UN SALUTO AGLI AMICI DEL MURO, RITORNO DOPO UNA LUNGA ASSENZA PER MOTIVI DI LAVORO, MA VOGLIO SEGNALARVI UN'INFAME ATTACCO AL NOSTRO PROF. DA PARTE DI UNO JUVENTINO INDEGNO DI NOME OG (IL FAMIGERATO), DI PROFESSIONE AMICO DI COBOLLO, SU ORGOGLIOGOBBO.COM, LEGGETE E TRASALITE:Egregio Professore,
molto spesso i titoli accademici mal si adattano ad una capacità di comprendere la realtà che ci circonda.
Sapesse quante volte ho toccato con mano l'estraneità alla vita di tanti Suoi colleghi...
Comunque, se Le scrivo questa lettera pubblica è perchè sono rimasto colpito dal Suo intervento ospitato sulle pagine di Tuttosport in data odierna.
Credevo, ma evidentemente mi sbagliavo, che le finalità di quella splendida ADUNATA del 1° Luglio fossero ormai note a tutti, invece sono costretto a leggere elucubrazioni di un esimio Professore che si definisce "amico della Juventus", ma solo a parole perchè i fatti non li vedo e nemmeno li leggo.
Un fiume di persone, adeguatamente informato, sotto la canicola estiva ha deciso di dare un segnale di Amore, Appartenenza, Fede e Dedizione. Immagino che termini di questo genere non abbiano diritto di asilo nel Suo vocabolario... Forse, se avessimo parlato di vittorie ad ogni costo, palmares, bacheca straripante di trofei avrei avuto l'onore di vederla sfilare con noi, ma è andata diversamente. Lo sa, caro il mio Professore, che se avessimo voluto Torino sarebbe stata messa a ferro e fuoco?
E con quali risultati? Quelli di vederci indicati come il male della nostra tifoseria, incivili, ultras violenti da persone come Lei che non hanno mai rischiato neanche l'unghia del mignolo del piede sinistro per difendere i propri colori?
Lei non se n'è accorto, d'altra parte non avrebbe potuto e gli assenti hanno sempre torto (quando chiacchierano a vanvera, non quando tacciono per pudore, ma questo non è il suo caso...), ma il 1° Luglio, quegli stessi ultras che quest'anno erano a Napoli ( a proposito, non l'ho vista...) o a Genova (anche lì mi è sfuggita la Sua presenza...) hanno marciato a petto in fuori armati solo di voce. Esserci significava dire a tutti che non avremmo abbandonato la barca in difficoltà e con sacrificio l'avremmo accompagnata durante la tempesta, in qualunque mare, remando buttando fuori l'acqua.
Crede veramente che sarebbe stato difficile scatenare una guerriglia cittadina? Questo voleva? Una versione attualmente vigliacca del vecchio "armiamoci e partite"?
Le sembra impossibile ghe gli Ultras di casa Sua sappiano anche ragionare?
Chiudo qui, esimio Professore, chiudo perchè ritengo di averLe dedicato più tempo di quanto ne meriterebbe.
E aggiungo che sono profondamente stufo di chi, barone nella professione, pretende di esserlo anche allo stadio.
Se fossimo stati in un'aula universitaria sarebbe stato subissato dalle pernacchie.
Gli spalti sono di chi li abita, con frequenza e sacrificio, non di chi senza vittorie si sente inferiore.
A mai più rileggerLa.
OG |