I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
#36721 Juventus club Montecitorio -riepiloghiamo- il nien
scritto il 26/10/2007 09:42:39daPAOLA
Introduco questo argomento :
- il deputato Rampelli, il 03 agosto 2007, ha chiesto un’interrogazione urgente rivolta al Ministro Melandri e al Ministro Amato in relazione ai parametri utilizzati per la compilazione del calendario di serie A
- Roma, 25 ott. Interrogazione urgente e ferma presa di posizione del senatore Fernando Rossi (Movimento Politico dei Cittadini) alla notizia relativa al possibile reinserimento dei protagonisti di Calciopoli nella Figc. Rossi ha presentato oggi un'interrogazione con la quale denuncia "l'arroganza e l'insensibilita' rispetto al danno d'immagine allo sport italiano ed a tutto il Paese, derivante dal totale recupero dei personaggi di quello scandalo". Nel documento, Rossi si rivolge al Governo "per sapere se non intenda stigmatizzare immediatamente il reinserimento di tali personaggi ed intervenire con urgenza, utilizzando tutti i propri strumenti e competenze, per ripristinare correttezza e decenza nel funzionamento e nella gestione della Federazione Italiana Giuoco Calcio". "Se in breve tempo il Ministro delle Politiche Giovanili ed Attivita' Sportive non interverra' per assumere una chiara presa di posizione, mi faro' personalmente relatore in Aula di una richiesta di dimissioni dello stesso Ministro", conclude Rossi.
Abbiamo uno Juventus club Montecitorio che non fa assolutamente niente! Ho inviato tempo fa una richiesta a mezzo raccomandata all’Onervole Paniz e a tutti gli altri membri dello Juventus club chiedendo di intervenire in merito :
- alle dichiarazioni di Ordine fatte durante la trasmissione Lunedì di Rigore;
- collasso della giustizia sportiva dopo la condanna alla Juventus
- per la decisione della corte d’appello di Roma che ha sancito che il “sorteggio arbitrale non era truccato” dove, la stampa ha ignorato quasi del tutto la notizia venendo meno all’obbligo di rettifica della “carta dei doveri del giornalista”.
Questa è la risposta:
“Gentilissima,
un'interrogazione su questo argomento non è possibile: non sarebbe
accettata.
Capisco che sarebbe importante per la visibilità e Le assicuro che sarei il
primo ad esserne interessato, ma devo fare le cose seriamente perchè solo
così acquisto in credibilità e, quando parlo, vengo ascoltato.
Sono certo che mi comprende e ... apprezza.
Molto cordialmente”
AMICI TENIAMOCI PRONTI.IN CASO DI CADUTA DEL GOVERNO IN PRIMAVERA SI VOTA.SARA' IL MOMENTO DI TIRARE LE SOMME.BISOGNA RICAMBIARE AI POLITICI DI QUALSIASI COLORE IL TRATTAMENTO RICEVUTO DALLA JUVENTUS E DAI SUOI TIFOSI.DOBBIAMO DARE IL GIUSTO VALORE AL NOSTRO VOTO.NON SVENDERLO A POLITICI FAZIOSI E CORROTTI.SOLO CHI SI SCHIERA AL NS.FIANCO CON AZIONI CONCRETE E FATTIVE DEVE AVERE IL NS.SOSTEGNO.IN CASO CONTRARIO SCRIVERE TUTTI "GIULEMANIDALLAJUVE.COM" E FACCIAMO PUBBLICITA'.
#36718 On. PANIZ sveglia!
scritto il 26/10/2007 08:49:05daMINO46
L'onorevole Paniz si dimostra gemello del "pensatore" di Rodin progettata per il Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Dopo tante promesse e valutazioni continua a pensare a cosa fare, se e quando presentare un'interrogazione al Ministro competente sui ritardi del Superprocuratore in ordine ai bilanci taroccati dell'inter. Promesse da marinaio, anzi da politico. Magari tenterà di farlo sotto elezioni per gabbare, ancora una volta, il popolo juventino. Ah i nostri VIP tifosi dormienti e silenti...
#36717 La bugia dell’ultrà pentito
scritto il 26/10/2007 08:48:57daPAOLA
MARCO ANSALDO
Antonio Matarrese è un uomo capace di trasformare qualunque slogan in una gaffe. Fu lui, vivace presidente della Lega, a coniare la frase: «I morti fanno parte del sistema», per liquidare la «fastidiosa» uccisione dell’ispettore Raciti a Catania.
Ieri, uscendo dalla riunione del Viminale in cui gli uomini del pallone hanno chiesto di allentare le misure di sicurezza, Matarrese ne ha detta un’altra delle sue: «Più Osservatorio e meno prefetti», dove per Osservatorio si intende l’organismo che decide le restrizioni da applicare per prevenire gli incidenti e per Prefetti i rappresentanti del governo che si dimostrano più rigidi nell’applicare le norme contro la violenza negli stadi. Insomma la linea è chiara. Bisogna liberarsi di chi intralcia pesantemente la gestione del campionato decidendo ora la chiusura di una curva, ora l’accesso ai soli abbonati, ora imponendo il divieto di vendere i biglietti nel giorno della partita, come ha stabilito il prefetto di Milano per Milan-Roma di domenica prossima.
L’emergenza, dicono, è finita. Bisogna tornare alla normalità. In questa battaglia per riprendersi il business appesantito dai troppi vincoli, né Matarrese né i suoi associati sono sfiorati dal dubbio che chi lavora su piazza ha una sensibilità e una conoscenza dei problemi specifici superiori a chi opera da lontano. Un prefetto ha più informazioni dell’Osservatorio e prevede meglio i pericoli: la logica vorrebbe che si operasse esattamente all’opposto di quanto si chiede ma il calcio ha fretta di gettarsi alle spalle l’ingombro della sicurezza. Pretende fiducia. Vuole un’apertura di credito, che sta ottenendo dal Viminale con l’escamotage: «Noi allentiamo la morsa ma alla prima che combinate ritorna tutto come prima». Come se bastasse per scoraggiare chi cerca davvero la violenza. Dallo scorso febbraio le società hanno tenuto un comportamento virtuoso, più per forza che per amore. Hanno accettato l’imposizione dei tornelli agli ingressi, magari scaricandone i costi sui Comuni. Si sono assoggettati alle decisioni del governo e dei suoi rappresentanti.
Nemmeno un anno di Purgatorio è bastato per lavare la coscienze e dimenticare come gli ultras e i violenti siano cresciuti anche per l’indifferenza, se non la complicità, dei dirigenti di club. Ora ci dicono che l’aria è cambiata. Forse. Magari. Abbiamo assistito al martellamento dei tifosi perbene per i quali oggi è più sgradevole andare allo stadio: i biglietti sono nominativi, non ci si può più svegliare la mattina con la voglia di vedere una partita perché la decisione va presa con largo anticipo, le perquisizioni sono avvilenti e talvolta ottuse, le code chilometriche e se piove bisogna bagnarsi perché gli ombrelli vengono requisiti. In nome della sicurezza il calcio è diventato una fatica, come prendere un aereo tra cento controlli o percorrere un’autostrada con l’incubo del multavelox dove hanno messo un limite impossibile dei 60 all’ora. Questo, più della chiusura delle curve o il divieto delle trasferte, pesa sulla disaffezione della gente. Si può pensare a un cambiamento, ma siamo sicuri che si possa già abbassare la guardia e che in pochi mesi si sia eliminato chi ha fatto degli stadi un fronte di guerra? La normalità sta nel restituire il calcio a chi già lo viveva come una passione o una festa, non nel chiedere l’abolizione delle misure che penalizzano i violenti, quelli che le norme continuano a non rispettarle. Gli incidenti nei derby a Genova e a Torino, gli striscioni razzisti dell’Inter, i petardi che compaiono e scoppiano come un anno fa ci dicono che certe frange sono ancora vive.
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