Lazio di Cragnotti. E si è servito dell’una e dell’altro finché gli ha fatto comodo per la sua inspiegabile carriera di allenatore pro¬tetto da Federazione, Settore Tecnico e ambienti ad essi contigui. Ricordate la deroga, letteralmente inventata, per farlo tesserare dalla Fiorentina nono¬stante avesse iniziato la stagione con la Lazio come allenatore in seconda? Io sì. Peccato che tutti gli altri – Mancini incluso – fingano di dimenticarlo.
 
#9490 PRORIETA' E DIRIGENZA
scritto il 23/11/2006 16:48:41 da JUVECENTUS
BASTA. IO NON NE POSSO PIU' DI QUESTA DISTRUZIONE, LORO HANNO FATTO I LORO INTERESSI, A ME NON INTERESSA, IO VOGLIO COMBATTERE. QUELLO SCUDETTO NON DEVE ESSERE ASSEGNATO.SE ENTRO IL 31.12.2006 NE' BORRELLI, NE' ALTRI, TIRERANNO FUORI LE IRREGOLARITA' DELL'INTER,FINO A QUANDO CI SARANNO QUEST PERSONAGGI COME DIRIGENTI, MI COSTA CARO, MA NON SEGUO PIU' IL CALCIO. TRENT'ANNI DI JUVE, TANTE GIOIE E QUALCHE DOLORE, ADESSO QUESTI HANNO FATTO UN DISASTRO. IO LASCIO. signora1897
 
#9489 A proposito di CANNAVO'
scritto il 23/11/2006 16:47:35 da TUTTOSPORT
La Gazzetta dello Sport di ieri, mercoledì 22 novembre, pezzo a firma di Can­dido Cannavò. La rubrica dell’ex direttore ha un titolo esortativo «Fatemi capire». È un invito che raccolgo volentieri. Perché nel prendere per l’en­nesima volta le distanze dalla Gea, Cannavò – al pari di Mancini – incorre in qualche fondamentale amnesia. «La Gea World – scrive Cannavò – era una sintesi discutibile e intoccabile di un potere calcistico che attraversava la grande economia, le istituzioni, un popolo di complici e finiva nel gran­de laboratorio di Moggi, padre e figlio, che avevano le spalle ben coperte». Poi, però, Cannavò sprofonda nell’oblio: «Spocchia, spregiudicatezza, molta abilità e persino una grande “fiera del calcio” organizzata in grande pompa ogni anno a Milano, con una copertura televisiva che era più che altro uno spot pubblicitario, fondato sul culto della personalità della dinastia Moggi». Purtroppo, Candido omette di dire che quella «fiera» si chiamava Expogoal ed aveva tra i partner principali proprio Rcs e la Gazzetta dello Sport, quoti­diano che a quella «fiera» ha dedicato spazio e lustro grazie alle sue migliori firme, ai suoi migliori cronisti, ai suoi migliori editorialisti, ai direttori ed ex direttori. Cannavò era tra essi. Dati e date, non illazioni. Dalla Gazzetta dello Sport del 12 ottobre 2003. «Expogoal è caratterizzata an­che dai convegni (…). Domani alle 14,30 “Campionato Aic della Solidarietà”, progetto sociale dell’Assocalciatori a favore degli anziani. Moderatore Can­dido Cannavò». Tutto scritto (e da ricordare).
 
#9488 La nostra dirigenza: un manipolo di granata
scritto il 23/11/2006 16:37:27 da MARCO NINOTTI
Appare oramai chiaro che Calciopoli è nata in casa nostra e che la Juve e la sua storia centenaria sia stata la merce di scambio per risolvere il problema FIAT. Alla luce di ciò non credo che a noi tifosi rimanga molto da fare per quanto riguarda le iniziative per ristabilire la verità. La verità se la son venduta i fratelli Elkann, navigati tifosi del Toro e fintanto rimarrano loro al timone della squadra dobbiamo metterci l'anima in pace: non saremo mai più una squadra da vertice.
 
#9487 X PAOLA
scritto il 23/11/2006 16:36:46 da STUDIO LEGALE
Cara Paola e tifosi tutti, noi NON abbandoniamo il muro,almeno questo di "giulemanidallajuve".Ma il vero muro è quello eretto dal CDA della società contro ogni interesse della JUVENTUS. Ormai si è capito che NON vogliono il bene della società, non si rivolgono alla magistratura ordinaria o quella sportiva europea(TAS) pur avendone ben donde. Tutti gli atti che compiono sono rivolti contro la società e i loro interessi. I loro interessi sono altri ed enormi e forse neppure il misero presidente ne è a conoscenza. Vengono dall’alto, rivolgersi ai MONTEZEMOLO, MARCHIONNI ed ELKAN. Purtroppo, in tutto questo,grande responsabilità hanno gli ultràs, che con il loro atteggiamento rinunciatario o,addirittura, pro COBOLLI, hanno fornito un alibi a questi dirigenti, inculcando in loro la convinzione che i tifosi sono con loro. Comprati e venduti, evidentemente, o chissà cos’altro. Non hanno mai scelto la strada della giustizia e delle verità nascoste, ma del compromesso SEMPRE adeguandosi e complimentando i più acerrimi nemici della nostra JUVE. I loro interessi collimano con quelli morattiani (dice niente il regalo di uno scudetto e campioni che fanno la differenza?). Non ci illudiamo e non speriamo più, con questi personaggi la bella favola è terminata. La vecchia JUVENTUS non ha avuto difesa legale, onorabilità protetta, sete di giustizia. Questo penoso viatico, visto dal punto di vista giudiziario, è un’offesa alla giurisprudenza e una conferma delle misere facoltà intellettive di coloro che oggi reggono le sorti della nostra vituperata JUVENTUS.
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