Riprendiamo un altro aspetto, seppur marginale, dell’esame delle motivazioni di II grado del processo calciopoli rito ordinario. Il ruolo dell’arbitro e degli assistenti.
La Dr.ssa Cinzia Apicella e la Dr.ssa Silvana Gentile scrivono che, per regolamento, gli assistenti sono a fini di supporto ed è l’arbitro che decide. Ovviamente una massima che si presta per la condanna di Dattilo (vergognosa). Non conta niente che l’espulsione fosse netta e comminata dall’assistente, siccome è l’arbitro che decide, la colpa è sempre sua. Almeno in questo caso. La partita è la famosa Udinese-Bresca del 26/09/04, su cui non esistono ammonizioni preventive (Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati) e l’unica espulsione, quella di Jankulovski fu dovuta ad una rissa che si scatenò alla fine della partita quando il giocatore diede un pugno ad un avversario, su segnalazione dell’assistente. Per lo stesso capo d’accusa, nel rito abbreviato, Giraudo è stato assolto. In questo caso specifico quindi, l’arbitro è responsabile e l’unico a poter decidere. (
Calciopoli. Dattilo e Bertini)
Ma nel giustificare il CAPO A7 Titomanlio-Mazzei, notiamo una contraddizione. Scrivono i giudici: “…in parte nella deposizione dell'osservatore Luci, il quale, pur indicando che il Titomanlio non commise errori gravi, ha sottolineato che il predetto comunque segnalò un fallo pur essendo lo stesso sotto la diretta percezione del direttore di gara ... Sul punto va osservato che, seppur definito ‘errore veniale’ dal Luci, tale condotta è invece uno degli strumenti attraverso il quale l'assistente di gara incide sulla partita, soprattutto quando l'arbitro non ha la prontezza (o perchè giovane o perchè inesperto) di segnalare o meno un'infrazione su un calciatore. Cosa avvenuta nel caso di specie". In questo caso quindi, il guardalinee incide sulla partita.
Minimizzare le testimonianze proposte dalle difese cercando di
indirizzare le eventuali “colpe” laddove serve a puntellare le accuse, rappresenta un po’ la falsa riga che ritroviamo in buona parte delle motivazioni. Proprio come in questo caso, una volta l'arbitro può essere inesperto e ad incidere sulla partita è l’assistente, un'altra volta responsabile è l’arbitro perché è l'unico a dover decidere.
Il capo d’accusa comminato a Dattilo ha subito già diverse revisioni ma pur di condannarlo hanno cercato di “arricchirlo” commettendo altri errori. Basta pensare che il lavoro ( meglio identificato con olio di gomito) di Di Laroni ha portato alla presumibile attribuzione di una scheda svizzera a Dattilo nel periodo che va dal 12/11/04 – 12/2/05, ben due mesi dopo della partita incriminata. Non credo sia necessario commentare l’ennesimo
pacchianoblack out.
Mettetevi l’anima in pace. Non c’è da capire niente, se non prendere atto dei voli pindarici compiuti per giustificare l’ingiustificabile. Un misto di
superficialità, non conoscenza dei regolamenti del ‘giuoco calcio” e del ruolo dei fischietti.
Un’interpretazione libera, mutevole a seconda della convenienza, e priva di quelle certezze che una condanna penale dovrebbe garantire.
Ma è possibile? Leggete per credere….
Motivazioni II grado rito ordinario di calcipoli
Calciopoli: Motivazioni che non motivano nulla
Motivazioni_ Quello che Il Fatto non trascrive
Ma chi sarà mai questo Zeman?
Calciopoli: Motivazioni che non motivano nulla/2?
CalciopoliMotivazioni calciopoli. Le ‘riunioni conviviali’
