Sezione XIII : Il nuovo periodo di transizione
Parte I
Di A.Pavanello La rosa della stagione precedente venne confermata, con l’esclusione di Pacione e Pin. Michel Platini rinnovò il contratto per un altro anno.
L’unico acquisto fu Soldà (dall’Atalanta), mentre Vignola ritornò dopo il prestito al Verona. Dal vivaio arrivò Renato Buso giocatore di belle speranze poi ceduto (dopo sole tre stagioni) alla Fiorentina.
Dopo la partenza di Trapattoni, il nuovo allenatore della squadra fu Rino Marchesi.
Il debutto della Juventus in campionato fu positivo, con quattro vittorie in sei giornate. Il primo stop stagionale avvenne alla 9° giornata, quando la squadra venne battuta nettamente dal Napoli, che andò così al comando della classifica, posizione che non mollò più fino alla fine della stagione.
La squadra di Marchesi non riuscì a mantenere un ritmo regolare e così dopo la vittoria sull’Atalanta, arrivò anche la sconfitta con la Roma.
La vittoria nel derby fece nascere qualche speranza “La Juventus ha ripreso a trottare (non si può dire ancora che galoppi) e le avversarie ne prendono nota […] Domenica a Marassi la “vecchia” Juve e la baby Samp ci diranno altre cose importanti nel confronto diretto. Si dovrà vedere la risposta bianconera di fronte a ritmi di gioco che il Torino non è riuscito ad imporgli” (La Stampa).
Sfortunatamente la netta sconfitta sul terreno della Sampdoria fece scivolare ulteriormente la squadra in classifica.
La vittoria sul Verona ed un pareggio col Brescia conclusero il girone di andata.
Nelle prime sei giornate del girone di ritorno, l’undici bianconero vinse tre partite su sei, ma cadde contro l’Inter, lanciata all’epoca all’inseguimento del Napoli: i bianconeri riuscirono ad accorciare le distanze con Serena solo verso la fine della partita; due settimane più tardi, nuova sconfitta e di nuovo col Napoli.
Nelle ultime giornate, gli uomini di Marchesi, riuscirono ad inanellare sei risultati utili consecutivi, vincendo tra l’altro con Roma, Sampdoria e Brescia. La partita con i lombardi permise alla Juventus di sopravanzare l’Inter in classifica e di finire al 2° posto, ma essa è da ricordare soprattutto perché fu l’ultima in maglia bianconera per “Le Roi Michel” “Platini si accomiata, la Juventus ottiene il secondo posto, il Brescia retrocede : una conferma e due verdetti. E’ quanto offrono gli ultimi 90 minuti al Comunale, in una giornata autunnale, anziché primaverile” (La Stampa).
In Coppa Campioni, i bianconeri eliminarono facilmente il Valur Reykjavik, nei sedicesimi (7-0 all’andata, con una tripletta di Laudrup e 4-0 al ritorno con doppiette di Platini e Laudrup).
Al turno successivo, l’avversario è di ben altro spessore: trattasi del Real Madrid.
A Madrid una Juventus priva di Scirea e con un Platini tutt’altro che nella forma migliore, subiva gli attacchi dei padroni di casa fin dall’inizio. Il dominio dei bianchi si concretizzava al 21’ col vantaggio. Il gol galvanizzò gli spagnoli che ebbero almeno tre occasioni di gol tra il 24’ e il 27’; un minuto dopo Manfredonia segnava per la Juve, ma l’arbitro fischiava ancor prima che l’attaccante insaccasse e il gol fu annullato. Dopo una prima mezz’ora di attacco, il Real rallentò il ritmo, essendo sempre pericoloso e vi furono degli accenni di rissa. Accenni che continuarono nel secondo tempo. Fu grazie a Tacconi che i bianconeri potevano ancora sperare in un ribaltamento…
A Torino, una Juventus protesa all’attacco, apriva le marcature già al 9’ (Cabrini) e poi continuava a premere, senza però concretizzare le occasioni. Tacconi si illustrò ancora, negando ai madrileni il pareggio.
Si andò così ai supplementari, che non servirono per decretare il vincitore e quindi ai rigori: Tacconi riuscì a parare il primo rigore, ma Brio e Favero fallirono i tentativi dal dischetto. La Juventus così era eliminata dalla Coppa dei Campioni.
In Coppa Italia, ancora un’eliminazione ai quarti, ad opera del Cagliari.
Per quel che riguarda le coppe europee: in Coppa Campioni, vittoria del Porto (la prima nella storia della società portoghese), in Coppa Coppe vittoria dell’Ajax, mentre in Coppa UEFA vince l’IFK Goteborg (tale coppa è la seconda nella storia della società svedese, dopo quella del 1982).
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