Sezione XIV: il nuovo ciclo vittorioso
Parte II
Di A.Pavanello


La rosa della Juventus si arricchì con gli arrivi di Jugovic, Lombardo, Vierchowood, Pessotto, Sorin e Padovano.
Sul fronte partenze, se ne andarono Kohler, Jarni e Orlando; tuttavia la cessione più clamorosa fu quella di Roberto Baggio al Milan.
Fu una stagione straordinaria, visto che la Juventus vinse la sua seconda Coppa dei Campioni.
In campionato, la Juventus partì sparata con tre vittorie nelle prime tre giornate, prima di rallentare il passo con Cagliari e Napoli. La prima sconfitta stagionale fu ad opera del Milan, che a partire dall’11° giornata, avrebbe agguantato la testa della classifica, per non mollarla fino alla fine del torneo.

I bianconeri attraversarono una fase meno felice dal punto di vista dei risultati, specie con le sconfitte contro la Lazio (un pesante 4-0) e con l’Udinese.
Certo, alla 12° giornata, la Juventus massacrava il Torino “Schiantato da Vialli e dalla Juve, il Torino ieri sera ha perso anche la dignità della squadra che da sempre, nei momenti più difficili, sapeva gettare in campo il carattere […] Si diceva alla vigilia che sarebbe stata, negli esiti, una partita crudele. E la crudeltà bianconera si è personificata in Vialli” (La Stampa), ma con la Sampdoria subì ancora una sconfitta che la allontanò dalla capolista.
Dopo aver vinto di misura sull’Inter e perso con la Roma, i bianconeri conclusero il girone di andata con una vittoria sull’Atalanta e un pareggio col Bari.
L’undici allenato da Lippi iniziò il girone di ritorno con un pareggio rocambolesco con la Cremonese (il 3-3 finale fu segnato da Vierchowod nel recupero) e due settimane più tardi vi fu la sconfitta a Vicenza.
A partire dalla 21° giornata, la Juventus riuscì a inanellare una striscia di nove risultati utili, segnata da vittorie rotonde contro Cagliari (4-1), Padova (5-0) e Lazio (4-2).
Fu la Sampdoria ad interrompere la sequenza positiva, battendo nettamente i bianconeri al Delle Alpi.
Alla 30° giornata, i bianconeri si imposero sul terreno dell’Inter “La quinta vittoria consecutiva in trasferta non serve a far sognare ancora lo scudetto, ma permette alla Juve di ottenere un filotto che non aveva raggiunto neppure l’anno scorso […] Per un ora abbondante abbiamo rivissuto a S. Siro la sensazione che provammo mercoledì, guardando l’Ajax che dominava il Panathinaikos: anche qui giocava soltanto una squadra e l’altra assisteva allo spettacolo” (La Stampa).
I bianconeri chiusero il torneo con un pareggio con il Bari, terminando alla 2° posizione in classifica.
In Coppa Italia, la formazione di Lippi venne eliminata al terzo turno.

Ma fu soprattutto in ambito europeo che arrivò la miglior soddisfazione: la Coppa dei Campioni aveva cambiato fisionomia rispetto agli anni ’80. Dei gironi preliminari erano stati istituiti con l’edizione del 1994; il nome “ufficiale” era cambiato: Champion’s League.
L’edizione 1995/96 vide la creazione di quattro gironi a quattro squadre con partite di andata e ritorno. Le prime due qualificate, accedevano alla fase finale.
Sempre l’edizione 1995/96 permise la partecipazione anche alle squadre che non avevano vinto i rispettivi campionati: furono così ammesse 72 squadre, di cui 56 si affrontarono in tre turni preliminari.
La Juventus, dopo il sorteggio, si ritrovò in un girone con Steaua Bucarest, Glasgow Rangers e Borussia Dortmund.
Il primo match per gli uomini di Lippi fu proprio col Borussia, vecchia conoscenza. Al gol di Moller, replicarono Padovano, Del Piero e Conte. Nemmeno la Steaua Bucarest costituì’ avversario difficile: secco 3-0. Il Glasgow subì un punteggio ancor più largo: 4-1 (con due autoreti scozzesi). Scozzesi che, dopo l’umiliazione a Torino, subirono una seconda disfatta pure in casa (4-0).
La vittoria del Borussia a Torino fu sorprendente (2-1 con gol di Del Piero alla fine della ripresa), ma non sparigliò le carte, con i bianconeri in testa nel girone e ormai qualificati per i quarti. L’ultimo match del girone, con la Steaua, si concluse con uno 0-0.
Avversario dei quarti fu il Real Madrid, detentore del record di vittorie nella competizione. Il match di andata se lo aggiudicarono gli spagnoli, anche se solo di misura.
A Torino Del Piero e Padovano ribaltarono il risultato e permisero alla Juve di disputare le semifinali con la sorpresa Nantes, del trio Pedros-Ouedec-Loko.
L’incontro di andata fu semplice per i bianconeri: un 2-0 che permetteva di essere ottimisti in chiave ritorno.
A Nantes, il gol di Vialli (17’) costrinse i francesi alla rincorsa per agguantare il pareggio che arrivò solo alla fine del primo tempo. Il gol del nuovo vantaggio bianconero con Sousa ad inizio ripresa, fu un duro colpo per la squadra di casa, che premette fino a pareggiare al 24’ e poi a ribaltare il risultato al 37’. Ma gli uomini di Lippi riuscirono a contenere gli attacchi e fu la Juventus a qualificarsi per la finale, con avversario l’Ajax.
A Roma la partita iniziò a ritmi elevati, con Juventus ed Ajax a fronteggiarsi tenacemente, se gli olandesi ebbero un maggior possesso palla, i bianconeri furono più volte pericolosi e già al 13’, Ravanelli permise alla Juve di passare in vantaggio. Gli olandesi però reagirono rapidamente e cercarono progressivamente di dominare il gioco, con gli uomini di Lippi che sprecarono l’occasione del raddoppio con Deschamps (38’). Qualche minuto dopo (41’) l’Ajax pareggiò.
Il secondo tempo non cambiò la fisionomia dell’incontro, con la Juventus sempre pericolosa e gli ospiti a controllare: i bianconeri avrebbero potuto chiudere l’incontro al 41’ ma Vialli calciò sull’esterno della rete. Si andò così ai supplementari, con ancora i bianconeri a premere per segnare il gol del vantaggio, ma le occasioni di Jugovic, Vialli o ancora Del Piero (che si trovò da solo a centro area) non furono concretizzate.
I rigori però premiarono gli uomini di Lippi: Peruzzi parò due rigori, mentre i bianconeri non ne sbagliarono nessuno.

Con questa seconda coppa la Juventus poté così cancellare il ricordo di aver vinto l’unica coppa campioni in un contesto (l’Heysel) dove non c’era alcuno spazio per la gioia, gioia che invece esplose fragorosamente al rigore vincente di Jugovic. Coloro che avevano pensato alla conquista dello Scudetto nell’anno precedente come il frutto del caso, dovettero ricredersi: le premesse per l’inizio di un nuovo ciclo vittorioso erano tutte evidenti…

Nelle altre coppe europee, fu il Bayern Monaco ad aggiudicarsi la Coppa UEFA, mentre il Paris Saint-Germain vinse la Coppa delle Coppe.

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