Gaudì hai perfettamente ragione. La tua analisi è corretta. C'è un problema però: non dovremmo essere noi a dirci certe verità nel nostro piccolo privato. I media non perdono occasione per infangarci. Mi viene il voltastomaco ad accendere la TV oggi, su tutte le reti. Ci chiamano ladri, ed a farlo sono i ladri. Ora ci vogliono etichettare assassini, quando invece subiamo violenza: il rapporto pullman era 4 a 1, e chi è quel pazzo che oserebbe un'aggressione in netta minoranza? A Badia al Pino eravamo ancora in inferiorità... e si è sentito parlare troppo degli Juventini e poco dell'aggressione subita. Certo due morti sono tanti, troppo se si pensa alla loro giovane età... avevano il mondo avanti, ancora da vivere. Ma noi dobbiamo ribadire con forza la violenza che subiamo. E se poi ci deve scappare il morto, ... che muoia il delinquente. O dobbiamo essere tanto masochisti da dover accettare una nuova strage a nostro danno? Nel famigerato maggio 1985 abbiamo subito una strage, ma lì stavamo perché volevamo vincere la nostra prima coppa dei campioni. Allo stadio vogliamo andarci a vedere la nostra squadra, ed abbiamo il diritto di andarci in macchina, con un pullman di amici tifosi, anche per fare baldoria,... ed abbiamo il diritto di fermarci alle stazioni di servizio per ristorarci. In ufficio, e non solo in ufficio, incontro teste di c***o, anche ladri dal luglio 2006, che si arrogano il "diritto" di chiamarmi ladro (da un punto di vista calcistico)... ed io, e chissà quanti come me, incasso, mi rodo il fegato ... sperando in una giustizia che tarda a venire. Matteo tornava a vedere il Parma dopo tre anni di interdizione, è morto, e questo è il fallimento del calcio. Ma in questa condizione non ci ha portato lo "stile Juventus". Non aggiungo altro solo perché è stata stroncata una vita umana giovanissima. Se non cambiano tutti gli altri, la situazione non può che peggiorare. Mi rendo conto che solo noi crediamo nello sport e speriamo nella giustizia. |